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IL VINO ITALIANO È IN SALUTE ANCHE NEL MERCATO SECONDARIO E NEL MONDO DELLE ASTE, ED IL CAMPIONE È “ORNELLAIA”, COME EMERGE DA “VENDEMMIA D’ARTISTA, NELLE PAROLE DI STEVEN MOULD (SOTHEBY’S) E ARMANDO BRANCHINI (UNIVERSITÀ BOCCONI)

Italia

Quale è lo stato di salute dei vini italiani nel mercato secondario e nel modo delle aste internazionali? Tendenzialmente buono, e con buoni margini di crescita, almeno da quanto è emerso oggi a “Vendemmia d’Artista”, l’appuntamento annuale che presenta la nuova annata di Ornellaia, di scena la 2011, della griffe bolgherese.
Dal lato “wine auction” le performance dei vini italiani “sono in aumento - spiega a WineNews Steven Mould, direttore dipartimento vino europeo della casa d’aste londinese Sotheby’s (www.sothebys.com) - le loro quotazioni stanno salendo costantemente dal 2009, con Ornellaia in particolare, che è il numero uno, seguita dalla tenuta San Guido. In generale - aggiunge Mould - l’impennata delle quotazioni avvenuta tra 2010 e 2011 si è ridimensionato, e nel 2013 i prezzi sono diventati più abbordabili, creando un mercato più equilibrato e meno speculativo”.
Anche sul mercato secondario le cose stanno andando bene per le etichette del bel paese. Secondo le rilevazioni del Liv-ex (www.liv-ex.com), il benchmark di riferimento per i collezionisti di vino di tutto il mondo, “le performance dei vini italiani negli ultimi sette anni sono positive - come spiega Armando Branchini, economista della Bocconi - e la loro presenza nel Liv-ex è passata dall’1% al 6%”.
Ma c’è di più: “i 100 migliori vini italiani guidati da Sassicaia, Ornellaia, Solaia e Tignanello, hanno realizzato le performance migliori in confronto a tutti i vini del resto del mondo, Francia compresa - sottolinea Branchini - e l’indice economico di Sharp pone Ornellaia come il vino a più bassa volatilità, e con il valore performativo migliore, arrivando dopo soltanto a “mostri sacri” del calibro di Lafite e Mouton Rothschild. Un buon auspicio - conclude l’economista - anche per quello che accade in Italia dove, nonostante la crisi, l’acquisto e il collezionismo di vini di alta gamma continuerà e probabilmente crescerà”.

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