“L’Expo 2015 potrà giocare un ruolo importante e sarà una grande occasione per presentare il vino italiano finalmente in maniera unitaria”. A dirlo Piero Antinori, membro del comitato scientifico per la progettazione del “padiglione vino” di Expo, e presidente dell’Istituto Grandi Marchi (che mette insieme cantine come Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido e Umani Ronchi, www.istitutograndimarchi.it), a chiusura del Simposio dei Masters of Wine (curato da Iem - International Exhibition Management, www.iem.it), che è stato l’esempio di come i protagonisti dell’Italia del vino, quando mettono insieme le forze, riescono a centrare grandi obiettivi.
“Questo Simposio - ha detto Antinori è stato un evento memorabile che avrà ricadute positive a lungo termine per tutto il vino italiano. Iniziative come questa possono invertire la tendenza e ribaltare la nostra posizione secondaria all’interno di questa prestigiosa accademia che è in grado di influenzare le decisioni di business sul vino a livello globale. Ora - ha proseguito Antinori - dobbiamo lavorare sul fronte dei prezzi. Il nostro vino, infatti, ha un prezzo ancora basso sui mercati internazionali rispetto alla Francia, per esempio, che ci precede per valore. Dobbiamo farlo, valorizzando la diversità del nostro patrimonio vitivinicolo, in grado di soddisfare tutte le tipologie di consumatore, e migliorando la nostra comunicazione all’estero, attraverso progetti unitari e di sistema. Andare sui mercati in solitaria non paga, serve un gioco di squadra. E l’Istituto Grandi Marchi può essere un esempio per il vino italiano”.
“Questo Simposio italiano - ha aggiunto Jean-Michel Valette, presidente dell’Institute of Masters of Wine, www.mastersofwine.org - resterà un’esperienza indimenticabile per tutti i Masters of Wine, i relatori ed i partecipanti presenti a Firenze. Quando tutti mi chiedevano perché abbiamo scelto l’Italia come sede del nostro evento più importante, che si svolge ogni 4 anni, la risposta è stata: perché ci abbiamo messo così tanto?”.
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