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RICONOSCIMENTI

Il vino al Quirinale, ancora una volta: Matteo Lunelli premiato come “Cavaliere del Lavoro”

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella: “i Cavalieri del Lavoro sono interpreti della “funzione sociale” dell’impresa”
CAVALIERE DEL LAVORO, FERRARI TRENTO, GRUPPO LUNELLI, MATTEO LUNELLI, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, QUIRINALE, REPUBBLICA ITALIANA, SERGIO MATTARELLA, TRENTODOC, Italia
Credit: Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

“I Cavalieri del Lavoro sono interpreti della “funzione sociale” dell’impresa. Ce lo ricordano, nella Costituzione, gli articoli 41, 42 e 46, nel ribadire la libertà di iniziativa economica e il ruolo dei lavoratori nel collaborare alla gestione delle aziende “ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro”. Le aziende, le realtà produttive, sono motrici di un benessere ampio delle famiglie, sviluppano filiere, fanno crescere territori. È la consapevolezza di questa responsabilità che rende gli operatori economici partecipi del compito e della responsabilità di dirigere il Paese. La vivacità delle imprese e la loro capacità di affrontare le sfide del mercato, anche nelle condizioni mutevoli e difficili di questi ultimi anni, ci ha permesso di riprenderci dopo la stagione delle crisi finanziarie e dopo la grande battuta d’arresto conseguente alla pandemia da Covid. L’Italia è tornata a crescere. Le imprese costituiscono una frontiera dell’Italia di domani”. Sono alcuni dei passaggi del discorso del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che oggi al Quirinale, a Roma, alla presenza del presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Maurizio Sella, e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha premiato i 25 Cavalieri del Lavoro 2024, già nominati a maggio. Con il vino, come accade sovente negli anni, ben rappresentato, in questo caso, da Matteo Lunelli, ad Gruppo Lunelli, presidente e Ceo Ferrari Trento, griffe della spumantistica italiana e del Trentodoc, uno dei nomi di riferimento del made in Italy nel mondo e nel panorama enoico mondiale. Con Matteo Lunelli che si unisce, così, alla lunga lista dei “Cavalieri del Lavoro” del mondo del vino (vedi focus). Settore che, come raccontiamo sempre, è fatto di tante eccellenze dal punto di vista economico, sociale, culturale, ambientale e non solo.

Focus - Tutti i “Cavalieri del Lavoro” del vino
Da Piero Antinori, che con la Marchesi Antinori è uno dei massimi ambasciatori del vino e dell’eleganza enoica italiana, a Bruno Ceretto, uno dei grandi che ha fatto la storia di Barolo, da Arnaldo Caprai, la cui cantina, guidata dal figlio Marco Caprai, ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco ed il suo territorio nel mondo, a Franco Argiolas, produttore di riferimento della Sardegna del vino, da Paolo Panerai, alla guida di Class Editori (e azionista di maggioranza del Gambero Rosso) e produttore di grandi vini in Toscana (con Castellare di Castellina nel Chianti Classico e Rocca di Frassinello in Maremma) e in Sicilia (con Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare), a Sandro Boscaini, alla guida di una delle realtà leader dell’Amarone della Valpolicella, Masi, da Maria Cristina Loredan Rizzardi, la cui famiglia annovera tra i propri avi anche un Doge di Venezia e proprietaria della cantina Guerrieri Rizzardi, a tre grandi nomi che hanno fatto la storia del vino di Sicilia, come il patriarca Diego Planeta (scomparso nel settembre 2020), fondatore della cantina Planeta, oggi guidata da Alessio, Francesca e Santi Planeta, Giacomo Rallo, creatore di Donnafugata (scomparso nel maggio 2016), oggi guidata da Antonio e Josè Rallo, e Giuseppe Mastrogiovanni Tasca, fondatore della griffe Tasca d’Almerita (scomparso nel gennaio 1998), oggi guidata da Alberto Tasca d’Almerita, o ancora Gino Lunelli, presidente ad honorem della Cantine Ferrari di Trento, oggi guidate da Matteo Lunelli (insieme a Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli), e Marilisa Allegrini, ai vertici della celeberrima cantina della Valpolicella. Passando, ancora, per personaggi come Ezio Rivella (scomparso a gennaio 2024), enologo-manager che, negli anni Ottanta del Novecento, è stato anima della nascita di Castello Banfi, uno dei più grandi investimenti privati nati da zero (da parte della famiglia italo-americana Mariani) nel mondo del vino italiano. E poi, nel 2023, Piernicola Leone De Castris, alla guida della storica Leone De Castris, fondata a Salice Salentino nel 1665 da Oronzo Arcangelo Maria Francesco dei Conti di Lemos, e presente sul mercato con le proprie etichette sin dal 1925, oggi tra le realtà più solide della viticoltura del Meridione; e Francesco Paolo Valentini, viticoltore abruzzese capace di imporsi, con i suoi vini naturali, su tutti il Trebbiano, nel difficile mercato dei fine wine, diventando una vera e propria griffe, protagonista nelle aste internazionali e sulle tavole stellate. E, nel 2024, l’ingresso di un altro nome importante, quello di Matteo Lunelli.

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