L’inizio dell’anno è un momento cruciale per la vite, perché è il periodo in cui ci si concentra su una parte importante del lavoro di potatura. Pratica che, se ben eseguita, rinvigorisce la pianta e la aiuta a essere più resistente a malattia e stress dovuti alla bizzarrie (sempre più frequenti) legate al clima. Cosa fare, dunque? A WineNews i primi consigli di esperti d’eccezione, i “preparatori d’uve” Simonit & Sirch, che con la loro scuola italiana di potatura della vite stanno contribuendo, insieme alla partnership di alcune delle più importanti cantine italiane, a restituire il giusto valore ad una pratica essenziale per la vita di una cantina, forse troppo poco curata, negli ultimi anni, in Italia e nel mondo.
Info: www.simonitesirch.it
Focus - La potatura della vite by Simonit & Sirch
La vite, originariamente una liana, predilige il germogliamento delle gemme distali, cioè quelle più lontane rispetto all’inserzione del tralcio sul tronco. Senza la potatura, quindi, la vegetazione si allontana rapidamente dalla base del tronco. Questa caratteristica di “scappare verso l’alto” è denominata Acrotonia. E’ di fondamentale importanza conoscere i meccanismi che regolano questa caratteristica per una corretta gestione della potatura.
Gli obiettivi della potatura della vite sono così riassumibili:
- dare alla pianta una forma ben definita (forma di allevamento) attraverso una serie di operazioni sia invernali con la potatura secca sia primaverili con la scelta e diradamento dei germogli. Durante la fase giovanile, che va dall’impianto della barbatella fino alla completa formazione dei fusti (normalmente 4 anni) viene attuata la potatura di allevamento con lo scopo di dare alla pianta la forma desiderata. La formazione del fusto deve avvenire preferibilmente in un'unica soluzione, evitando grossi tagli e ferite che causano disseccamenti e interruzioni del flusso della linfa. - mantenere costante la produzione negli anni, regolando la carica di gemme in funzione della vigoria della pianta. Su una pianta poco vigorosa bisogna ridurre il numero di gemme per far si che - la pianta non si indebolisca ulteriormente.
- equilibrare quindi la produzione alla vegetazione per produrre uve di qualità più omogenea. facilitare le operazioni colturali.
- mantenere la pianta nello spazio ad essa assegnato in fase di progettazione dell’impianto. Ogni pianta del vigneto deve avere le stesse opportunità di sviluppo, ma uno spazio troppo angusto tra i ceppi può compromettere lo sviluppo armonico delle branche e obbliga il potatore a effettuare grossi tagli per riportare la pianta nello spazio ad essa assegnato ogni qual volta tende ad uscirne.
Il controllo dell’Acrotonia, la tendenza a scappare verso l’alto della pianta, è effettuato comunemente attraverso due pratiche: il taglio di ritorno e la testa di salice.
Il taglio di ritorno è un taglio di grosse dimensioni fatto solitamente sul tronco o su una branca (legno di 3 anni o più) per riportare la testa della vite al di sotto del filo di piegatura quando essa lo abbia superato. La testa di salice deriva da una serie prolungata di tagli protrattasi negli anni che vanno a insistere in un’unica zona alla sommità del tronco determinandone una forma tondeggiante. In entrambi i casi però il risultato è una perdita per disseccamento di porzioni di legno più o meno vaste che determinano un deperimento ed un invecchiamento precoce delle piante.
Infatti, ogni volta che viene effettuato un taglio sul legno si crea, per reazione della pianta, un “cono di disseccamento” (porzioni di legno che disseccano) direttamente proporzionale al diametro della ferita e all’età del legno su cui viene fatta la ferita. Questo porta alla perdita parziale o totale di parti di tronco o branche con conseguenze perdita di funzionalità delle piante. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che, più grandi sono le ferite di potature, maggiori sono le probabilità che funghi responsabili delle malattie del legno possano instaurarsi sulla ferita stessa provocando carie del legno e morie delle piante.
Come potare
Secondo noi invece la potatura dovrebbe essere regolata dai seguenti principi basilari: Ramificazione delle branche, assecondando la naturale crescita delle piante, effettuando tagli possibilmente sempre su legno di 1-2 anni, che provocano piccole ferite.
Tagli nel rispetto delle gemme della corona: asportare queste gemme infatti significa aumentare i coni di disseccamento e ridurre la vitalità della parte interessata.
Evitare i grossi tagli su legno vecchio su branche e tronchi.
Quando potare
E’ necessario effettuare la potatura nel periodo che va dalla completa caduta foglie al pianto della vite. La potatura precoce, cioè prima della caduta delle foglie, indebolisce le piante così come se effettuata molto tardivamente a germogliamento avvenuto.
Attrezzature del potatore
Forbici ben affilate a lama passante per garantire tagli netti e senza imperfezioni. E’ necessario affilare le lame almeno una volta al giorno o anche più nel caso di utilizzo prolungato delle forbici. Pulire le forbici dopo ogni utilizzo. Smontare e oliare spesso le forbici in modo che lama e battente combacino perfettamente a garanzia di tagli netti e senza slabbrature.
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