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IL VINO, DA ELEMENTO DI DISTINZIONE TRA LE TRE GRANDI RELIGIONI MONOTEISTE DELL’UMANITÀ, CRISTIANESIMO, ISLAM ED EBRAISMO, AD ELEMENTO DI CONDIVISIONE, TRA ETICHETTE “KOSHER” E “ZEROTONDO”, LO SPUMANTE “HALAL” DI ASTORIA

Da sempre il vino è elemento di distinzione tra le tre grandi religioni monoteiste dell’umanità, Cristianesimo, Islam ed Ebraismo, eppure, con il processo di secolarizzazione che coinvolge ormai ogni angolo del mondo, qualcosa sta cambiando. Da qualche anno, aziende come la campana Feudi di San Gregorio, commercializzano vino “kosher”, la cui produzione, dalla spremitura all’imbottigliamento, è affidata esclusivamente a personale ebreo, come previsto dai sacri metodi del kasherut, ovvero le regole religiose dell’Antico Testamento in materia enogastronomica. E adesso, è arrivato anche il tempo dello spumante “Halal”, senza alcol e certificato per essere consumato anche nei paesi islamici senza contravvenire alle regole della religione: si chiama “Zerotondo” (foto), ed a produrlo è Astoria, uno dei marchi più conosciuti del prosecco e della spumantistica italiana. Un modo efficace per conquistare nuovi mercati, certo, ma è bello pensare che il vino possa unire popoli culturalmente lontani, come palestinesi ed israeliani, in rotta di collisione, proprio in questi giorni, per il “Festival annuale del vino” di Beer Sheva, organizzato proprio di fronte alla Grande moschea della città ...

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