In attesa del vigneto Europa, l’Australia del vino tira già le somme di una vendemmia 2013 che riporta la raccolta ai livelli pre 2012: con 1,83 milioni di tonnellate di uva (+10% sul 2012), come racconta a “Decanter” la Winemakers’ Federation of Australia (Wfa), si tratta addirittura della più fruttuosa degli ultimi cinque anni, nonostante un’estate torrida e particolarmente secca, che certo non precludeva ad una vendemmia tanto ricca. “La raccolta 2013 - spiega la Wfa - ha beneficiato di un’annata particolarmente fortunata, grazie all’assenza di eventi drammatici come malattie della vite ed inondazioni, e alla grande disponibilità di acqua per l’irrigazione”.
Anche il prezzo delle uve è in crescita, dopo aver toccato il minimo nel 2011, a quota 499 dollari per tonnellata, il 9% in più del 2012, sugli stessi livelli del 2009, soprattutto grazie alle uve da vino rosso, che hanno raggiunto i 619 dollari a tonnellata, in crescita del 13% sul 2012 (grazie, soprattutto, alle performance di Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Shiraz), ben al di sopra delle uve da vino bianco, vendute a 388 dollari a tonnellata, solamente il 2% in più del 2012 (per merito quasi esclusivo dello Chardonnay). In termini quantitativi, il 52% delle uve raccolte sono da vino rosso, di cui l’86% è rappresentato da tre sole varietà, Shiraz, Cabernet Sauvignon e Merlot, anche se le varietà minori come Mataro, empranillo, Durif, Sangiovese e Barbera hanno sempre più importanza. Tra le uve a bacca bianca, lo Chardonnay rappresenta il 45% del raccolto totale, seguito da Sauvignon Blanc (11%) e del Semillon (la cui quota è crollata al 9%), mentre raddoppia la quantità di Moscato bianco vendemmiato.
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