Cambio d’immagine in grande stile per la Cesarini Sforza, la cantina trentina famosa per le sue “bollicine”: nuovo marchio, nuove etichette, un nuovo prodotto ed una nuova campagna pubblicitaria. E, per festeggiare il rinnovato look e per ripercorrere la storia della prestigiosa casa spumantistica (dal 2001 di proprietà, in joint venture, della Cantina La Vis e della Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna, due realtà imprenditoriali particolarmente forti e con competenze diversificate: la prima uno dei principali produttori di Chardonnay in Italia, la seconda azienda importatrice e distributrice sul territorio nazionale di marchi alcolici di grande qualità, ndr), in Trentino, prima a La Vis e poi a Ravina, pubblico delle grandi occasioni: in primis, Luciano De Crescenzo. Lo scrittore ha “deliziato”, con una dissertazione semiseria, com’è nel suo stile, sul rapporto tra vino e filosofia o, meglio, sulla filosofia del vino ed anche sulla cultura ed i valori simbolici dell’aquila, adottata dalla Cesarini Sforza come nuovo marchio aziendale, che da questo mese contraddistinguerà tutti i suoi spumanti.
“L’obiettivo della casa spumantistica - hanno spiegato Fausto Peratoner, amministratore delegato della Cesarini Sforza e direttore generale della Cantina La Vis, ed il presidente della Fratelli Rinaldi Importatori, Giuseppe Tamburi - è quello di riportare questo marchio storico ai livelli di eccellenza che contraddistinguono lo spumante trentino. Oggi la Cesarini Sforza è pronta per questo grande passo, ed ha così aperto le porte per presentarsi nella sua nuova veste e con i suoi progetti di rilancio”. “Del resto, negli ultimi 12 mesi, l’azienda - continua Fausto Peratoner - ha programmato, ed in parte già realizzato, investimenti nell’ordine dei 4 milioni di euro”. E le vendite come stanno andando ? “Molto bene. Secondo gli ultimi dati, la Cesarini Sforza, nell’ultimo anno, ha prodotto e commercializzato 1.200.000 bottiglie di spumante, per il 90% su mercati europei. Ed i piani di sviluppo dell’azienda prevedono anche di raddoppiare, nel medio termine, la produzione con l’aumento della quota di spumanti Metodo Classico e una forte crescita delle “bollicine” con il Metodo Cesarini Sforza”.
Tante bollicine, un’unica filosofia: il metodo Cesarini Sforza
Il marchio Cesarini Sforza, nato nel 1974 in Trentino, ha saputo conquistare in breve tempo una posizione di prestigio grazie all’alta qualità dei suoi prodotti e alla creatività dell’azienda, che non solo ha sfidato le convenzioni sviluppando un proprio metodo di spumantizzazione - il Metodo Cesarini Sforza - ma si è anche misurata (e continua a farlo) con il Metodo Classico, ottenendo in entrambi i casi risultati finali di grande livello.
La recente acquisizione da parte di Cantina La Vis e Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna ha apportato all’azienda un’ulteriore sinergia di know how e competenze. Tre saranno i capisaldi del nuovo corso: qualità, immagine e cultura. Tre valori da perseguire per portare Cesarini Sforza a diventare “l’azienda trentina che produce vini spumanti attraverso una filiera riconosciuta e collaudata e con grande capacità di promuoverli e collocarli sul mercato”. Ma non solo: è in via di sviluppo anche la capacità di accoglienza della cantina: “l’obiettivo è anche quello di aprire le porte al turismo enogastronomico”.
Lo storico marchio trentino si contraddistingue da sempre per il Metodo Cesarini Sforza, ovvero un processo di lavorazione unico che prevede la seconda fermentazione in piccole “cuves closes”: le uve, attentamente selezionate, subiscono una spremitura soffice per ottenere vini base freschi e fruttati, che vengono poi utilizzati per la formazione della cuvée; quest’ultima, suddivisa in più partite con differenti famiglie di lieviti selezionati, è quindi destinata alla rifermentazione, condotta molto lentamente, a bassa temperatura, in piccole “cuves closes” dove i lieviti cedono al vino i loro tipici e differenti profumi; il passo successivo è la creazione della nuova cuvée, secondo percentuali sapientemente studiate che garantiscono una qualità costante ed un equilibrio perfetto dei profumi; le ultime fasi sono l’imbottigliamento ed il lungo affinamento in cantina.
La Cesarini Sforza si prepara quindi a raccogliere i risultati di un approccio al mercato altamente innovativo, che canalizza verso un unico obiettivo le competenze di tre aziende perfettamente integrate dal punto di vista della filiera produttiva: la Cantina La Vis (30 milioni di euro di fatturato), con le sue uve certificate e di alta qualità; la Cesarini Sforza, con la sua lunga esperienza nella produzione degli spumanti sia con Metodo Classico sia con Metodo Cesarini Sforza; la Fratelli Rinaldi Importatori (20 milioni di euro di fatturato, con la perizia di una rete commerciale ampia e di alto livello).
Il Luciano De Crescenzo-pensiero
Luciano De Crescenzo ha fatto della divulgazione della filosofia a portata di tutti la sua missione. E non a caso lo scrittore partenopeo ha iniziato il suo intervento con una storiella, di quelle comprensibili anche ai bambini. “Il primo episodio - racconta - che narra il rapporto tra filosofia e vino, è datato quinto secolo avanti Cristo. Protagonista Pericle, il grande stratega di Atene, che viene accusato di alzare un po’ troppo il gomito. In sua difesa arriva il filosofo Anassagora, che ai detrattori di Pericle lascia una delle sue perle di saggezza: “Perché vi stupite: è più divertente bere che avere il potere”. E, incalza De Crescenzo: “questo mi sembra un messaggio valido anche per Berlusconi. La Cantina La Vis potrebbe mandargli delle bottiglie ...”.
Ma non di sole battute è stata la dissertazione dello scrittore che, dall’alto dei 25 romanzi e saggi pubblicati in 26 paesi e in 19 lingue, può spiegare anche su interrogativi più impegnativi quali: cos’è la filosofia? “Quando me lo chiedono - ha spiegato De Crescenzo - rispondo che c’è la scienza che dà certezze. Per esempio, l’acqua bolle a cento gradi. C’è la religione che si affida alla fede. Ecco, la filosofia sta a metà strada tra la scienza e la religione, perché tratta di cose che non sono esatte e nelle quali non si hanno certezze”. Poi, spenti i riflettori della ribalta e “sceso dal palco”, e c’è stato il tempo anche per riflessioni più profonde, sul suo libro più “Tale e quale” (Mondadori), un dialogo tra lo scrittore e il suo doppio. “E' un dialogo - ha confidato - che aiuta a dare risposte a due domande sempre presenti: dove sono stato prima di nascere e dove andrò dopo la morte? Domande che, superati i 70 anni, diventano sempre più impellenti e alle quali cerco sempre una risposta. Inutilmente”. Come vive la terza età De Crescenzo? “Penso che ognuno di noi abbia bisogno di due cose: l’amore e la libertà. Ma quando un uomo scopre la prima, perde la seconda. Interviene al gelosia, la possessività. Per me ora, la strada giusta è a metà tra l’amore e la libertà, è quella dell’amicizia, perché trovi affetto senza perdere la libertà. E nell’amicizia, per tornare al tema di oggi, un ruolo importante può avere il vino. E’ attorno ad un bicchiere che puoi confidarti ed il vino è un mezzo per trovare nuovi amici”.
Max Savelli
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