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LA CINA NON SI CONQUISTA IN UN GIORNO E, PER INSIDIARE LA FRANCIA, CI VUOLE UNA CRESCITA COSTANTE, ANCHE CULTURALE. L’ESEMPIO DI “SUMMERGATE”, CHE IMPORTA ALLEGRINI, TASCA D’ALMERITA E ADESSO BERONE RICASOLI E SAN POLO

La Cina non si conquista in un giorno. Lo sanno bene gli imprenditori enoici francese, che solo ora raccolgono i frutti di un lavoro iniziato decenni fa, e lo sanno ancor meglio i loro colleghi italiani, che per farsi largo (e rosicchiare quote di mercato proprio ai “cugini” d’Oltralpe) devono lavorare il doppio. Facendo ben attenzione a come muoversi, e su quale partner puntare per imporsi su un mercato tanto complesso, che chiede grandi volumi (e che però si sta imponendo anche come Paese produttore) ma che, quando cerca la qualità, non può prescindere da Francia e Italia. Lo sanno bene grandi nomi come la veneta Allegrini e la siciliana Tasca d’Almerita, che da qualche anno si affidano allo stesso distributore, “Summergate”, uno di quelli che non fa grandi numeri, “ma sa esattamente come valorizzare un vino di qualità - come spiegano da Tasca d’Almerita - e posizionarlo sui giusti canali di vendita, dalla ristorazione agli hotel”. Perché, quando si parla di qualità “non è così importante il boom di vendite da un anno all’altro, quanto - racconta Silvia Allegrini - il consolidamento sul mercato, la consapevolezza che dietro alla vendita c’è un progetto di posizionamento del marchio, una strategia promozionale che passa per marketing sul territorio e tanti piccoli eventi che ci fanno conoscere dai wine lovers cinesi”. Senza fare voli pindarici, perché “imporsi in un segmento che ha come competitor i vini di Bordeaux e della Borgogna - continua Silvia Allegrini - esige tempo ed una crescita costante, anche se lenta”. E che le denominazioni che fanno grande l’Italia in tutto il mondo siano all’altezza, lo dimostra il fatto che la “Summergate” ha deciso di ampliare la propria offerta, puntando su altri grandi nomi dell’enologia italiana. A cominciare dal Chianti Classico di Barone Ricasoli: 5-6.000 casse per iniziare, ma presto potrebbero non bastare, perché “l’interesse per i vini d’alta gamma italiani è sempre più importante”, come spiega Ian Ford della “Summergate”. E poi ci sono il Brunello di Montalcino di San Polo, il Barolo di Luciano Sandrone ed il Montepulciano d’Abruzzo di Emidio Pepe, tutti in fila per un posto d’onore nel cuore degli appassionati orientali.

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