Il vino italiano continua ad affermarsi sui mercati esteri, registrando una crescita a valore nei primi tre mesi del’anno che sfiora il 10% (9,8%), superando la soglia di 1,1 miliardi di euro, mentre i volumi registrano una leggera flessione dell’1,1%. A dirlo l’analisi del Centro Studi di Assoenologi. Solo gli spumanti mostrano una crescita in volume (+13%), accompagnata da un balzo a valore del 19,7%, a quota 130 milioni di euro. “Esportiamo meno vino ma incassiamo di più, il che significa che mandiamo all’estero prodotti con sempre maggiore valore aggiunto. E questo non è poco”, osserva Giuseppe Martelli direttore generale di Assoenologi. Da segnalare il deciso incremento del valore unitario (+31,9%) del prodotto sfuso. Il vino in bottiglia rompe la soglia dei 3 euro/litro con un valore di 3,13 euro/litro, pari a +9,1% rispetto al 2012. Dei 1.109 milioni di euro dell’export di vino il 51,3%, pari a 574 milioni di euro, è diretto verso l’Unione europea; i rimanenti 535 milioni (48,3%) trovano collocazione commerciale nei mercati extra Ue. Gli Stati Uniti superano il quarto di miliardo di euro con un incremento del 12,8%. Nell’Estremo Oriente è incoraggiante la ripresa della domanda di vino italiano nella Corea del Sud (+23%) e Cina (+11,2%). “Dopo i grandi successi ottenuti nell’area nordamericana, l’Estremo Oriente si profila come un potenziale Eldorado per le imprese”, rileva Martelli. In merito alle previsioni sulla vendemmia 20123, Assoenologi rileva che allo stato attuale il ciclo vegetativo della vite nel Centro nord risulta in ritardo, mentre lo spread nel Centro sud e nelle Isole in anticipo. I due prossimi mesi saranno, come sempre, decisivi.
Mercati e vigneti saranno anche al centro del Congresso Nazionale di Assoenologi, ad Alba dal 4 al 7 luglio.
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