Il previsto aumento dell’Iva dal 21% al 22% dal prossimo 1 luglio comporterà, per una famiglia di 3 persone, una “stangata” di 135 euro in media all’anno. Un colpo che avrà i suoi effetti nel carrello della spesa degli italiani, che saranno costretti a mettere ancora meno mano al portafoglio. E fra le voci più colpite c’è anche il vino. Si salvano solo i beni di prima necessità. Ecco le cifre di Confcommercio e Federconsumatori.
Così, dagli elettromestici alla cura personale, dal pieno di benzina agli acquisti per la casa, l’aumento di un punto dell’Iva il prossimo primo luglio (che riguarda circa il 60-70% dei consumi, sottolinea la Confcommercio), colpirebbe una serie di voci e fra queste troviamo anche il vino e la birra. A scamparla saranno i beni di prima necessità, come alimentari, sanità, istruzione, abitazione ecc., tutti beni ai quali si applica l’Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto.
Tuttavia, fa notare Federconsumatori, l’aumento di alcune voci come ad esempio i servizi di trasporto finiranno per ricadere anche sulla merce trasportata, con un effetto moltiplicatore nei mesi successivi sulla spesa finale.
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