Mentre la Cina cerca di costruire una industria vinicola nazionale di qualità, con le inevitabili difficoltà di un percorso, una regione, quella di Ningxia, una delle più importanti per la viticoltura, sta adottando provvedimenti nel tentativo di garantire la qualità. Come quella di “copiare” il modello di classificazione della “Classement des Vins de Bordeaux del 1855”. I primi criteri? Le cantine devono produrre almeno 4.000 casse di vino, possedere 13 ettari di vigneti, utilizzare almeno il 75% di uve della Regione, e l’85% della stessa varietà e della stessa annata indicata sulla bottiglia.
Le regole sono evidentemente diverse da quelle francesi, datate 1855, e ogni due anni è previsto un aggiornamento delle posizioni aziendali della classifica. Si spera in questo modo che il sistema riconoscerà e incoraggerà le cantine del Ningxia a migliorare costantemente la qualità dei vini e ad aiutare i consumatori a compiere una scelta informata.
Situata nella Cina centrale, a circa due ore di volo da Pechino, lo Ningxia conta attualmente su più di 100 aziende vinicole, e le 10 aziende vinicole che hanno guadagnato lo status principale nella classifica 2013 sono: Xixia King, Chateaux Yuanshi, Helan Qingxue, Bacco, Yuange, Changyu Moser XV, Lanyi, Yuhuang, Leirenshou e Chengcheng. Secondo gli esperti che seguono l’evoluzione del vino cinese, questo tipo di sistema di garanzia della qualità potrebbe avere un grande impatto. “È un sistema di classificazione in grado di promuovere e tutelare la reputazione dei vini Ningxia, e funziona un po’ come un muro di difesa contro gli eventuali rischi legati alla sicurezza alimentare ed alle aziende vinicole di qualità inferiore”, spiega Qin Ma, professore dalla Cina Agricultural University.
I consumatori cinesi, infatti, sono sempre più preoccupati per la sicurezza del loro cibo, mentre l’altro grande problema che la classificazione spera di contrastare è quello dei falsi, che riguarda ormai non solo i bordolesi, ma anche lo stesso vino cinese, che proprio da Ningxia ha mostrato risultati promettenti, ma, come la maggior parte delle regioni del vino di un Paese enologicamente ancora immaturo, si trova ad affrontare diverse sfide, da affrontare con esperti provenienti da Italia, Francia, Stati Uniti e Israele, decisi a puntare forte sulle varietà bordolesi, Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc più il locale Gernischt, chiamato anche Cabernet cinese o Cabernet G), ma alcune aziende vinicole producono anche Riesling ed Chardonnay. L’obiettivo, per una regione nata, a livello vitivinicolo, solo nel 1982, è quello di arrivare a mille aziende nell’arco dei prossimi 10 anni.
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