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L’export del vino tricolore in Russia chiude i primi 7 mesi 2015 con un -26,8% (sul 2014), a 57 milioni di euro ... Ma l’Italia, che è protagonista oggi a Mosca con “Vinitaly Russia” n. 12, è ancora il primo esportatore

La situazione del mercato russo, per il vino italiano, è ancora complessa, e non dà grossi segni di miglioramento. Pesano la svalutazione del rublo con la perdita del potere d’acquisto della classe media, la crisi in Ucraina ed il successivo embargo russo contro le sanzioni Usa e Ue, che hanno portato ad un’ulteriore contrazione dell’export tricolore, che ha chiuso i primi sette mesi del 2015 con un calo del 26,8% sullo stesso periodo del 2014, a 57 milioni di euro, con gli spumanti che perdono il 35,1% e chiudono a quota 22,1 milioni di euro. Dati che confermano comunque l’Italia come primo esportatore enoico sul territorio della Federazione Russa, davanti a Francia e Spagna, proprio come nel 2014, quando però raggiunse un totale di 254,3 milioni di euro di controvalore, contenendo le perdite al -2,34%, proprio in confronto a Francia (-11,3%) e Spagna (-28,3%), cui riuscì, nello stesso periodo, ad erodere quote di mercato, passando da un da un 28,5% ad un 29,4% del totale dei vini consumati in Russia.
È in questo panorama, difficile ma tutto sommato migliorabile, che va in scena “Vinitaly Russia” n. 12, di scena oggi allo Swissôtel Krasnye Holmy di Mosca, con 800 etichette da tutto il Belpaese (tra singoli produttori e collettive delle Camere di Commercio di Udine e Gorizia - Friuli Venezia Giulia, di IW&SP - Italian Wine & Style Promotion e della Regione Veneto) ed una selezione dei più importanti importatori del Paese
(www.vinitalytour.com).
L’appuntamento russo si concentra in un’unica giornata, durante la quale Vinitaly International ha organizzato un programma suddiviso in sette Masterclass, qualificando l’evento tra i più importanti sul territorio interamente dedicato al mondo vino. Solo lo scorso anno ha infatti ospitato, sempre in un solo giorno, più di 1.600 professionisti e il numero record di 1.700 vini provenienti da tutte le regioni d’Italia. Vinitaly Russia presenta inoltre il suo tradizionale Walk Around Tasting, confermando la collaborazione con alcuni dei più grandi nomi dello scenario dell’importazione russa, come Simple, Fort, Ast-international Environment, Dp-Ttrade, Mbg and Millenium, insieme a due new entry, Winedom e Noble House, per offrire una più ampia scelta di cantine di piccole e medie dimensioni che intendono entrare nel mercato russo. Il programma educativo è arricchito da due Executive Wine Seminars by Via - Vinitaly International Academy, dove il direttore scientifico Ian D’Agata è affiancato, per la prima volta, da Veronica Denisova e Nikolay Chashchinov, i primi due Via Italian Wine Ambassadors di nazionalità russa.
“È una nota positiva che l’Italia abbia confermato la sua posizione di primo esportatore di vino nella Federazione Russa. Il vino - sottolinea Cesare Maria Ragaglini, Ambasciatore d’Italia a Mosca - è un’eccellenza della cultura italiana ed è quindi molto importante che il pubblico russo lo conosca e lo apprezzi sempre di più. Restare in vetta non è facile: dobbiamo fare ogni sforzo non solo per mantenere la posizione, ma anche per espanderla, ad esempio portando i nostri prodotti nelle Regioni russe”.
Gli fa eco il dg Veronafiere Giovanni Mantovani, che sottolinea come il mercato stia attraversando “una fase di transizione: un potenziale investimento sulla Russia deve essere valutato in un’ottica di medio-lungo termine, avviando cioè un percorso che potrà rivelarsi particolarmente premiante quando la fase di congiuntura negativa sarà superata. Con iniziative business to business di formazione e tasting come quella organizzata oggi da Vinitaly International a Mosca, Veronafiere intende confermarsi un valido alleato per le imprese del comparto vitivinicolo, sia dal punto di vista commerciale che promozionale”.

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