Se è vero come è vero che oltre la metà delle esportazioni italiane di vino è concentrata in pochi mercati, come Usa, Germania, Uk e Canada, secondo molti, la crescita passa per lo sviluppo di tanti mercati più piccoli, ma interessanti. Tra questi, la Svezia dove l’Italia è leader, come spiega a WineNews l’Ice di Stoccolma. “Il vino italiano ha una quota di mercato del 30% sul mercato svedese e si attesta al primo posto in termini di volume di vendita presso il monopolio svedese, davanti a Francia e Spagna. Un successo annunciato visto il trend degli ultimi dieci anni. Le esportazioni di vino dall’Italia verso la Svezia ammontano a 156 milioni di euro”.
D’altronde, spiega l’Ice, i vini italiani in Svezia hanno registrato un continuo aumento delle vendite negli ultimi anni, con la significativa prestazione del 2017 quando le vendite al dettaglio dei vini italiani da parte di Systembolaget (l’agenzia del monopolio svedese, ndr), registravano un “all time high” di ben 56,8 milioni di litri, più del doppio dei 25 milioni di litri di vini del Sudafrica, al secondo posto nel 2017, oggi al quarto posto per volumi. “L’escalation dei vini italiani è dovuta principalmente alla crescente preferenza da parte della popolazione svedese per i vini lavorati attraverso la metodologia dell’appassimento, nella fattispecie “Governo” alla toscana e “Ripasso” alla veneta e altre metodologie simili in altre Regioni”.
“Il mercato svedese è solo uno dei mercati di competenza di Ice Stoccolma”, aggiunge Corrado Cipollini, Direttore di Ice Agenzia a Stoccolma: l’agenzia opera anche su Danimarca, Finlandia, Norvegia, Estonia e Lettonia, offrendo opportunità varie ai nostri produttori vinicoli. Mentre in Svezia, Finlandia e Norvegia vige il monopolio sugli alcolici, la Danimarca annovera il numero maggiore di importatori procapite al mondo (1.700) e consente di testare i vini autoctoni sul mercato locale. Ed è un mercato, quello svedese, che è in continua evoluzione come del resto anche in paesi come Finlandia, l’Estonia e la Lettonia, dove gli alcolici la facevano da padrone. E dove ci si aspetta una forte concorrenza, con richieste del monopolio che spesso sono di prezzi bassi per elevati quantitativi e di vini ricercati e vitigni nuovi per le piccola quantità. Discorso che vale per i monopoli di Svezia, Norvegia e Finlandia.
Per il direttore dell’Ice di Stoccolma, “è necessario continuare a promuovere e monitorare il mercato. Non si può rimanere fermi e sperare di rimanere al top. L’immagine della cantina, un nome semplice che richiami il calore e l’amore per la terra fanno tanto. Essere ecologici aggiunge una marcia in più. Anche se i vini comunque zuccherini, con un contenuto di zucchero tra i 7 e i 12 grammi litro hanno grande successo al monopolio, il consumatore è sempre più orientato verso basse quantità di zucchero, cerca prodotti biologici sullo scaffale e acquista prodotti di prezzo più alto, soprattutto nella stagione invernale”.
Il gusto del vino italiano piace al consumatore nordico, ma la forte concorrenza in termini di immagine dal Sudafrica e dall’Australia deve far riflettere, sottolinea ancora l’Ice. La scandinavia è un mercato conservativo. Il vino italiano funziona bene, ma la presenza delle etichette italiane sulla ristorazione è molto inferiore rispetto a quella dei vini francesi. Da un’analisi di “Star wine list” sulle liste dei vini nei principali ristoranti a Stoccolma e Copenaghen, per esempio, si rivela che le etichette francesi coprono il 65% dei listini rispetto a quelle italiane che hanno il 15% di presenze.
Tante, dunque, le potenzialità per crescere, anche attraverso l’azione dell’Ice. “La Borsa Vini è il principale evento enoico nei paesi scandinavi, andata in scena a Copenaghen, il 6 marzo, nel 2019, mentre nel 2018 è stata a Stoccolma. Parallelamente all’evento, Ice Stoccolma contatta giornalisti e opinion maker al fine di promuovere i vini italiani. Giornalisti e buyer di settore sono anche invitati regolarmente a incoming in Italia. Vinitaly e Vitigno Italia sono le prossime manifestazioni a cui parteciperanno buyer dalla Svezia, Norvegia e dalla Lettonia”.
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