02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

INDAGINE ANTIDUMPING CINESE SUL VINO UE: CHIUSE LE REGISTRAZIONI DELLE CANTINE INTERESSATE. CAGIANO, DG FEDERVINI: “BUONA RISPOSTA DALL’ITALIA, SIAMO SUI 1.000 SOGGETTI”. E CON LO STOP SUL DOSSIER “PANNELI SOLARI”, L’INDAGINE POTREBBE FERMARSI ...

Italia
Ottavio Cagiano, dg federvini

Il primo passo dell’indagine antidumping e antisussidi sui vini dell’Unione Europea che il Governo Cinese ha avviato il 1 luglio è stato compiuto e, a quanto pare, per una volta, con decisione ed efficienza. È scaduto ieri, infatti, il termine ultimo che consentiva a cantine e soggetti interessati di registrarsi nelle liste preliminari disposte della autorità cinesi. “Abbiamo la sensazione che a livello europeo la reazione sia stata molto importante - spiega a WineNews Ottavio Cagiano, direttore generale di Federvini - e anche se dire un numero preciso di quante siano le aziende ed i soggetti registrati è azzardato, siamo comunque nell’ordine delle migliaia”. E anche l’Italia, questa volta, ha fatto più che egregiamente la sua parte: “la nostra sensazione è che siamo molto vicini, se non oltre, alle 1.000 cantine”. Un risultato importante e raggiunto, caso raro, grazie alla collaborazione tra imprese e istituzioni.
“Le prime sensibili anche alle sollecitazioni delle organizzazioni di categoria - spiega Cagiano - le altre pronte ed efficienti, grazie soprattutto al supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e della “task force” voluta dal vice Ministro Carlo Calenda e coordinata dal direttore Amedeo Teti”.
Segno di come il rischio di perdere opportunità di crescita sul promettente mercato cinese preoccupi non poco tutto il tessuto economico che ruota intorno al vino, in Italia e in Europa. E non è un caso che nella procedura si siano registrate anche la Commissione Ue, ed i Governi dei più importanti Paesi produttori, Italia, Francia e Spagna: “questa partecipazione delle Istituzioni, insieme all’alto numero degli operatori, dimostra la volontà di prendere sul serio l’iniziativa del Governo cinese - aggiunge Cagiano - ma anche la volontà di difendere un importante settore europeo”.
Ed ora scatta la “fase 2”: nei prossimi giorni le autorità cinesi dovrebbero definire il campione dei produttori europei, tra quelli registrati, ai quali sarà inviato un questionario molto più dettagliato su tutti gli aspetti della vita aziendale (come costi, ricavi, prestiti, finanziamenti, esposizione bancaria e così via). Dal momento della ricezione, poi, le aziende dovranno rispondere al massimo entro 37 giorni. Ma nella migliore delle ipotesi, tutta questa trafila potrebbe essere evitata, perché, come è noto, l’indagine cinese è partita come atto di “ritorsione” sull’aumento dei dazi sui pannelli solari che dal Paese asiatico arrivano in Europa. E, dal momento che il dossier sui pannelli sembra entrato in una fase di trattativa che potrebbe scongiurare l’applicazione dei dazi, la chiusura di questa partita potrebbe comportare anche lo stop all’indagine sul vino. “Su questo, ovviamente, non è possibile fare previsioni - conclude Cagiano - ma non dobbiamo abbandonare un po’ di sano ottimismo”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli