La Crimea, ormai, è saldamente in mano alla Russia e, mentre sul fronte orientale ucraino si aprono nuovi focolai, Mosca già vara il proprio piano di investimenti per una regione che, al di là dell’importanza strategica, non è certo tra le più ricche e prospere del territorio. Uno dei punti di forza è il vino, su cui il Cremlino è intenzionato ad investire una somma importante: 1 miliardo di dollari per far diventare la Crimea il vigneto della Russia. Secondo il Primo Ministro Dmitry Medvedev, infatti, i 31.000 ettari vitati della zona garantiscono condizioni perfette per la crescita enoica del Paese, e l’obiettivo, discusso con il Ministro delle Politiche Agricole, E.B. Skrinnik, è quello di raggiungere una crescita del 53% della produzione vinicola entro il 2017, attraverso una politica di aiuti statali che durerà fino al 2020, quando i vigneti della Crimea cresceranno di altri 19.100 ettari. Ma dove finirà tutto questo vino? Certo, non in Ucraina, che ha chiuso qualsiasi rapporto commerciale con l’ex alleato, probabilmente tutto in Russia, visto che il Governo ha chiesto esplicitamente alle grandi catene della distribuzione di trovare spazio, sui propri scaffali, per il vino della Crimea ...
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