
In Franciacorta finisce un’epoca: dopo 7 anni termina la presidenza di Maurizio Zanella, il patron di Ca’ del Bosco, alla guida del Consorzio dal 2009, e adesso il testimone passa ad un altro protagonista del successo del metodo classico lombardo, Vittorio Moretti, a capo del gruppo Terra Moretti, che nel 1977 ha fondato Bellavista, oggi una delle etichette di maggior prestigio di Franciacorta, affiancata nel 1987 da un’altra griffe, Contadi Castaldi, senza dimenticare l’apporto decisivo all’enoturismo, con il fiore all’occhiello di tutta la denominazione, l’Albereta, tra i resort più belli d’Italia, che tra i fornelli è riuscito a portare persino Gualtiero Marchesi.
Volgendo lo sguardo all’indietro, emerge l’enorme crescita della denominazione, tra il 2009 ed oggi, sottolineata dallo stesso Zanella nel suo commiato: dal numero di bottiglie prodotte, passato da 9 a 16 milioni, al bilancio consortile, cresciuto dai 2,8 milioni di euro del 2009 ai 5 del 2015, è nei numeri che è cambiata la Franciacorta. Un percorso sul quale si innesterà, inevitabilmente, il mandato del nuovo presidente, come ha voluto ricordare Vittorio Moretti: “abbiamo condiviso un percorso che ha dato solidità e anche appeal al nostro territorio. Io proseguirò con lo stesso metodo: da una parte approfondiremo sempre di più i valori di fondo della viticoltura e dell’enologia, con una particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio, dall’altra diffonderemo nel mondo i valori immateriali che sono legati a questo grande prodotto che ha fatto dello “stile di vita all’insegna dell’eccellenza” la sua prima leva di comunicazione”.
“C’è una sola, breve, sintetica, frase, che può racchiudere il mio pensiero - continua Moretti - e forse anche il mio mandato: “fare tutto il possibile, e anche l’impossibile, affinché tutto il mondo possa dire che in Franciacorta si respira la stessa aria”. E questo significa che i valori che noi abbiamo attribuito al prodotto - e sono valori molto ambiziosi perché parliamo di “eccellenza”, di eleganza, di raffinatezza - dovranno sempre di più riflettersi in tutto ciò che ci circonda: a partire dalla vigne, che dovranno essere esemplari, per arrivare alla gente che vive e lavora in Franciacorta, alla loro consapevolezza di far parte di un mondo diverso, e per molti aspetti migliore e più godibile rispetto a quello che ci circonda, e poi ancora al paesaggio, alla natura, all’aria stessa, e questo è un tema di grande attualità che fa già parte di un nostro preciso impegno a tutela della salubrità dell’aria”.
Focus - Le linee programmatiche del mandato di Vittorio Moretti
“Le mie linee programmatiche - spiega il neo presidente del Consorzio Franciacorta - sono tre semplicissimi valori: verità, giustizia e bellezza. Verità, per noi della Franciacorta, significa trasparenza sulla filiera di produzione, coerenza con la vocazione del territorio, esaltazione di tutto ciò che è profondamente autentico (le nostre radici culturali, la nostra storia che va recuperata e diffusa anche nelle scuole), e, per toccare un tema molto commerciale, coerenza tra il valore del prodotto e il prezzo di mercato. Giustizia - prosegue Moretti - è un punto che coinvolge il rapporto tra i piccoli produttori e i grandi produttori, tra i padri fondatori e i giovani che verranno dopo di noi e che giustamente hanno il desiderio di emergere. Ho in mente di mettere in pratica un preciso programma, ed una precisa commissione, che si farà interprete dei desideri e delle attese che i piccoli produttori ripongono nel territorio. La giustizia sarà anche quella di condividere sempre di più le responsabilità e la visibilità : io non sarò un presidente presenzialista, ma sarò un presidente che vi stimolerà al cambiamento, all’innovazione, al coraggio oltre che alla fiducia. La giustizia è anche quella di rendere il più possibile diffuso il benessere che sino ad oggi abbiamo costruito. Questo benessere deve diventare un patrimonio comune, deve diventare “l’aria che respiriamo”. La bellezza, infine, come obiettivo molto ambizioso che dovrà portarci a diventare innanzitutto una vera e propria meta turistica, per poi ambire al massimo riconoscimento di una “Franciacorta Patrimonio dell’Umanità”. Infine - conclude Vittorio Moretti - la bellezza come soddisfazione di raggiungere tutti i luoghi di consumo eccellenti del mondo creando in questi luoghi vere e proprie Ambasciate che ci possano rappresentare nella quotidianità.
Focus - Il commiato del presidente uscente, Maurizio Zanella
“Il Franciacorta è di gran lunga la prima denominazione di origine italiana in questa tipologia -spiega il presidente uscente del Consorzio, Maurizio Zanella, nel suo discorso - ed ovviamente non parlo solo dimensionalmente. Gli sforzi fatti da tutti noi, insieme, hanno portato ai risultati che oggi conosciamo: risultati di immagine, ma anche e soprattutto di sostanza, che passano per progetti come lo studio di un nuovo logo che rimandasse immediatamente all’unione di intenti e di passioni che ci contraddistingue che è stato e dovrà continuare ad essere il nostro principale valore: l’immagine coesa di un vino ma soprattutto della sua comunità e del suo territorio, tutto questo è il brand Franciacorta. Quindi - prosegue Zanella - abbiamo commissionato due sondaggi alla società AstraRicerche, dai quali è emerso che gli italiani oggi conoscono il nostro vino e lo apprezzano, a conferma che il nostro lavoro, sia sul prodotto che sulla comunicazione, ha raggiunto i risultati che ci attendevamo e ci ha incoraggiati a proseguire con rinnovato entusiasmo. Ma saremmo stati miopi se avessimo lavorato solo sulla comunicazione, così come se avessimo pensato solo al prodotto”.
“Abbiamo lavorato invece con rigore - dice ancora il presidente uscente del Franciacorta - affinché la notorietà e la qualità dell’uno alimentasse la fama e il fascino dell’altra. Così, sul fronte dei numeri, i nostri sforzi ci hanno premiato: sono aumentati i soci tra gli imbottigliatori (100 nel 2009; 113 nel 2015) e tra i viticoltori (88 nel 2009, 98 nel 2015); venderemo quasi 16 milioni di bottiglie nel 2015, mentre erano meno di 9 milioni nel 2009 quando ancora si parlava di fascette. Ed i risultati parlano chiaro anche a livello economico, grazie allo sforzo di tutti che ci ha consentito di avere finalmente a disposizione un bilancio, con cui potremo tutelare e valorizzare adeguatamente la nostra Denominazione. Se il 2009 chiudeva con un bilancio consortile di 2.868.100 di euro, nel 2015 chiuderemo intorno a 5.096.100 di euro. Di questa cifra, l’86.2 % è stata destinata alla valorizzazione del brand, rispetto al 74,6% del 2009. La restante parte si suddivide tra quote destinate alla tutela e alla filiera (8,2 % oggi; 18,1% nel 2009) e il servizio ai soci (5,6% oggi; 7,3% nel 2009)”.
“Inoltre l’Osservatorio Economico, struttura interna al Consorzio istituita quattro anni fa, raccoglie i dati in maniera sistematica e certificata con numeri reali e non da dichiarazioni “spontanee” delle aziende associate, un progetto dedicato alla conoscenza ed alla verifica dell’andamento delle vendite necessario per avere una “fotografia” del mondo Franciacorta per meglio pianificare il futuro. Ma i numeri - continua Zanella - non sono tutto, e una delle sfide che ci si pongono non è certo quella della quantità, ma piuttosto quella della qualità, che ormai ci viene unanimemente riconosciuta. Così, ci siamo mossi da subito per migliorare la qualità dei nostri vigneti, che nonostante la giovane età di un terzo di essi, offrono uve eccellenti per vini che migliorano di anno in anno e che sempre più frequentemente entrano nelle classifiche mondiali delle più autorevoli guide di settore. Il rispetto dell’ambiente per noi produttori inizia dall’ attività in vigna, per questo abbiamo promosso concretamente una viticoltura sostenibile e abbiamo realizzato progetti come ITA.CA per misurare l’impronta carbonica “lasciata” nell’ambiente dalla produzione e ridurla. Più recentemente - conclude il patron di Ca’ del Bosco - abbiamo applicato ai nostri vigneti un innovativo progetto, sviluppato in partnership con il Cirve - Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Padova, grazie al quale analizziamo i flussi di CO2 sul vigneto stesso”.
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