Probabilmente non si potrà mai tornare ai livelli degli anni ’80, quando in Italia si bevevano oltre 100 litri di vino a testa ogni anno. Ma qualcosa per invertire almeno in parte il trend del calo dei consumi nel Belpaese, forse sì. Partendo dal conoscere meglio cosa è diventato, oggi, il mercato italiano. Come ha fatto il rapporto di Filiera n. 2 “Vino Futuri Possibili” de “Il Sole 24 Ore”, nella ricerca curata dalla ricercatrice Marilena Colussi. Che evidenzia, tra le altre cose, quanto sia cambiato e si sia frammentato il mercato. Dalla ricerca, fatta su tre diversi campioni, 300 professionisti del settore, 500 persone del campione “Web People Doxa”, e 2.400 di “HQ24 People”, emerge un quadro in cui il 93% degli italiani dichiara di bere vino. Ma tante sono le tipologie diverse di consumatore: c’è “il semplificatore” (9%), che non se ne intende e sceglie prodotti di marchi conosciuti, o l’“aspirazionale” (26%), interessato a conoscere tanti tipi di vini diversi ma molto attento al prezzo. O, ancora, “l’equilibrato” (28%), che è curioso, chiede aiuti e consigli nello scegliere ma non spende mai molto, e “l’entusiasta” (7%), appassionato e conoscitore di più tipi di vino, e disposto a spendere qualcosa in più. Ma c’è anche il “tradizionale” (7%), che beve i vini delle zone da cui proviene, e “l’abitudinario” (11%), che sceglie sempre da una ristretta rosa di prodotti, e infine il “follower” (7%), che beve solo in compagnia di amici. Solo il 6% si dichiara astemio. Il mercato potenziale, quindi, è ancora grande, in Italia, ma è fatto di tanti target diversi da intercettare in maniera specifica. Puntando ancora di più sul vino al bicchiere nei locali, per esempio, apprezzato da oltre il 70% del campione, ma tendendo conto anche che c’è un 20-30% di consumatori che beve sempre più spesso il vino come aperitivo o come base per cocktail. Ma non solo. Secondo alcuni produttori del Belpaese, da Gianfranco Fino a Bortolomiol, da Nino Franco a Speri, da Il Marroneto a Buranco, intervistati da WineNews nella cornice di “Gusto Cortina”, tanti gli aspetti su cui investire. Dall’avvicinare di più i giovani tornando a raccontare loro che il vino è parte della cultura italiana, ma anche ascoltando le esigenze del cliente finale, e riscoprire l’aspetto più leggero e divertente del vino. Facile a dirsi, ovviamente, meno a farsi ...
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