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IL VENEZUELA DEL DOPO CHAVEZ DEVE FARE I CONTI CON LA SCARSITÀ E, SE QUALCHE SETTIMANA FA MANCAVA LA CARTA IGIENICA SUGLI SCAFFALI DEI SUPERMERCATI, ADESSO A SCARSEGGIARE È IL VINO PER CELEBRARE LA MESSA, COME DENUNCIA LA CONFERENZA EPISCOPALE ...

Il Venezuela del dopo Chavez deve fare i conti con una quantità di problematiche interne semplicemente impensabili solo qualche mese fa, su tutte la “scarsità”. E, se qualche settimana fa alla ribalta era salita la mancanza di carta igienica, adesso, a fare il giro delle maggiori testate del mondo, è l’appello della Conferenza Episcopale Venezuelana, rimasta quasi senza vino per celebrare la messa. Sul settimanale “La Iglesia Ahora”, la curia del Paese centroamericano parla di “disperato bisogno di trovare un vino adatto, che sia il più puro e naturale possibile”, a fronte, però, della difficoltà di importarlo causata dalla carenza di valuta estera. Il comunicato, citato El Pais, dice che “il vino per la celebrazione eucaristica deve essere il prodotto della vite, naturale e puro, cioè non mescolato con sostanze estranee, meglio se argentino o cileno, visti gli alti costi di quelli italiani, francesi e spagnoli, almeno fino a quando non saranno risolti i problemi dell’Industrias Pomar (produttore ufficiale del vino per la chiesa)”.

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