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VINO E TERRITORIO

Il Vino Nobile di Montepulciano cresce con “Toscana” in etichetta. Vendemmia 2022 a “5 stelle”

Da “Anteprima del Vino Nobile” gli assaggi top dell’annata che entra in commercio, con la Riserva 2021 ed il debutto delle Uga, le Pievi, nel calice

Pionieristica per vocazione, già cantata da Sante Lancerio, cantiniere di Papa III Farnese, secondo cui il vino di Montepulciano era “perfettissimo”, ma anche da Francesco Redi, medico e naturalista (di cui nel 2026 anche Montepulciano celebrerà il 400 anni dalla nascita), che già nel 1685 nel “Bacco in Toscana” scriveva che “Montepulciano d’ogni vino è Re”, prima Docg d’Italia, come testimonia la fascetta “AA 000001”, la n. 1 in assoluto, la denominazione del Vino Nobile di Montepulciano, oggi già tra le più avanzate in termini di certificazione di sostenibilità, fatta a livello territoriale per la filiera del vino, ma anche del turismo, guarda al futuro. Con un buono stato di salute sui mercati (1 miliardo di euro il valore stimato del Vino Nobile di Montepulciano, tra produzione, valori patrimoniali e fatturato, oltre il 65% realizzato all’estero, Germania e Usa in testa), anche grazie all’intuizione di aver inserito nel 2021 la dizione “Toscana” in etichetta che, secondo il presidente del Consorzio del Vino Nobile Andrea Rossi, in tre anni, ha aiutato a mettere sul mercato il 20% in più di bottiglie (qui la nostra intervista).
Un territorio che ha saputo imparare dal passato anche ad avere più attenzione, in vigna e non solo, ai cambiamenti climatici, da tempo - come raccontato nel Seminario che ha ripercorso i decenni dalla grande gelata del 1985 ad oggi, con il tenente colonnello dell’Aeronautica Militare, Guido Guidi, e con Luigi Mariani, docente dell’Università degli Studi di Brescia (vedi focus), oltre agli interventi di Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management all’Università di Bergamo e Giuseppe Giaccardi, Coordinatore del Comitato Scientifico del progetto di ricerca Turismo Climate-sensitive di Enit - ma che guarda anche al presente, con la vendemmia 2022 nel calice che debutta sui mercati, così come la Riserva 2021 e le Pievi, le 12 Uga (Ascianello, Badia, Gracciano, Caggiole, Le Grazie, Cerliana, Cervognano, San Biagio, Sant’Albino, Sant’Ilario, Valiano e Valardegna) che debuttano sempre con l’annata 2021, con la volontà di alzare ancora di più l’asticella della qualità e del posizionamento sui mercati. Annate, la 2022, dunque, e la 2021 Riserva e Pieve, protagonista negli assaggi di Anteprima Vino Nobile (dove è stato assegnato il “Grifo d’Oro” al wine critic Raffaele Vecchione, alias “WinesCritic.com”). Con una vendemmia 2022, giudicata a 5 stelle, il massimo del rating.
Annata precoce, con una primavera ed un inizio estate calde, ma con piogge nella media che hanno evitato fasi di particolare stress. Annata complessa e impegnativa ma che ha dato soddisfazione ai produttori. In particolare, ha spiegato la relazione illustrata dall’enologo Giovanni Capuano. in relazione alle conseguenze sullo sviluppo vegeto-produttivo delle viti, gli aspetti salienti del 2022 sono stati le elevate temperature medie di maggio, giugno e luglio, che hanno impresso una notevole accelerazione allo sviluppo vegetativo e accorciato alcune fasi fenologiche rendendo l’annata decisamente anticipata, e la distribuzione delle piogge; anche se il cumulo delle precipitazioni annuali di 662 mm è rientrato nella media del territorio poliziano, i primi 8 mesi dell’anno hanno, infatti, avuto una anomalia pluviometrica negativa del 38% e gli ultimi 4 mesi una anomalia pluviometrica positiva del 35%. La distribuzione delle piogge però è stata tale da riuscire a compensare il consumo idrico dei vigneti (evapotraspirazione) e, in generale, evitare l’instaurarsi di fenomeni di stress idrico. Le operazioni di raccolta si sono svolte nelle varie aree della denominazione in gran parte nella seconda quindicina di settembre. La produzione è stata quantitativamente più bassa rispetto alla media, ma decisamente più abbondante del 2021, e di grande qualità; alla raccolta le uve mostravano una buona contemporaneità tra maturazione tecnologica e maturità fenolica e un eccellente stato sanitario dovuto alla bassissima pressione di patogeni e parassiti. I vini del 2022, degustati dopo le fermentazioni malo-lattiche, presentavano colori molto intensi ed esprimono una notevole complessità aromatica. La concentrazione era molto buona e sostenuta da una tannicità abbondante, fine e piacevole, e da una media acidità. A livello analitico si rilevavano valori elevati di intensità e tonalità di colore, di alcool, di estratti e di polifenoli totali e valori medi di acidità e ph.
Di seguito, i migliori assaggi dello staff WineNews sull’annata 2022, la Riserva e Le Pievi 2021, tra i vini che hanno partecipato in all’Anteprima. Profumi fruttati con cenni di terra e qualche tocco affumicato per il Nobile di Montepulciano 2022 de Le Bertille, che trova il suo punto di forza in una bocca polposa, disinvolta e sapida, dal finale fragrante e ben profilato. Continua a mantenere il suo ruolo di punto di riferimento per l’intera denominazione il Nobile di Montepulciano 2022 di Boscarelli, che possiede naso dai tocchi affumicati, terrosi e fruttati ad anticipare una bocca di bella energia. Convince nella sua progressione gustativa il Nobile di Montepulciano Santa Caterina 2022 di Trerose (Angelini Wines & Estates), dai profumi intensi sul frutto e le spezie e dallo sviluppo gustativo solido ed articolato. Dal sorso agile e fragrante il Nobile di Montepulciano Redi 2022 della Vecchia Cantina, che propone anche profumi definiti e ben profilati. Su toni di china, grafite e frutti rossi i profumi del Nobile di Montepulciano La Spinosa 2022 de Il Molinaccio, che offre una bocca godibile e piacevolmente fruttata. Non delude mai, ma non è una novità, il Nobile di Montepulciano Vallocaia Riserva 2021 di Bindella, dai profumi che rimandano alla pietra focaia, alla terra e ai frutti rossi maturi, con tocchi tostati a rifinitura. La bocca, è solida, dai tannini saporiti e dal finale molto sapido. Sul fronte del progetto consortile “Pieve”(che, come detto, interessa 12 areali della denominazione: Argiano, Ascianello, Badia, Caggiole, Cerliana, Cervognano, Gracciano, Le Grazie, San Biagio, Sant’Albino, Vallardenga e Valiano), ormai in fase pienamente attuativa con la commercializzazione a gennaio dell’annata 2021, ad emergere il Nobile di Montepulciano Pieve Ascianello 2022 della cantina De’ Ricci, delicato nei profumi di piccoli frutti rossi, fiori di campo e tocchi affumicati e ferrosi, ad anticipare una progressione gustativa vivace e snella, dai tannini leggiadri e dal finale succoso e fragrante. Molto buono anche il Nobile di Montepulciano Pieve Caggiole 2021 di Poliziano, dai tratti aromatici fruttati e speziati e dalla bocca invitante, che mette assieme tannini ben calibrati e finale ampio e polposo. Dal naso che rimanda ai frutti e alle erbe aromatiche il Nobile di Montepulciano Pieve Cervognano 2021 de Le Berne, che alterna al palato tannini fitti e articolati ad un frutto piacevolmente sapido. Si fa notare anche il Nobile di Montepulciano Pieve Gracciano 2021 di Gracciano della Seta, dai profumi ariosi su rimandi floreali e leggermente tostati e dalla bocca gustosa e ben proporzionata.

Focus - “Dalla gelata del 1985 ad oggi: quale rapporto tra clima, viticoltura ed indotto turistico nel Comune di Montepulciano”
“Nel 1985 la “grande gelata”. Tra clima, viticoltura e paesaggio: il senso del cambiamento. Rispetto al periodo fresco e piovoso degli Anni Cinquanta - Ottanta del XX secolo, punteggiato dalle due grandi gelate del febbraio 1956 e del gennaio 1985 (che imposero sensibili modifiche alla viticoltura e all’olivicoltura) e da alcune grandi alluvioni (Polesine, Sicilia, Sardegna e Calabria 1951, Firenze 1966, Genova 1970), il clima è cambiato parecchio: sono aumentate le temperature di 1.5°C a livello di medie annue e di conseguenza è aumentato lo stress termico e lo stress idrico. Si è anche allungata e anticipata la stagione vegetativa il che mantiene un rischio sensibile di danni da gelate tardive; al contempo l’uva maura 10-15 giorni sfuggendo così più facilmente alla fase piovosa autunnale. Tutto questo ha spinto i viticoltori ad aumentare l’attenzione al vigneto in termini di adattamento al clima che cambia (penso alla gestione della chioma e dei trattamenti fitosanitari o alla genetica dei portinnesti). Un altro tema degno di riflessione è il legame profondo del clima con la viticoltura e l’ambiente. I paesaggi toscani sono profondamente umani, nel senso che l’opera dell’uomo vi agisce da decine di migliaia di anni. Tale azione è divenuta più significativa da quando 7.000 anni fa è giunta l’agricoltura e poi, 3.000 anni fa, con l’arrivo della viticoltura. Nasce a quei tempi la triade grano - riso- olivo su cui dall’epoca etrusca in avanti si è fondata la sicurezza alimentare delle nostre popolazioni. Cosa sarebbero i paesaggi toscani senza la componente atmosferica ? I paesaggi atmosferici sono cangianti e fatti di luce, nubi, sole e vento e gli artisti li hanno saputi cogliere nelle diverse epoche grazie alla sensibilità che li caratterizza. In sostanza vite-clima-paesaggi-arte in Toscana sono un tutt’uno e il borgo storico di Montepulciano ne è una delle espressioni più significative” (a cura del professor Luigi Mariani, Università degli Studi di Brescia e Museo di Storia dell’Agricoltura).

Focus - I numeri del Vino Nobile di Montepulciano
Il Vino Nobile di Montepulciano, un asset territoriale la cui economia è stimata in 1 miliardo di euro tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.200 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 390 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare questi vigneti, oltre 250 viticoltori (sono 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 81 associati al Consorzio dei produttori). Mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali.
Nel 2024, in linea con i numeri degli ultimi anni, sono state immesse nel mercato 6,7 milioni di bottiglie di Vino Nobile e 2,3 milioni di Rosso di Montepulciano. E il mercato dice che i valori tengono. L’export, nel 2024, ha rappresentato il 65,5% del totale (nel 2023 era stato il 66%), mentre il restante 34,5% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni della vendita diretta in azienda che, nel 2024, ha ormai superato il 35%. Per il mercato nazionale, inoltre, le principali vendite sono registrate in centro Italia (62%) e in particolare in Toscana per il 42%. Al Nord viene venduto il 33% e al Sud il 5,30%. Per l’estero la torta è divisa a metà tra Europa e Paesi extra Ue. In America (tra Nord e Sud) va il 35% dell’export, in Europa (esclusa Italia) il 29,2%. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 37% della quota esportazioni. In crescita continua, anche sul 2023, è quello degli Stati Uniti, arrivato a rappresentare il 28% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano. Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 5% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio che, nel panorama italiano, vale il 44,7% delle vendite, mentre a livello internazionale rappresenta oltre il 50% delle vendite complessive.

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