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L’ITALIA DEL VINO SI FA SEMPRE PIÙ “DIGITAL” E, SOPRATTUTTO, “UNDER 40”: È IL SEGNALE CHE ARRIVA DA “MEET THE MAKERS” N. 6, CHE RACCONTA DELLA VOGLIA DI TANTI GIOVANI DI INVESTIRE CON MODERNITÀ IN UN SETTORE TRADIZIONALE COME QUELLO DI BACCO

Italia
Meet The Makers

L’Italia del vino si fa sempre più “digital” e soprattutto “under 40”: è il segnale che arriva dall'edizione n. 6 di “Meet the Makers”, nei giorni scorsi a Verona, promosso da “The Fab”, team coworking veronese di professionisti della comunicazione e del web. Dove si è parlato di progetti diversi, ma tutti incentrati sul mondo del vino a portata di smartphone, come ci racconta Simone Campara, 28 anni, sviluppatore mobile dell’App trentina “WineNot” che, attraverso un trasferimento tecnologico dalla fondazione Edmund Mach dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, ha codificato delle procedure di degustazione facili e multilivello, alla portata dei meno esperti in materia. “Abbiamo già 5 milioni di bottiglie nel database - spiega Campara - e stiamo tentando di profilare più tipologie di vino possibile per arrivare laddove altre applicazioni hanno fallito. Inoltre le procedure di degustazione sono divise per categoria per permettere all’utente di apprendere sul vino quanto basta per salire di livello. Lo step successivo sarà quello di inserire le cantine nell’App.”
Alberto Zampini è il fondatore di “3Wine” (nato nel 2012) e portavoce di uno staff formato da wine&food expert di 33 e 34 anni che gestiscono un innovativo progetto di e-commerce del vino proponendo ogni mese un cofanetto che contiene tre vini diversi, abbinati ad altrettante ricette con prodotti di stagione e alla relativa lista della spesa. Un format che consente di risparmiare il 15% sull’acquisto delle singole bottiglie e garantisce la consegna in 48 ore oltre ad una chat sempre attiva per informazioni e consigli.
Punta sulla personalizzazione estrema e ai “big spender” il progetto “MyTailoredWine”, nato nel 2013 da un’idea di Federico Genta Ternavasio e Paolo Torretta, entrambi 27 anni, che consente di costruire la propria barrique di vino in 5 step consecutivi: selezione del terroir, scelta dell’uvaggio, scelta del sistema di vinificazione e infine del packaging. Avvalendosi della collaborazione delle tre aziende partner (Cordero di Montezemolo, Castello di Meleto e Michele Satta) nelle aree rispettivamente del Barolo, del Chianti e di Bolgheri e dei relativi tecnici, il cliente finale può ottenere un prodotto unico con un investimento ovviamente da limited edition: si va, infatti, da un minimo di 10.000 euro di investimento fino ad arrivare a 21.500 euro a seconda delle scelte fatte nei 5 step. I due fondatori prevedono di allargare presto le aree vinicole interessate spostandosi anche all’estero.
Classe 1975, invece, per Filippo Ronco di Chiavari che apre, nel 2006, Vinix.com, il primo social network tutto italiano sul mondo del vino: un progetto assai strutturato che, a gennaio 2013, si arricchisce di Vinix Grassroots Market, il primo social commerce italiano interno ad un social network verticale che consente di creare e partecipare a gruppi di acquisto (cordate) non solo in ambito vino ma anche birra e food.
Alcuni progetti già partiti, altri ancora in fase embrionale, che raccontano, però, della voglia di tanti giovani di investire nella modernità di un settore storico e tradizionale come è quello del vino.
Sara Valitutto

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