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L’ITALIA SORPASSA LA FRANCIA E TORNA PRIMO PRODUTTORE MONDIALE DI VINO, CON UNA PRODUZIONE DI 40,8 MILIONI DI ETTOLITRI (-3% SUL 2011). LA PRODUZIONE MONDIALE CALA DEL 6% IN UN ANNO, E TORNA AI LIVELLI DEL 1975 A QUOTA 248,2 MILIONI DI ETTOLITRI

L’Italia sorpassa la Francia e torna ad essere il primo produttore mondiale di vino, con una produzione stimata in 40,8 milioni di ettolitri nel 2012. È la Coldiretti a fare il bilancio di una vendemmia che si è praticamente conclusa per la quasi totalità delle uve in tutta Italia, dove si è registrato un calo del 3% sul 2011, ma con una buona qualità. Un contenimento produttivo che ha comunque consentito il sorpasso sui concorrenti francesi, dove il raccolto è crollato di ben il 19% a 40,5 milioni di ettolitri, con punte del 26% per lo champagne, secondo l’Organizzazione Mondiale della Vigna e del Vino (Oiv).
Un primato che va a fare compagnia al record storico nelle esportazioni, che crescono dell’8% e potrebbero raggiungere il massimo di 4,5 miliardi di euro nel 2012, secondo le stime Coldiretti su dati Istat. Anche grazie alle performance dello spumante tricolore, che fa registrare un vero e proprio boom (+35%) in casa dello Champagne, la Francia.
Ma la riduzione della produzione di vino nei due Paesi leader si è fatta sentire a livello globale, dove si stima una produzione totale di 248,2 milioni di ettolitri, il minimo dal 1975 e il 6% in meno del 2011, anche per effetto del calo registrato in Spagna (-6%), terzo produttore mondiale con 31,5 milioni di ettolitri. Tra gli altri grandi produttori cresce invece il raccolto negli Stati Uniti a 20,6 milioni di ettolitri (+7%), cala in Argentina a 11,8 milioni di ettolitri (-24%), sale in Australia a 11,6 milioni di ettolitri +4%) e in Sud Africa con 10 milioni di ettolitri (+4%).
Ad influenzare la produzione sono state in Europa la riduzione della superficie coltivata a vigneto e l’andamento climatico anomalo che ha condizionato la produzione livello globale. Non è infatti mai così caldo durante la fase maturazione delle uve: con la temperatura media globale sulla terra durante l’estate 2012 che è stata la più elevata mai registrata prima,con un valore di 1,03 gradi Celsius superiore alla media, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Noaas. E proprio mentre si registra a livello globale una inversione di tendenza, e dopo anni torna ad aumentare il consumo globale di vino, il crollo della produzione spinge al rialzo dei prezzi di vendita dei vini sui mercati internazionali, anche per compensare l’aumento dei costi produttivi. Un trend che riguarda anche l’Italia dove peraltro si è già verificato un aumento del 7% dei prezzi medi di vendita del vino comune al consumo nel primo semestre del 2012.
Ed i primi effetti della riduzione dei raccolti si sono fatti sentire anche sulla produzione italiana di vino novello, il primo del raccolto 2012 ad essere commercializzato (il “deblocage” del novello Made in Italy è stato anticipato rispetto al passato al 30 ottobre secondo quanto disposto dal decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali 13 agosto 2012), che quest’anno risulta essere di appena 4 milioni di bottiglie, il 30% in meno del 2011, la cui commercializzazione è quindi anticipata di ben sedici giorni rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre e cioè solo dal 15 di novembre.

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