Il “testo unico del vino italiano”, annunciato a WineNews dal presidente della Commissione Agricoltura della Camera Luca Sani, e presentato oggi in commissione da tutte le più importanti organizzazioni del settore, sarà realtà prima dell’Expo di Milano. A dirlo lo stesso Sani, nella presentatazione, alle Commissioni di Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica (quest’ultima guidata da Roberto Formigoni), del primo documento su cui si discuterà, elaborato da Agrinsieme (Confederazione Italiana agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Italiane), Unione Italiana Vini, Federvini, Assoenologi, Federdoc e Fivi - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
“Un incontro - ha detto Sani - scaturito dallo stimolo positivo da associazioni e organizzazioni della filiera. La Commissione è consapevole che sotto il profilo normativo vanno assecondate le performance positive del nostro sistema agroalimentare e dell’export a esso collegato. Il comparto vitivinicolo costituisce la forza trainante dell’export agroalimentare nazionale, essendo l’Italia il primo produttore ed esportatore di vino al mondo, pur in un quadro normativo non adeguato alla competizione internazionale. L’iniziativa di associazioni e organizzazioni della filiera vitivinicola, in questo senso, va colta in positivo come stimolo a dotare il comparto di una normativa chiara, snella ed efficace. E, per questo, la Comagri sarà impegnata a definire un testo legislativo coordinato in un confronto costruttivo, con l’obiettivo di avere un vero e proprio “codice del vino” prima dell’Expo 2015 a Milano”.
L’obiettivo del “testo unico della vite e del vino”, è unificare tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, attualmente contenute in svariati testi normativi, e sburocratizzare quanto più possibile il settore. Il testo, che passerà ora all’esame del Parlamento, oltre ad unificare le disposizioni normative, punta anche ad una reale semplificazione dei procedimenti, attraverso un coordinamento e un’armonizzazione delle diverse fonti. “Il susseguirsi di provvedimenti, a livello comunitario, nazionale e regionale, ha di fatto creato nel corso degli anni un coacervo normativo - si legge in una nota di Agrinsieme - molto intricato ed eccessivo: dalla coltivazione in vigna, alla produzione di vino, fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione dei prodotti, le imprese devono ottemperare ad un numero insostenibile di obblighi. Per questo, le Organizzazioni del settore si sono fatte promotrici del testo unico finalizzato ad accompagnare, dalla produzione fino alla movimentazione e alla vendita, i prodotti che hanno origine dalla lavorazione delle uve e a disciplinare l’attività dell’intero ciclo economico con le relative implicazioni normative di interesse settoriale e generale. I principali testi di riferimento sono stati la legge 82/2006, il decreto legislativo 61/2010 e il decreto legislativo n. 260/2000.
Il testo unico è articolato in otto capitoli: le “definizioni” del settore, la produzione viticola, la produzione dei mosti e dei vini, la produzione dei vini a denominazione di origine controllata, la produzione degli aceti, la commercializzazione e l’etichettatura, i controlli e le sanzioni. Con il testo unico le organizzazioni di rappresentanza della filiera vitivinicola hanno inteso dare un contributo concreto alla soluzione dei problemi di uno dei settori più importanti del made in Italy agroalimentare. La sburocratizzazione e semplificazione delle norme e degli adempimenti a cui devono rispondere le aziende del settore è infatti da tempo una delle esigenze maggiormente avvertita dai produttori vitivinicoli”.
Focus: il commento della Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti)
“Obiettivo primo del testo unico - sottolinea la Fivi/Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (www.fivi.it) - è un’operazione di “disboscamento normativo”, di razionalizzazione delle attività di controllo e di snellimento delle attività burocratiche nelle aziende agricole, per permettere agli operatori del settore di lavorare più agevolmente e di poter essere maggiormente competitivi a livello internazionale.
L’accelerazione impressa alle attività delle Commissioni è dovuta alla presentazione nelle scorse settimane di una interrogazione parlamentare da parte dell’ On. Massimo Fiorio, vicepresidente alla Commissione Agricoltura della Camera, proprio su questi temi.
Fivi, su richiesta dell’On. Fiorio, ha espresso queste priorità pur mantenendo la volontà di ottenere tutto quanto è segnalato nel Dossier Burocrazia, in più sedi consegnato e illustrato alle istituzioni:
1 - richiesta che venga istituita l’anagrafe dei controlli per evitare che un’azienda, a distanza di pochi giorni, venga controllata più volte da organismi differenti
2 - richiesta che il vignaiolo abbia l’obbligo di sottoporre al Ministero i documenti relativi all’azienda (ad es. fascicolo aziendale) una sola volta all’anno e che poi questi documenti vengano trasferiti ai vari uffici dell’amministrazione pubblica senza che vengano richiesti al vignaiolo una seconda volta o più.
Il nostro auspicio è che si giunga presto a risultati concreti che possano incidere positivamente sul quotidiano di ogni vignaiolo, e che soprattutto muti il rapporto oggi esistente fra burocrazia e vignaiolo.
È fondamentale si passi ad una diversa prospettiva che preveda una collaborazione fra le due parti, ovvero che la struttura burocratica non sia più solo controllore delle aziende ma diventi cooperatore delle stesse fornendo regole chiare ma “leggere” che l’impresa è tenuta a rispettare, ma che le permettano di continuare a lavorare ed essere competitiva fuori dai confini nazionali.
Le bozze di proposta sulla quali si discuterà, dichiaratamente ispirate al “Dossier Burocrazia”, giunteci direttamente dalla Commissione Agricoltura:
http://www.fivi.it/wp-content/uploads/2014/02/Collegato-agricoltura-2014-21-gennaio-ore-13.pdf
http://www.fivi.it/wp-content/uploads/2014/02/Relazione-illustrativa-21-gennaio.pdf
Focus - Il Ministro della Politiche Agricole Maurizio Martina: “il testo unico del vino è punto di partenza per dare ancora più forza ad un comparto-modello”
“La necessità di semplificazione burocratica e amministrativa è uno dei motivi per cui è nato questo Governo e quindi tutte le iniziative legislative che vanno in questa direzione non possono che essere positive. La proposta di un testo unico delle norme sul vino è un’ottima base di partenza, che può dare slancio ad un comparto che con i suoi numeri traina davvero il Made in Italy agroalimentare. Il fatto che sia la filiera a proporre questo intervento è un’ulteriore notizia positiva, perché è il segno di un dialogo tra Istituzioni e imprese che va reso concreto ed efficace. La politica deve essere in grado di fare proprie le richieste di chi fa impresa e crea posti di lavoro, oggi più che mai. Invito, quindi, i Presidenti Sani e Formigoni e le Commissioni agricoltura di Camera e Senato a ragionare su questa opportunità per il settore vinicolo. Da parte mia assicuro che terremo conto del documento e solleciterò gli uffici del Ministero, che già si occupano di questo tema, a lavorare in tal senso”. Così il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha commentato la bozza di “Testo unico della vite e del vino”, documento che unifica tutte le disposizioni che disciplinano la materia del comparto vitivinicolo, presentato oggi e consegnato ai Presidenti delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato, Sani e Formigoni.
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