Il vino sta finendo, ma la sete, in tutto il mondo, è ancora tanta, e il rischio adesso è di non riuscire a soddisfarla. L’allarme arriva da una fonte autorevole, è infatti il risultato di una ricerca voluta dalla banca d’affari Usa Morgan Stanley, che sottolinea come all’appello manchino 300 milioni di casse l’anno (se ne producono, in media, 2,8 miliardi) e la situazione non potrà che peggiorare. Le responsabilità maggiori sono della vecchia Europa, centro nevralgico cuore pulsante dell’universo vino, dove, però, nel 2012 la raccolta ha fatto segnare il peggior risultato dal 1960, con un preoccupante -10% (ed un’incidenza enorme, visto che da qui arriva sui mercati circa metà della produzione complessiva), a fronte di un calo globale, dettato da un meteo a dir poco pessimo, del 5%.
Nello stesso periodo, però, la produzione è aumentata dell’1%, ed il trend è ormai consolidato, specie grazie a due Paesi chiave: la Cina, che grazie ad un continuo innalzamento delle condizioni di vita dei proprio popolo ha sempre più possibilità, e gli Usa, una realtà solida, che cresce costantemente del 2%. Di fronte a tutto ciò, però, le aree vitate dei tre maggiori Paesi produttori è andato riducendosi, dal 2000 al 2013, in maniera costante ed inarrestabile, tanto che Spagna, Francia e Italia, che rappresentavano insieme il 38,3% del vigneto mondiale, oggi “valgono” il 34,2%, ossia milioni di ettari in meno. A crescere, e quasi a raddoppiare il proprio peso, è invece la Cina, vista da molti come una minaccia ma, se davvero non c’è abbastanza vino per tutti, forse è un bene che, quantitativamente, il Paese del Dragone cerchi una propria autosufficienza. Anche perché, nonostante una raccolta abbondante come quella di quest’anno (che comunque da sola non è certo in grado di invertire la tendenza), gli Usa continuano a produrre solo l’8% del vino di tutto il mondo (ed a consumarne il 12%), mentre i Paesi del nuovo mondo enoico, come Argentina, Cile, Australia, Nuova Zelanda, contano, insieme, per meno del 30%, e non danno l’impressione di riuscire a crescere abbastanza da tenere il passo dei due giganti, Usa e Cina, che, nel 2016, consumeranno 400 milioni di casse di vino a testa, stando almeno alle previsioni di Tom Kierath e Crystal Wang, i due analisti che hanno curato la ricerca di Morgan Stanley.
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