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Il vino italiano riparte da Londra, tappa fondamentale del “Simply Italian Great Wines” by Iem

Terzo mercato del settore enoico del Belpaese, la Gran Bretagna tra Brexit e pandemia è oggi meta difficile, ma ancora assolutamente fondamentale
Iem, ITALIA, SIMPLY GREAT WINES, UK, vino, Mondo
Londra accoglie il vino italiano

Here we go again, ci risiamo, letteralmente, e finalmente, in presenza. Dopo il “Vinitaly Special Edition 2021”, che ha simbolicamente riaperto le porte alla normalità nel mondo del business del vino, portando una ventata di aria fresca e sensazioni decisamente positive tra operatori - italiani e stranieri - e produttori, anche il “Simply Italian Great Wines”, cuore pulsante delle azioni di internazionalizzazione messe in campo della Iem - International Exhibition Management by Giancarlo Voglino e Marina Nedic, che non si è praticamente mai fermata, riscopre il piacere della normalità. In uno dei mercati fondamentali per il vino italiano, la Gran Bretagna, dove un po’ tutto, dal fenomeno di Bordeaux a quello di Porto e Marsala, è iniziato. Di Storia - con la “S” maiuscola - ne è passata, ma Londra resta uno degli hub fondamentali per il commercio mondiale di vino. Per quello italiano, è il terzo mercato, dietro agli Usa e alla Germania. Una meta storicamente e geograficamente vicina, divenuta improvvisamente distante, da quando ha deciso, in maniera forse improvvida, di lasciare l’Unione Europea.
La Brexit, così, ha rappresentato il più grande sconvolgimento interno alla Vecchia Europa dai tempi della caduta del Muro di Berlino. Solo che allora fu un momento di riunificazione e apertura, oggi viviamo una vera e propria spaccatura, geopolitica ed economica, con tutte le conseguenze del caso. Compresi cambiamenti assai rilevanti sulla bilancia commerciale tra Uk e Ue, perché fuori dal mercato unico è tutto più difficile. D’altro canto, per tanti beni prodotti dalla Ue, la Gran Bretagna resta meta fondamentale, e quando, come è successo al vino italiano, la pandemia e la burocrazia fanno crollare le spedizioni, il settore non può che preoccuparsi. I primi mesi dell’estate - giugno e luglio - sono stati fondamentali per ricucire lo strappo di inizio anno, quando i numeri dell’export enoico italiano erano in enorme difficoltà, in un contesto generale decisamente positivo. A fine luglio, ultimo periodo rilevato da Istat, le spedizioni sono tornate agli stessi livelli del medesimo periodo del 2020: 369,7 milioni di euro, lontani dai numeri del 2019. Da qui in poi, ci sarà bisogno di tornare a crescere, e per farlo è fondamentale riconnettersi con la galassia dei wine merchants, della Gdo e della ristorazione britannica, che domani (21 ottobre), si riunirà a Londra, a Westminster, nel cuore del Governo britannico, a due passi dal Parlamento e altrettanti da Downing Street, la casa (al numero 10) del Premier Boris Johnson. È qui, nella cornice della splendida Church House, che diversi Consorzi più importanti - per numeri e blasone - del vino italiano, per la tappa di Londra del “Simply Italian Great Wines”: ci saranno masterclass dedicate al Chianti e ai vini delle Marche, al Custoza e al Delle Venezie, ai vini del Collio ed a quelli del Garda, alle produzioni d’Abruzzo e a quelle del Moscato d’Asti, animate dalla wine writer e docente del Wset Emily O’Hare e da giornalista Walter Speller, con i vini in degustazione nel walk around tasting, dedicato ai professionisti del settore.

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