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IL VINO PIACE AI TURISTI HI-TECH. LA TOSCANA REGIONE PREFERITA DAI TURISTI ENOGASTRONOMICI … ECCO L’INDAGINE NAZIONALE SUL TURISMO ENOGASTRONOMICO, CONDOTTA PER IL COMUNE DI TERRICCIOLA, DALLA SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA E DAL “GAMBERO ROSSO”

Dove va il turismo enogastronomico e come indirizzare le proprie politiche di sviluppo territoriale? Il piccolo Comune di Terricciola (Pisa) si è associato, con due “grandi” realtà, la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e il Gambero Rosso per capirlo. Ne è nata così un’indagine, realizzazione dalla professor Maria Francesca Romano (con interviste fatte con i palmari e via web, con l’invio di un questionario agli iscritti al “Girone dei Golosi” del Gambero Rosso; i questionari compilati e restituiti sono stati 9367), molto interessante, una delle prime in Italia (ma su questo tema si sono già cimentati Censis, Vinitaly ed anche WineNews) che cerca di analizzare i comportamenti dei vacanzieri collegandoli ai loro stili di vita abituali - cosa e come mangiano durante l’anno, come vivono e pensano il vino, ma anche che rapporto hanno con argomenti apparentemente lontani come i computer e le nuove tecnologie. Il risultato è una fotografia dei potenziali turisti enogastronomici italiani che rivela quattro “tipi da vino”, dove la familiarità e l’uso delle nuove tecnologie (da internet, al computer, a strumenti più sofisticati o nuovi come il palmare o l’ipod) delineano una sorta di confine fra chi ama il vino e chi invece non ne è interessato.

Ecco, dunque, i quattro profili in dettaglio, considerando che le quattro tipologie sono trasversali per sesso, età e distribuzione geografica:

Gli enoturisti da sagra (26.5%): sono persone con competenze tecnologiche medie, poco attente all’informazione enogastronomica sui media tradizionali e poco interessate alla qualità del cibo, tipi da panino veloce al bar. In media fanno 17.2 giorni di vacanze l’anno di cui 3.9 di vacanze enogastronomiche. Pensano e vivono il vino come fattore di socializzazione, da bere fra amici, senza badare troppo “all’annata”.
Gli enoturisti da degustazione (25,1%): si tratta di persone che, nella vita di tutti i giorni, usano molto le tecnologie (e infatti sono quelli che acquistano più sul web anche il vino e i prodotti tipici), ma sono comunque anche attenti all’enogastronomia sui media tradizionali. Sono coloro che curano di più la qualità del cibo, leggono le etichette, amano il biologico e possibilmente comprano direttamente dai produttori. In media fanno 19 giorni di vacanze l’anno dei quali 5,6 sono dedicati all’enogastronomia e comunque durante l’anno sono coloro che viaggiano di più per motivi di lavoro. Il vino per loro è cultura e rapporto con il territorio.
Gli enoturisti per caso (27%): qui siamo in una situazione ibrida, sono persone che oscillano fra il primo e il secondo tipo e che si collocano in una situazione intermedia in molte delle categorie analizzate: propensione all’uso della tecnologia, acquisti sul web e attenzione alla qualità del cibo. Fanno meno vacanze di tutti gli altri: 16.9 giorni all’anno di cui 4.2 dedicati all’enogastronomia.
Gli enoturisti astemi (21,4%): questa tipologia è quella che si stacca decisamente dalle altre tre. Non sono persone “hi-tech”, per quanto riguarda l’enogastronomia seguono soprattutto i media tradizionali e non sono interessati al vino al quale preferiscono i prodotti tipici. Trascorrono in media 17.8 giorni di vacanza all’anno di cui 4.9 dedicati alla gastronomia.

Le mete preferite
Gli intervistati considerano la Toscana la meta preferita per le loro vacanze enogastronomiche e vi trascorrono più giorni; al secondo e terzo posto si piazzano l’area Veneto-Trentino-Friuli e la Sicilia. Leggermente diversa la classifica che riguarda le vacanze “generiche”: vince per numero di giorni il Veneto-Trentino-Friuli, seconda la Toscana e terze ex-equo la Sicilia e la Sardegna. La vacanza in Toscana è amata soprattutto dalle coppie e i giorni medi di soggiorno l’anno sono circa 8, trascorsi soprattutto in albergo. Il voto in pagella per Toscana è un 8 abbondante, anche se le critiche più frequenti sono i prezzi alti, i servizi (come ad esempio i parcheggi) non sempre all’altezza e una certa “ruvidità” dei toscani (nello specifico ci sono anche due classifiche di gradimento per provincia, dove vince Siena; Pisa è seconda) e per aree geografiche, dove chiaramente le zone del vino sono in testa.

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