“Il vino non è la porta d’ingresso dei più giovani al consumo e all’abuso di alcolici”. Si conclude così il rapporto della Mission d’Evaluation et de Contrôle de la Sécurité Sociale (Mecss), curato dai senatori della Repubblica francese Yves Daudigny e Catherine Deroche.
Un’ottima notizia per i vigneron d’Oltralpe, perché stando così le cose non scatterà alcun aumento delle imposte, come invece previsto in un primo momento, giustificandolo come copertura dei costi sociali e sanitari causati dall’alcolismo. Di cui, però, il vino non è considerato direttamente responsabile. E non potrebbe essere altrimenti, in un Paese che, solo poche settimane fa, ha riconosciuto ufficialmente il nettare di Bacco e la vite come patrimonio nazionale.
Fondamentale, nelle conclusioni della Mecss, l’aspetto che riguarda le occasioni di consumo, per lo più legate alla tavola, ed ai pasti, che ne limitano considerevolmente i rischi. Del resto, però, come ricordano proprio Yves Daudigny e Catherine Deroche, “l’eccezione fiscale riservata al vino ha molto più a che fare con l’importanza economica e culturale del settore nel Paese, che con le considerazioni sulla salute”.
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