Il vino italiano continua a correre, almeno all’estero: non tanto in quantità, visto che, ad ottobre 2013, le spedizioni hanno fatto registrare un arretramento del 3% sullo stesso periodo del 2012, a quota 1,6 milioni di tonnellate, quanto in valore, con una crescita dell’8,4%, a quota 4,1 miliardi di euro. Emerge dalle cifre dell’Istat sul settore vitivinicolo dei primi 10 mesi del 2013, che confermano le ottime performance dei principali partner del Belpaese enoico, a partire dagli Stati Uniti, primo sbocco per giro d’affari complessivo, dove le vendite hanno toccato i 907 milioni di euro (+7,9%). Fa bene anche la Germania, con un +8% in valore, ma la vera sorpresa è la Francia, primo consumatore mondiale e storico competitor dell’Italia enoica, dove la crescita è stata del 13%, mentre la Gran Bretagna è la conferma (+17,1%), a braccetto con Norvegia (+17,8%), Svezia (+15,7%) e Danimarca (+7,4%), che non risentono affatto dei limiti imposti all’export dalla burocrazia nordeuropea.
Le note dolenti arrivano dalla Cina, che ha visto un crollo dei volumi (-33%), accompagnato da una leggera crescita in valore (+2,7%), e dal Canada, quinto mercato del vino italiano, che fa segnare una flessione decisamente meno preoccupante, -3,8% in volume e -0,5% in valore. Altro Paese in cui si è registrata una flessione delle vendite di vino italiano è l’Ungheria, che ha registrato una riduzione degli acquisti dell’8,2% in valore e del 26,2% in volume.
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