Quando, nel 1876, la fillossera minacciava i vigneti europei, l’allora Scuola di Agricoltura di Montpellier decise di salvare la migliaia di varietà esistenti di vite da vino, creando una collezione ampleografica unica, che, per motivi di spazio e di stato sanitario del terreno, tra il 1949 ed il 1950 fu spostata dal professor Jean Branas al Domaine de Vassal. Oggi, è una vera e propria istituzione, i francesi la considerano l’equivalente vinicolo del Louvre, ma dopo tanti decenni le 7.000 piante di vite dovranno spostarsi di nuovo: dalla spiaggia di Marseillan, sul Lago Thau, alle porte di Montpellier, la collezione verrà portata all’Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica (Inra), a Gruissan, nei pressi di Narbonne. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma tra gli appassionati della “biblioteca vivente della vite”, serpeggia un misto di malumore ed allarme, perché la paura più grande è quella che le piante più vecchie non riescano a superare un espianto ed un reimpianto, tanto che una petizone online ha raccolto in pochi giorni ben 4.000 adesioni.
Eppure, non si tratta certo di una scelta facile, come racconta a “Decanter” il presidente dell’Inra di Montpellier, Laurent Bruckler: “non sarà un lavoro facile, ci vorranno tra i 5 ed i 7 anni a completare il “trasloco”, ma lo facciamo a fin di bene. Cambiare sede vuol dire garantire un futuro, innanzitutto finanziario, alla collezione: il luogo che ci ospiterà ha una superficie di ben 250 ettari, sufficienti a garantire spazio alle 50 nuove piante di cui ogni anno si arricchisce la collezione, in un territorio più salubre, lontano da qualsiasi minaccia dell’innalzamento del livello del mare, al contrario di dove siamo adesso: un’inondazione di acqua salata, ovviamente, sarebbe letale per le nostre viti, sono loro la nostra priorità”.
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