La crescita economica, e del consumo di vino, in Cina, è meno rapida che nel recente passato. Nondimeno, che sia per crescente cultura enoica o per voglia di stili di vita sempre più occidentali, il più grande dei Paesi asiatici è diventato il mercato n. 2 al mondo per i vini di alto prezzo, ovvero quelli oltre i 10 dollari allo scaffale, appena dietro agli Stati Uniti. A dirlo un report di Vinexpo, che sarà di scena con “Vinexpo Asia Pacific”, dal 27 al 29 maggio ad Hong Kong (www.vinexpo.com).
Nel complesso, dunque, emerge che la Cina (incluso Hong Kong) è ad oggi il mercato n. 1 al mondo per i vini rossi (155 milioni di casse da 9 litri n. 2013), il n. 2 per quelli di “alta gamma”, e al n. 5 per vendite di vino complessive nel pianeta. Secondo il report, nella fascia sopra i 10 dollari a bottiglia, il consumo è cresciuto di ben il 430% dal 2008 al 2012, e ci si aspetta una ulteriore crescita del 60% da qui al 2017. “La Cina è come il Giappone di 20 anni fa - ha detto Guillaume Deglise, chief executive di Vinexpo - i giapponesi partirono con il rosso, ma il mercato oggi è maturo, e trovano grande spazio anche i vini bianchi, i rosati e le bollicine”. Una bella e allettante considerazione, se si pensa che il Giappone ha 127 milioni di abitanti, e al Cina 1,3 miliardi.
Un mercato, quello cinese, in cui, per altro, pesa sempre più il web, non solo come fonte di informazione, ma anche come canale di acquisto: secondo uno studio di Wine Intelligence per Vinexpo, dal 27% degli acquisti enoici totali nel 2011, l’e-commerce, nel 2020, peserà per ben il 47% delle vendite.
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