02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“IMU” SEMPRE PIÙ PESANTE PER L’AGRICOLTURA ITALIANA (MA ANCORA “WORK IN PROGRESS”). AUMENTI E NUOVE TASSE SU IMMOBILI E SCADENZE ANTICIPATE. MA ALLA LUNGA, PER I TERRITORI CON AGRICOLTURA A ALTO VALORE AGGIUNTO, POTREBBE ESSERE UN’OPPORTUNITÀ, SE ...

Italia
Imu anche sui vigneti

Premessa: tutto è ancora “work in progress”. Ma non sembrano esserci alleggerimenti sostanziali per l’agricoltura italiana dagli emendamenti alla manovra Monti presentati fino ad ora (situazione in costante e frenetica evoluzione, ndr). Anzi, se possibile, le cose si fanno ancora più dure. Se il moltiplicatore per il calcolo della base imponibile dei terreni agricoli, portato a 120, sembra poter scendere a 110 (ma solo per gli agricoltori iscritti alla previdenza agricola - spiega il senatore Pdl Paolo Scarpa Bonazza Buora, presidente della Commissione Agricoltura del Senato - mentre salirebbe a ben 130 per tutti gli altri, cioè imprenditori agricoli professionali, società, proprietari di beni affittati, e tutti allo stesso livello), si aggiunge il fatto che non solo gli immobili rurali (categorie A/6 abitativi, e D/10 strumentali) fino ad oggi esenti, dovranno pagare l’Imposta Municipale Unica. Anche i fabbricati fino ad ora censiti al catasto dei terreni, la cui tassazione era quindi già compresa in quella dei terreni stessi, dovranno invece essere accatastati al catasto edilizio urbano (e quindi pagare la relativa tassa), entro il 30 novembre 2012. Ovvero, per le organizzazioni agricole, pagare una doppia tassa. Non solo: sparisce anche la proroga per l’accatastamento degli immobili rurali che ne hanno i requisiti, fissata in prima battuta al 31 marzo 2012, che si trasforma in “moratoria” delle domande presentate oltre i termini fissati in origine dalla legge 106/2011, al 30 settembre 2011, a patto che siano già pervenute agli uffici competenti entro e non oltre la data di entrata in vigore della legge di conversione della manovra. Tradotto: c’è tempo per far arrivare le domande di accatastamento dei fabbricati rurali che ne hanno i requisiti fino al giorno in cui il dl Monti sarà convertito in legge, ovvero, probabilmente, prima di Natale.
Una botta notevole per l’agricoltura italiana, soprattutto per quei territori in cui si concentrano colture a basso valore aggiunto, con margini di redditività già compressi al massimo. L’unica lettura positiva possibile, al momento, vale per qui territori in cui l’agricoltura genera prodotti ad alto valore aggiunto, come il vino di alto pregio, dove le risorse raccolte con l’Imu, che per metà vanno allo Stato e per metà ai Comuni, possono diventare utili per azioni di investimento, di promozione e di sviluppo dei territori stessi e dei servizi (infrastrutture, restauro di monumenti e così via) che, a lungo termine, potrebbero avere ricadute positive anche sulle stesse aziende agricole.

Focus - Le parole del Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania
Nel rispetto dei saldi, sul subemendamento al dl relativo alla fiscalità che riguarda le imprese agricole, il sostegno da parte del governo è incondizionato”. Lo ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania in audizione davanti alla Commissioni Agricoltura di Senato e Camera. “L’andamento dei lavori parlamenti non mi da tuttavia la certezza che il subemendamento possa essere recepito” ha aggiunto Catania osservando che il subemendamento presentato “migliora la precedente formulazione nella differenzazione delle posizioni tra il mero possessore di terreni agricoli, il possessore conduttore iscritto alla previdenza agricola e vi introduce una tripartizione facendo salva la figura di chi pur essendo imprenditore agricolo tuttavia non è iscritto alla previdenza di settore. Una riformulazione migliorativa - ha concluso il Ministro - sotto molti aspetti”. Il punto cui si riferisce Catania è relativo al diverso moltiplicatore dell’Imu per i terreni agricoli che differenzia tra le varie figure, tra chi è meramente proprietario e che ne é invece anche conduttore e, quindi, trae reddito dall’attività agricola.

Focus - Le reazioni delle organizzazioni agricole
Confagricoltura
Da una prima lettura del testo all’esame della Camera, nel maxi-emendamento alla manovra, risultano ulteriori elementi peggiorativi per l’agricoltura; si prevede infatti l’applicazione dell’Imu anche ai fabbricati iscritti al catasto terreni. Sconcerta poi il venir meno, di fatto, della proroga che consentiva le procedure di regolarizzazione attraverso l’accatastamento (comma 21 dell’art. 14).
“Si parla - commenta Confagricoltura - di milioni di fabbricati rurali il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni e che oggi subirebbero una duplicazione di imposta. Le dimensioni economiche del prelievo sono al momento difficilmente valutabili, ma si possono ritenere vicine al miliardo di euro di ulteriori tasse. Ci attendevamo una più attenta valutazione del capitolo fiscale riguardante le nostre imprese, invece più che di una coscienziosa riconsiderazione delle necessità dell’agricoltura sembra si sia tenuto soprattutto presente l’esigenza di far cassa, colpendo un settore già fragile e che non ha avuto alcun incentivo per lo sviluppo”. La riduzione del moltiplicatore per stabilire la base imponibile dei terreni agricoli (da 120 a 110, a fronte dell’attuale coefficiente pari a 75) viene considerata da Confagricoltura: “Una misura quasi irrilevante che non dà alcun sollievo ad un settore fortemente penalizzato dalla manovra”.
“Qui non si tratta - spiega il presidente Mario Guidi - di accontentare gli agricoltori con uno sconto del 10% sulla base imponibile. E’ l’intero impianto dell’imposizione fiscale sui terreni, ma soprattutto sui fabbricati strumentali all’attività agricola, che risulta iniqua e punitiva per le imprese del settore. Se poi fosse vero che si sta valutando la possibilità di una Imu separata per la sola proprietà è facile prevedere un incremento dei costi per i contratti di affitto”. E sulla proposta del Ministro Catania di una duplice fiscalità per chi è semplicemente possessore di terreni agricoli e chi ne fa oggetto di lavoro, afferma: “è una proposta abbastanza irrealistica. Dubito, ma lo sto facendo verificare, che abbia una base costituzionale avere una duplice fiscalità sulla base di una stessa tipologia di bene; è come se ci fossero due tipi di tassazione solo perché esiste una categoria diversa da un’altra”. Per il presidente questa ipotesi comunque non porterebbe vantaggi reali al sistema agricolo perché gran parte dell’agricoltura si svolge in terreni in affitto. “E’ facile considerare che un incremento della tassazione sulla proprietà si riverserebbe sul valore degli affitti - precisa Guidi - parliamo tanto di far crescere la maglia dimensionale del settore e questa operazione mi sembra che vada davvero in controtendenza. Questa manovra - conclude Guidi - che è una patrimoniale nascosta sui sistemi agricoli, viene fatta senza avere il sostegno dei numeri e delle proiezioni: i fabbricati rurali oggi sono inseriti nel reddito dei terreni, quindi non esiste una base imponibile catastale su cui realizzare i calcoli; presumo ci sia quindi un extragettito per lo Stato assolutamente ingiustificato e una duplice tassazione per gli agricoltori, come se fossero i nuovi ricchi di questa Italia in crisi non avendo né aerei né barche ma solo terreni per produrre il made in Italy”.
Cia - Confederazione Italiana Agricoltori
E’ un duro colpo per le imprese agricole. Già il documento varato il 4 dicembre scorso conteneva misure penalizzanti per l’agricoltura, ma ora i provvedimenti del maxi-emendamento alla manovra economica del governo Monti sono addirittura peggiorativi per il settore e rischiano mandare in rosso i bilanci di migliaia di aziende. Un fortissimo aggravio dei costi, attualmente molto onerosi, dovuto soprattutto all’articolo che anticipa l’introduzione dell’Imposta municipale e che conferma l’assoggettamento dei fabbricati rurali abitativi e strumentali, sulla base delle aliquote previste nel testo originario. Mentre si va nella giusta direzione per i terreni agricoli per i quali, con l’abbassamento del moltiplicatore, c’è stato un riconoscimento del lavoro del produttore, anche se è ancora insufficiente. Lo sottolinea la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori preoccupata per i riflessi che gli interventi di carattere fiscale avranno per i produttori i quali vivono una situazione difficile che nell’immediato futuro sarà ancora più grave.
Le modifiche apportate dal maxi-emendamento, frutto della discussione parlamentare, prevedono, infatti, un ulteriore onere a carico degli agricoltori possessori di fabbricati rurali, costretti ad accatastare gli immobili entro il prossimo 30 novembre 2012. Il che - afferma la Cia - comporterà un costo significativo per il settore stante il numero rilevante di fabbricati ancora presenti, legittimamente, nel catasto terreni.
A questo si aggiunge - ribadisce la Cia - la beffa dell’abolizione della disposizione di proroga che consentiva la regolarizzazione dei fabbricati rurali entro il 31 marzo 2012. E tutto ciò, inevitabilmente, riaccenderà il contenzioso, peraltro mai sopito, con i comuni per l’applicazione dell’Ici sui fabbricati rurali con categoria catastale diversa dall’A/6 e dal D/10 per le annualità pregresse. Un problema che, invece, la norma abrogata si era proposta di evitare.
Diverso il giudizio - spiega la Cia - sui terreni. Con la decisione presa, anche se insufficiente, s’intraprende un percorso teso a dare valore all’attività imprenditoriale di chi vive esclusivamente di agricoltura. Ovviamente l’abbassamento a 110 del moltiplicatore da applicare ai redditi dominicali è solo il primo passo di un percorso che va necessariamente proseguito.
Pur consapevole della gravità della situazione economica e finanziaria del nostro Paese e dell’esigenza di un’equa linea di rigore, la Cia non può non manifestare il suo malcontento per i provvedimenti verso l’agricoltura. Si chiedono pesanti sacrifici alle aziende che oggi sono oppresse da costi produttivi (ultimo quello del rincaro delle accise per il gasolio) e previdenziali notevoli. Costi che, oltretutto, non sono per nulla controbilanciati da interventi a sostegno della crescita imprenditoriale che si pone quanto mai urgente.
Coldiretti
E’ il senso di responsabilità e il bene che vogliamo a questo Paese che ci ha portato a non manifestare in piazza di fronte alle iniquità che questa manovra riserva al settore agricolo. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. L’emendamento che prevede la differenziazione sostanziale del trattamento fiscale di chi il terreno lo usa per vivere e lavorare rappresenta un primo segnale che - ha sottolineato Marini - dovrà però essere esteso come principio e rafforzato nei numeri. E’ evidente che finita “l’emergenza manovra” dovremmo aprire un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale, una leva competitiva formidabile per il Made in Italy nel mondo. Ruolo che - ha concluso Marini - evidentemente a troppi ancora sfugge.
Copagri
“Occorre che ci si renda conto che dalle aziende agricole italiane non c’è più niente da spremere - commenta il presidente di Copagri, Franco Verrascina - gli agricoltori non sono più in grado di pagare e se si vuole che anche questo settore, come ha sempre fatto, continui a fare la sua parte nell’interesse del Paese servono misure sostenibili affiancate da interventi per lo sviluppo. Il Governo deve capire che la categoria dei produttori non è tra quelle detentrici di grandi patrimoni finanziari, tutt’altro, e la linea di sole tasse che si sta portando avanti porterà inevitabilmente ad aggiungere altre decine di migliaia di aziende alle già troppe che hanno chiuso negli ultimi anni. A tale proposito la riduzione del moltiplicatore per il calcolo della tassazione dei terreni agricoli è qualcosa di assolutamente impalpabile, mentre ad esempio pende sempre la scure dell’assurda imposta sui fabbricati rurali che, ribadiamo, sono strumentali all’attività di produzione agricola, e l’aumento delle accise sui carburanti, che indirettamente innalza il monte costi delle aziende”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024