La lotta alla contraffazione, un fenomeno che in Cina coinvolge, secondo gli esperti del settore, il 40% delle bottiglie vendute (perlopiù al mercato nero). Ecco perché, anche al Vinexpo di scena a Bordeaux, gli operatori della filiera, si sono incontrati per trovare soluzioni efficaci e condivise, guardando con sempre più convinzione alle soluzioni offerte dalla tecnologia, a partire dal Qr Code. Certo, “da parte delle autorità di Pechino, oggi, c’è un’attenzione maggiore - spiega il direttore di Vinexpo Robert Beynat - e grande collaborazione, a differenza di quanto accadeva 10 anni fa”, ma, da sola, non basta. Serve, per l’appunto, l’apporto della tecnologia, come sostiene Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione senza scopo di lucro GS1, per cui la soluzione potrebbe essere nel Qr Code, che consente, con uno smartphone ed una connessione ad internet, di ottenere tutte le informazioni sulla vita della bottiglia, in modo che qualsiasi incongruenza, soprattutto geografica, salterebbe immediatamente all’occhio.
“Si tratta, semplificando, di trasferire una soluzione già imposta per legge dall’Europa sui medicinali, ad un prodotto diverso, come il vino” spiega il Ceo di GS1 Francia Pierre Georget, che ricorda anche come “altri tipi di marchio o certificazione, un giorno o l’altro, potrebbero essere benissimo contraffatti, per questo l’unica soluzione è quella di avere accesso continuamente alle informazioni di qualsiasi vino prodotto proprio attraverso il Qr Code”. Una soluzione importante anche contro i rischi sanitari, visto che le dogane sono già attrezzate e che per il consumatore finale sarebbe la garanzia di qualità più semplice da consultare.
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