La Cina non è ancora, e chissà se lo diventerà mai, quell’Eldorado che il mondo del vino, italiano e non, sperava di aver trovato, come dimostra il crollo, registrato nel 2015, nei consumi di vino rosso, scesi in un anno di 65,16 milioni di litri, a quota 1,187 miliardi di litri. Eppure, ad Oriente le cose stanno cambiando, e molto velocemente, non tanto e non solo a livello commerciale, quanto a livello culturale, con una crescita ed una voglia di conoscenze enoiche sempre più grande, che spesso si traduce in storie di successo, che fanno bene anche all’Italia. E che riguardano non solo l’exploit tecnologico della filiera produttiva cinese, raccontato a WineNews dalla coppia di critici francesi Michel Bettane e Thierry Desseauve (www.winenews.tv/index.php?wnv=6842), ma anche e soprattutto le due più importanti scuole di formazione e preparazione al vino del mondo, la Wine Scholar Guild (www.winescholaguild.org) ed il Wine & Spirit Education Trust (www.wsetglobal.com), entrambe con filiali in tutto il mondo ed un numero crescente di iscritti proprio nel continente asiatico.
Da cui arriva, guarda caso, l’ultima vincitrice della Vintners’ Cup, il riconoscimento allo studente che raggiunge il punteggio più alto nel quarto livello del diploma Wine & Spirit Education Trust in “Wines & Spirits”. Si chiama Jingwei Sun, è una studentessa cinese che ha studiato ad Hong Kong, e segue altre due vincitrici provenienti dall’Asia, la cinese Mei Hong, nel 2012, e Sarah Heller, anche lei di Hong Kong, nel 2013, a dimostrazione di quanto il livello della formazione nel continente sia cresciuto negli ultimi anni, con la Cina che, ormai, è il terzo mercato per il Wine & Spirit Education Trust per numero di studenti (6.598) dopo Uk ed Usa.
Oltre al britannico Wine & Spirit Education Trust, in Asia è molto popolare la Wine Scholar Guild, l’organizzazione creata dalla French Wine Society per lo studio e la diffusione, a livello internazionale, della cultura del vino francese. Che oggi, al di là dei numeri, ha annunciato una grande novità: la nascita, da maggio, dell’Italian Wine Scholar, il programma di specializzazione interamente dedicato al vino italiano, diretto da Maurizio Broggi, e diviso in due unità, una dedicata ai vini delle regioni del Nord ed una ai vini del Centro e del Sud, che sbarcherà in 10 Paesi di 5 Continenti diversi, a dimostrazione di come l’importanza del vino italiano non sia più sottovalutabile. Nemmeno per un’istituzione francese che, per crescere, deve adeguarsi necessariamente alle tendenze ed alle richieste dei wine lover di tutto il mondo, proponendo corsi interamente basati sul vino italiano e su quello spagnolo.
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