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L’ITALIA, È NOTO, HA UNA DELLE SUE PRINCIPALI RISORSE NELL’AGRICOLTURA DI QUALITÀ E NEI PAESAGGI RURALI CHE LA DISEGNANO, DA NORD A SUD. DOVE, PERÒ, LA BANDA LARGA, È ANCORA UN MIRAGGIO, RAGGIUNGE SOLO IL 17% DEI TERRITORI AGRICOLI

L’Italia, è noto, ha una delle sue principali risorse nell’agricoltura di qualità e nei paesaggi rurali che la disegnano, da Nord a Sud. Ma a frenare lo sviluppo del settore, tra le tante difficoltà storiche, come la frammentazione, la burocrazia e così via, ora c’è anche un sempre maggiore divario nella possibilità di connettersi ad internet con efficienza, per esempio, rispetto alle aree urbane. A snocciolare i dati di questo fenomeno la tavola rotonda “Senza Rete non si fa rete”, di scena oggi, a Montecitorio, promossa da Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, Agia e Cittadinanzattiva
“La connettività a banda larga riveste un’importanza strategica per lo sviluppo e la competitività in tutti i comparti produttivi, prima di tutto l’agricoltura, così come ai fini dell’inclusione sociale e della creazione di nuova occupazione per i giovani - sostengono le tre associazioni - ma in Italia l’accesso alla rete è ancora regno di pochi, mentre si allarga il “digital divide”. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Onu, infatti, il Belpaese resta sempre nelle retrovie della classifica mondiale: nel 2012 la percentuale di persone che usavano Internet era del 58%, che corrisponde al 57esimo posto in “graduatoria”. Non basta: nelle aree rurali soltanto il 17% degli abitanti può contare su una connessione costante e di qualità, contro l’89% delle aree urbane.
E il problema delle aree rurali e svantaggiate, dove le infrastrutture tecnologiche sono latenti soprattutto nel Mezzogiorno, “pesa” sulle imprese agricole: oggi le aziende informatizzate del settore primario sono circa 61.000 (il 3,8% del totale), ma con un gigantesco gap territoriale: la quota raggiunge i livelli massimi nel Nord-Ovest (10,9%) e nel Nord-Est (8,1%), mentre tocca valori minimi nelle Isole (2%) e nel Sud (1,3%).

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