L’Asia torna a ruggire e, dalla Cina alla Giappone, dalla Corea del Sud ad Hong Kong, torna il sereno sulle importazioni enoiche, che crescono in maniera decisa nel primo semestre 2015. Come raccontano i numeri dell’Observatorio Español del Mercado del Vino (www.oemv.es), in Cina, su cui nei prossimi mesi peseranno gli effetti della crisi finanziaria scoppiata nelle ultime settimane, l’import è cresciuto del 44% in volume e del 32% in valore, trainato dalla crescita sia degli sfusi che degli imbottigliati, mentre cadono le bollicine, specie quelle francesi, nonostante i vini dell’Esagono, nel complesso, mettano a segno un ottimo +30%, a prezzi stabili, confermandosi al primo posto tra i preferiti dai consumatori cinesi, davanti agli australiani, che godono di un miglioramento del prezzo medio. Ancora indietro Italia e Spagna che, nonostante il +71% nei volumi, sconta un calo del 30% nei prezzi medi che porta la crescita in valore solamente al +17,3%.
Tornano a crescere anche le importazioni enoiche in Giappone: +4,3% in volume e +2,1% in valore nei primi sei mesi del 2015, grazie soprattutto ad una straordinaria impennata a giugno. La crescita maggiore, per distacco, è stata quella dei vini del Cile, cresciuti nel periodo dell’11,6%, una performance che ha portato il Paese sudamericano a diventare il primo esportatore verso il Sol Levante in termini quantitativi, mentre a livello di valori la Francia è ancora al primo posto, nonostante un calo nei volumi dello 0,7%. Bene gli sfusi ed i formati sopra i 2 litri, in un mercato in cui, comunque, è l’imbottigliato, con una quota del 60%, a fare la voce del padrone.
Meglio del Giappone, e di molto, fa la Corea del Sud, dove le importazioni di vino sono cresciute del 30% nel primo semestre 2015, sia in valore che in quantità, ad un prezzo medio che cresce un po’ per tutti i vini. Anche qui, i leader del mercato sono la Francia in valore ed il Cile in volume, ma tutti i primi 10 esportatori del mondo sono cresciuti, con l’eccezione, dolente, dell’Italia, che arretra, impercettibilmente, sul fronte quantitativo: -0,3%. L’imbottigliato, in Corea del Sud, rappresenta il 76% dei volumi importati e l’82% in valore.
Infine, Hong Kong, vero termometro del Continente e porta d’ingresso privilegiata per il mercato cinese, specie per i fine wines. Qui, la spesa per il vino importato è cresciuta del 20,4% nel primo semestre dell’anno, con i volumi che fanno segnare il +13,8%, con la Francia primo fornitore ad un prezzo medio abbondantemente superiore alla media del mercato. Tra i 10 principali Paesi esportatori, è della Spagna la performance migliore in termini di volumi, con un +43,3%, ma a prezzi sempre più bassi, tanto che la crescita in valore si è fermata al +8%. Il 95% del mercato di Hong Kong, in cui i vini di alta gamma hanno un ruolo fondamentale, è rappresentato dall’imbottigliato.
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