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L’ESPRESSO (VIZZARI-RIZZARI-GENTILI) INCORONA IL PIEMONTE AL VERTICE DELL’ECCELLENZA (TOSCANA IN RECUPERO). LE MIGLIORI CANTINE? GAJA, POLIZIANO, CÀ DEL BOSCO, CASTELLO DI AMA, SAN GUIDO, ORNELLAIA, POGGIO DI SOTTO, VALENTINI, TERLANO, GIACOSA …

Italia
Enzo Vizzari, direttore delle Guide de L’Espresso

E’ il Piemonte la regione che produce il miglior vino italiano. A decretare un successo oramai confermato negli anni è la Guida dei Vini d’Italia 2010, edita da L’Espresso (info: 752 pagine; prezzo Euro 22; direttore: Enzo Vizzari; curatori: Ernesto Gentili e Fabio Rizzari; in edicola e libreria da domani), i cui esperti sottopongono da 10 anni la produzione enologica nazionale ad un’analisi sistematica: il consuntivo è di oltre 20.000 vini assaggiati, di cui 10.000 selezionati. Il numero maggiore di premi anche quest’anno è stato, dunque, appannaggio dei vini piemontesi, con ben 62 “eccellenze”: grandi Barolo 2005, notevoli successi per Barbaresco e Barbera, conferme ad alti livelli delle tipologie “nordiche” come Gattinara e Carema; senza dimenticare Dolcetto e Gavi.
In netta risalita anche la Toscana, che è passata dai 25 vini ai 43 attuali: Sono stati registrati risultati molto lusinghieri per l’area del Chianti Classico, che si conferma la tipologia di riferimento della regione; Montalcino ha fornito risposte confortanti, anche se non esaltanti, con i Brunello 2004 (bene il Rosso di Montalcino). Pochi gli acuti rilevati nell’area costiera, con sorprese dalla Vernaccia di San Gimignano. Il Trentino-Alto Adige si mantiene saldamente al terzo posto, con 25 vini di prima fascia e un rapporto finalmente più equilibrato tra le due province, grazie alla netta crescita dei vini della zona trentina (che hanno raddoppiato la presenza nel gruppo d’elite sul 2009).
Gli esperti della Guida dei vini de L’Espresso attribuiscono la massima classificazione ai “Vini dell’Eccellenza”, una selezione, equivalente a meno dell’1% dei vini degustati, distinta dal simbolo delle “cinque bottiglie” (che corrispondono ad un punteggio di almeno 18/20). La Guida 2010 ne attribuisce in tutta Italia 214, un numero record che supera di 30 unità quelle del 2009. Buona parte di questo exploit è dovuto alla presenza di una serie di annate favorevoli, dal millesimo 2004 in poi, per tutte le tipologie e tutte le aree, con un significativo recupero della Toscana. Anche la Campania, torna nel giudizio 2010 ai buoni livelli, con 13 “Eccellenze” e si guadagna la prima posizione tra le regioni meridionali. Un primato insidiato, però, da vicino dalla Sicilia (12 vini da “Cinque Bottiglie”) che, in barba all’immagine superficialmente rubricata come legata a vini di “stile internazionale”, ottiene un notevole successo grazie ai vitigni autoctoni, dal nerello mascalese dell’Etna al nero d’Avola (con tre versioni tanto diverse nello stile quanto qualitativamente efficaci), dal Catarratto al Frappato, oltre che alla tipologie tradizionali come il Moscato di Pantelleria e il Marsala. Undici vini di “Eccellenza” per il Friuli Venezia-Giulia, in virtù della forte personalità dei suoi bianchi, senza dimenticare, tra i rossi, la straordinaria originalità dello Schioppettino. Riscontri finalmente positivi sia dall’Emilia-Romagna sia dalla Puglia, entrambe con quattro vini di vertice. In crescita il settore degli spumanti (otto premi fra Trento, Franciacorta e Oltrepò Pavese), come quello dei vini dolci, distribuiti nelle zone di maggiore tradizione della penisola.
Anche nelle singole performance va registrata la netta prevalenza dei rossi piemontesi nelle prime posizioni della classifica: 19.5/20, il voto più alto dell’anno, per lo straordinario Barolo Monprivato Cà d’Morissio Riserva 2001 di Giuseppe Mascarello e Figlio, seguito a 19/20 da altri cinque Barolo 2005 e 2004 dei produttori Giuseppe Rinaldi, Elvio Cogno, Bartolo Mascarello, Burlotto e Luigi Oddero; sempre a 19/20, da segnalare l’irresistibile Amarone della Valpolicella 2000 di Giuseppe Quintarelli, il Barbaresco Asili 2005 di Bruno Giacosa, lo Schioppettino 2005 dei Ronchi di Cialla, per chiudere con due Igt toscani: Il Caberlot del Podere Il Carnasciale e il Vignamaggio dell’azienda omonima. Il nucleo centrale della Guida 2010, dedicato alla recensione di vini e aziende, raccoglie 2.520 produttori, suddivisi per regioni e disposti in ordine alfabetico. Alle aziende di maggiore rilevanza qualitativa sono attribuite delle stelle (da una a tre) in funzione della loro qualità e continuità negli anni. Nell’edizione 2010 sono state assegnate a 366 produttori, tra i quali 14 classificati con la massima valutazione di tre stelle, che sono Valentini, Produttori Terlano, Cà del Bosco, Giacomo Conterno, Gaja, Bruno Giacosa, Castello di Ama, Isole e Olena, Ornellaia, Poggio di Sotto, Poliziano, San Guido, Ferrari, Romano Dal Forno. Le “new entry” sono due bollicine - Ca’ del Bosco (Franciacorta) e Ferrari (Trentino) - e la toscana (Montalcino) Poggio di Sotto; escono, invece, dalle “tre stelle” Siro Pacenti (Montalcino) e Roberto Voerzio (Piemonte). Un’attenzione particolare è stata rivolta proprio ai prodotti dal rapporto qualità/prezzo favorevole, con il riepilogo dei “migliori acquisti” di ogni regione.
La Guida unitamente all’analisi della migliore produzione vinicola nazionale offre informazioni di carattere generale, sulla degustazione, sulla conservazione e sul servizio del vino, consigli per l’abbinamento con il cibo. Completano il volume un repertorio delle denominazioni di origine, un glossario tecnico, e le “cartine” a colori delle principali Doc e Docg, inserite all’inizio delle pagine riservate a ogni regione.

Focus - L’Espresso: nelle migliori cantine d’Italia (con “tre stelle”) vince la Toscana
Valentini, Abruzzo
Produttori Terlano, Alto Adige
Cà del Bosco, Lombardia
Giacomo Conterno, Piemonte
Gaja, Piemonte
Bruno Giacosa, Piemonte
Castello di Ama, Toscana
Isole e Olena, Toscana
Ornellaia, Toscana
Poggio di Sotto, Toscana
Poliziano, Toscana
San Guido, Toscana
Ferrari, Trentino
Romano Dal Forno, Veneto

Focus - Ecco i punteggi più alti dei vini della Guida Vini d’Italia de L’Espresso nelle diverse tipologie
Bianchi (18,5/20)
Alto Adige Valle Isarco Gewurztraminer Atagis 2008, Loacker Schwarhof
Fiano d’Avellino 2008, Colli di Lapio
Langhe Bianco Herzù 2007, Germano Ettore
Bianchi dolci e/o liquorosi (18,5/20)
AltoAdige Moscato Giallo Passito Serenade Castel Giovanelli 2006, Viticoltori Caldaro
Colli Orientali del Friuli Noans 2007, La Tunella
Colli Piacentini Vin Santo di Vigoleno 1999, Lusignani Alberto
Greco di Bianco 2007, Stelitano
Arsala Superiore Donna Franca Riserva, Cantine Florio
Moscato Passito di Pantelleria 2007, Ferrandes
Vernaccia di Oristano Antico Gregori, Contini Attilio
Vin Santo di Montepulciano 1997, Avignonesi
Vin Santo di Montepulciano 1997, Poliziano
Rossi dolce (18,5/20)
Alto Adige Moscato Rosa Passito 2007, Plattner Heinrich - Waldgries
Rossi (19,5/20)
Barolo Monprivato Cà d'Morissio Riserva 2001, Mascarello Giuseppe e Figlio
(19/20)
Amarone della Valpolicella Classico 2000, Quintarelli Giuseppe
Barbaresco Asili di Barbaresco 2005, Giacosa Bruno
Barolo 2005, Mascarello Bartolo
Barolo Acclivi 2005, Burlotto G.B.
Barolo Brunate - Le Coste 2005, Rinaldi Giuseppe
Barolo Rocche Rivera 2004, Oddero Luigi & Figli
Barolo Vigna Elena 2004, Cogno Elvio
Colli Orientali del Friuli Schioppettino Cialla 2005, Ronchi di Cialla
Il Caberlot 2006, Podere Il Carnasciale
Vignamaggio 2006, Vignamaggio
Spumanti (18,5/20)
Franciacorta Brut Cuvée Anna Maria Clementi 2002, Ca’ del Bosco
Franciacorta Brut Satèn Ante Omnia Millesimato 2004, Majolini
Franciacorta Extra Brut Riserva Vittorio Moretti 2002, Bellavista
Trento Brut Riserva del Fondatore Giulio Ferrari 2000, Ferrari

La curiosità - Come assaggia il duo Gentili-Rizzari …
Al momento dell’uscita di una guida raramente, per non dire mai, si pone l’attenzione al di là della lista dei cosiddetti “premiati”, inutile nasconderlo. Noi abbiamo provato a sottolineare i passaggi più interessanti, curiosi e che non troviamo su altre guide del capitoletto “metodologia d’assaggio” nella Guida de L’Espresso.
Scrivono Gentili e Rizzari: “… Acquista un particolare rilievo la tecnica del riassaggio del vino dopo uno, due e anche tre giorni dalla stappatura della bottiglia: molti vini moderni sono pensati e realizzati per dare il meglio nei primi minuti dopo essere stati versati, e nei primi mesi in bottiglia. Non c’è nulla di male, è ovvio; come rilevano le statistiche, nella stragrande maggioranza dei casi un vino viene comprato e bevuto nello stesso giorno. Ma per le tipologie più ambiziose, questo elemento può invece rappresentare un limite, soprattutto se si considera che il “grande vino” è tale perché, tra i tanti pregi, ha di norma quello di maturare in bottiglia per anni, sviluppando via via sentori e gusti più vari e complessi. Chi investe decine - e talvolta centinaia - di euro per tenere anni in cantina un Barolo, un Brunello o un Amarone, ha perciò il diritto di spendere bene i propri soldi, e noi cerchiamo di aiutarlo in questo. Come conseguenza, da un vino di grandi ambizioni, costoso, raro da reperire sul mercato, ci attendiamo che sappia esprimersi bene anche dopo parecchie ore dalla stappatura della bottiglia, un segnale di cura nella vinificazione, di resistenza all’ossidazione, di potenzialità di sviluppo futuro in bottiglia, insomma di qualità reale … Molti vini di alto livello sono reticenti, scontrosi, poco concessivi appena serviti, e in non pochi casi nemmeno un’ora di ossigenazione nel bicchiere consente una loro piena espressività … Siccome nessuno è infallibile, ammettiamo senza imbarazzo che nelle passate edizioni della Guida alcuni vini (pochi…) sono stati un po’ sottovalutati, proprio per questo motivo; la qualità che esprimono oggi questi prodotti testimonia la nostra eccessiva “cautela” …
Il mondo delle guide è da anni danneggiato da numerosi impostori e millantatori di credito, che spacciandosi per responsabili della pubblicazione cercano di ottenere i più disparati favori … Riteniamo quindi importante far presente a tutte le aziende che chiunque si qualifichi come collaboratore della nostra Guida, senza apparire nel colophon iniziale e nella pagina dei ringraziamenti finale, potrebbe essere un furbo …
I 10.000 vini recensiti nell’edizione 2010 della Guida sono stati degustati quest’anno per la prima volta. Stando all’esperienza maturata sul campo, negli ultimi anni il numero di campioni non del tutto rappresentativi del vino finale è molto aumentato … Abbiamo quindi deciso di inaugurare una nuova procedura di controllo, a un anno o più di distanza dell’effettiva qualità di alcuni vini recensiti nelle precedenti edizioni. In un numero ristrettissimo di casi, misurabile in poche unità, sono stati quindi pubblicati dei riassaggi di vini già valutati in una Guida degli anni scorsi. Contiamo di estendere in futuro questa verifica a un numero più ampio e rappresentativo di bottiglie … Nelle pagine che ospitano le schede monografiche sulle aziende non troverete la recensione di case vinicole anche molto conosciute. Nella maggior parte dei casi questo dipende dalla scelta dei singoli produttori di non mettere a disposizione una campionatura per i nostri assaggi. Una scelta del tutto legittima, ovviamente, ma anche una scelta che non ci pare rispetti i lettori della nostra pubblicazione e più in generale i consumatori. Il fenomeno delle aziende che si sottraggono al giudizio di una o più guide non è certo nuovo: da noi come in Francia o in altre nazioni produttrici, non mancano firme note e meno note che intendono “distinguersi” e/o protestare contro valutazioni pregresse che non renderebbero giustizia alla qualità dei loro vini. Dopo attenta riflessione, abbiamo deciso di non comprare i vini delle suddette aziende per recensirli in ogni caso, e nemmeno di fare nel dettaglio i loro nomi. Ci sembrerebbe infatti scorretto nei confronti delle centinaia di case vinicole, piccole e grandi, che accettano ogni anno di sottoporre la loro produzione alle nostre degustazioni. Ai lettori il giudizio finale sull’atteggiamento di questi produttori: per un singolo vignaiolo che prende questa decisione per coerenza, o profonda convinzione, ce ne sono infatti diversi altri che scelgono questa strada per irritazione personale o arroganza. Al primo tipo di produttore va comunque la nostra stima; ai secondi, che magari ci considerano colpevoli del reato di lesa maestà, non dedicheremo più la nostra attenzione”.

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