Il mercato russo è attualmente uno dei più grandi del mondo per quanto riguarda il settore agroalimentare. Nel settore vinicolo, negli ultimi dieci anni, c'é stato un incremento dei consumi del 70%. I tassi di crescita dei vini italiani oscillano tra il 20% e il 40% annui. In particolare, secondo quanto riscontrato da Vinitaly Russia (in programma a Mosca e San Pietroburgo, dal 25 al 27 maggio), sono i rossi ben strutturati e con una marca ben identificata, gli spumanti e i vini da meditazione quelli che incontrano le preferenze dei consumatori.
L'Italia ha sviluppato finora solamente il 10% del proprio potenziale ma, secondo gli operatori del settore, ha enormi possibilità di crescita. Di sicuro il canale della ristorazione é il più sicuro, e finora maggioritario, per le vendite, tanto che il 30% delle carte dei vini dei ristoranti internazionali è composta da vini italiani.
Gli ultimi dati disponibili, relativi ai primi cinque mesi del 2005, mostrano che in Russia sono stati importati 140,81 milioni di decalitri di vini di vario tipo, cioé l'8,79% in più sull'analogo periodo dell'anno precedente. In tutto il 2004, la Russia ha importato 302,6 milioni di decalitri di vino (+19,22% rispetto al 2003). L'Italia si è collocata al decimo posto con 2,08 milioni di litri di vino esportati in Russia nel periodo gennaio-maggio 2005.
La scelta della Russia come un nuovo mercato su cui investire risorse economiche per la promozione, assicurano gli organizzatori di Vinitaly Russia, si basa su dati oggettivi. Il vino italiano in Russia è sempre più apprezzato nei migliori ristoranti che, negli ultimi anni, sono aumentati e circa un terzo delle bottiglie proposte dalla carta dei vini viene dal Belpaese. Anche il numero di ristoranti italiani è in crescita, rappresentando per molti la migliore cucina che si possa trovare sul mercato russo e la più apprezzata dal popolo moscovita.
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