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IDEE DI TERRITORIO

Il Vino Nobile di Montepulciano tiene sul mercato, e punta all’alto di gamma con le “Pievi”

Le sottozone in etichetta debuttano con l’annata 2021. E secondo il 60% degli operatori dovrebbero andare a scaffale tra 40 e 70 euro a bottiglia
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Il Tempio di San Biagio (una delle 12 “Pievi”) circondato dai vigneti di Montepulciano

La “zonazione” e le Unità Geografiche Aggiuntive sono una strada che, aperta per prima da Barbaresco e Barolo, e poi seguita da altri territori come Chianti Classico, Soave, Alto Adige e non solo, viene percorsa da quei territori che puntano ad innalzare ancora di più l’asticella della loro qualità, e ridisegnare la piramide qualitativa della loro produzione. Così è anche per le “Pievi”, le 12 sottozone disegnate dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano (Ascianello, Badia, Gracciano, Caggiole, Le Grazie, Cerliana, Cervognano, San Biagio, Sant’Albino, Sant’Ilario, Valiano e Valardegna), che, con il 2025, debuttano sul mercato (con la vendemmia 2021). E che si dovrebbero porre subito nell’alto di gamma, visto che, per il 60% degli operatori (ristoratori, enotecari e addetti alla distribuzione), le bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano Pieve dovrebbero andare a scaffale tra i 40 ed i 70 euro, e, per il 17%, addirittura da 70 ad oltre 100. A dirlo l’indagine, commissionata a Nomisma dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, guidato da Andrea Rossi, in vista dell’Anteprima, di scena il 15 e il 16 febbraio, nella “perla del Rinascimento” toscano, con il debutto dell’annata 2022 e, appunto, della Riserva e delle Pievi, con la 2021.
Pievi che, oltre ad un disciplinare più “severo” rispetto alle altre tipologie (massimo di 70 quintali per ettaro, l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese almeno all’85%, e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice e provenienti da vigneti di almeno 15 anni di vita, tre anni di maturazione, obbligatori 12 mesi in legno e 12 in bottiglia), tra i punti di forza messi in evidenza da Nomisma, secondo gli operatori, hanno la “forte identità e tradizione di Montepulciano incarnata da questo nuovo progetto (31%), la qualità superiore attesa (20%) e il prestigio del marchio (12%). Tra i punti di forza del disciplinare “Pieve”, secondo il campione preso in analisi da Nomisma, l’identità delle singole Pievi (23%), l’esperienza gustativa di questo nuovo vino (18%) e la storia del terroir che lo rappresenta.
Una nuova tipologia, quella delle Pievi, che dovrebbe debuttare, dunque, con una rivendicazione di 600.000 bottiglie, il 10% del Vino Nobile di Montepulciano, un asset territoriale la cui economia è stimata in 1 miliardo di euro tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.200 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 390 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare questi vigneti, oltre 250 viticoltori (sono 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 81 associati al Consorzio dei produttori). Mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali.
Nel 2024, in linea con i numeri degli ultimi anni, sono state immesse nel mercato 6,7 milioni di bottiglie di Vino Nobile e 2,3 milioni di Rosso di Montepulciano. E il mercato dice che i valori tengono. L’export, nel 2024, ha rappresentato il 65,5% del totale (nel 2023 era stato il 66%), mentre il restante 34,5% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni della vendita diretta in azienda che, nel 2024, ha ormai superato il 35%. Per il mercato nazionale, inoltre, le principali vendite sono registrate in centro Italia (62%) e in particolare in Toscana per il 42%. Al Nord viene venduto il 33% e al Sud il 5,30%. Per l’estero la torta è divisa a metà tra Europa e Paesi extra Ue. In America (tra Nord e Sud) va il 35% dell’export, in Europa (esclusa Italia) il 29,2%. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 37% della quota esportazioni. In crescita continua, anche rispetto al 2023, è quello degli Stati Uniti, arrivato a rappresentare il 28% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano. Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 5% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio che, nel panorama italiano, vale il 44,7% delle vendite, mentre a livello internazionale rappresenta oltre il 50% delle vendite complessive.

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