Avviso ai naviganti: la Borgogna è sempre più irraggiungibile, o meglio, inarrivabile. Secondo gli ultimi dati della società francese Safer, che disciplina le offerte ed i valori dei terreni agricoli, il prezzo medio in quella che, a ragione, è considerata la regione vinicola più costosa del mondo, è cresciuto di un ulteriore 9% nel 2014, a quota, tra i filari dei grand cru, 4,35 milioni di euro per ettaro. I prezzi, in effetti, variano dai 2 ai 10 milioni di euro, un’enormità se si pensa che il prezzo medio nell’intera regione della Borgogna è di “appena” 60.000 euro ad ettaro vitato, come riporta il magazine Uk “Decanter” (www.decanter.com).
Per capire come si sia arrivati a prezzi così alti, è paradigmatico l’acquisto, un anno fa, del gruppo Moet Hennessy Louis Vuitton, che ha sborsato qualcosa come 100 milioni di euro per gli 8,66 ettari di Clos des Lambrays. Una spesa, mai ufficialmente comunicata, che comprende anche la tenuta di Morey St-Denis, ma che resta comunque altissima. I dati del Governo francese, del resto, indicano che la sete dei collezionisti di tutto il mondo per i vini di Borgogna appare inesorabile, e questo si riflette nell’andamento dei prezzi dei vigneti. Provocando, in una sorta di spirale, la preoccupazione dei vigneron, perché ad un valore catastale maggiore corrispondono anche tasse di successione maggiori.
Ma se i prezzi in Borgogna continuano a correre, a Bordeaux devono accontentarsi della stabilità: Pauillac, la denominazione più prestigiosa della Regione, è ancora sui 2 milioni ad ettaro, in linea con gli ultimi due anni, mentre Margaux, St Julien e Pomerol si attestano sul milione di euro per ettaro, con la sola Pomerol, che mette a segno un bel +11%, in crescita. In questo panorama, St. Emilion e St. Estephe sembrano occasioni da prendere al volo, con una quotazione, rispettivamente, di 220.000 e 350.000 euro per ettaro. Più a Nord, i vigneti di Champagne valgono in media 1,2 milioni di euro per ettaro.
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