La viticoltura di Borgogna riscopre la propria storia, grazie alla passione ed al lavoro di uno dei suoi protagonisti, Aubert de Villaine, co-proprietario della cantina simbolo del territorio, Domaine de la Romanée-Conti. De Villaine, con i suoi studi, vuol far rivivere un vino che si produceva nel piccolo comune di Talant, non lontano da Digione, ai limiti della Borgogna, nel lontano 1209, quando il duca Eudes II decise di piantare 150 ettari di vigneti, distrutti quasi completamente dalla fillossera nella seconda metà dell’Ottocento.
Ma nel 2009, l’enologo Christophe Bouvier ha comprato meno di un ettaro di vigneti sulle colline di Talant, dove ha iniziato a produrre Borgogna bianco, ispirando un altro produttore, famoso per i suoi Crémant di Borgogna, Maison Louis Picamelot, che a dicembre 2015 ha comprato dal comune di Talant i diritti per piantare 2 ettari di vigna (1,2 di Chardonnay e 0,8 di Pinot Nero) dove produrre il Crémant di Talant. Un progetto portato a compimento proprio grazie al contributo di Aubert de Villaine, ed al ruolo che ricopre, quello di presidente dell’associazione dei Climats du Vignoble de Bourgogne, che ha individuato il patrimonio viticolo di Talant, facendolo rientrare nella denominazione dei Créman di Borgogna, visto anche che il piccolo comune è all’interno dei confini della Borgogna così com’è stata classificata dall’Unesco.
L’obiettivo, adesso, come racconta il magazine Uk “Decanter” (www.decanter.com), è quello di arrivare entro il 2020 a 10 ettari vitati, da cui produrre non solo Crémant, ma anche Pinot Nero.
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