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VINO E CRISI

La filiera del vino scrive al Governo: proposte per gestire l’emergenza e il rilancio delle cantine

Lettera a Conte firmata da Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc, Assoenologi, Confagricoltura, Cia, Alleanza Cooperative e Copagri
CORONAVIRUS, FILIERA, GIUSEPPE CONTE, GOVERNO, vino, Italia
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un brindisi a Vinitaly 2019

Sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali, finanziamenti a breve e medio termine destinati ad alimentare la produzione e alla commercializzazione dei prodotti, forme di garanzia pubblica e privata per ottenere queste forme di credito, sospensione di tutti i finanziamenti in corso a termine più lungo di quello attuale, un più sostanzioso differimento dei termini di rimborso dei debiti in corso, sia a breve che a medio termine, che elimini almeno il periodo fino a fine anno, l’attivazione del pegno rotativo anche per il vino coinvolgendo i consorzi fidi, le banche sul territorio ed i consorzi di tutela: sono le proposte di intervento nel settore enoiche che la filiera del vino ha voluto sottoporre alle istituzioni in un lettera, inviata proprio nel giorno della pubblicazione del già criticatissimo “Dl Liquidità”, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ed ai Ministri dell’Economia (Roberto Gualtieri), dello Sviluppo Economico (Stefano Patuanelli), e delle Politiche Agricole (Teresa Bellanova), firmata da Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc, Assoenologi, Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative e Copagri.
“La crisi epidemica, sociale ed economica che viviamo in queste settimane, sta avendo conseguenze radicali per l’economia e il sistema produttivo del nostro Paese. L’attuale contesto può essere letto attraverso due fasi emergenziali, una sanitaria e l’altra economica che è necessario affrontare all’unisono e con lo stesso livello di ambizione in termini di risorse economiche. In particolare - scrive la filiera - per quanto riguarda il settore vitivinicolo:
Fase 1 di emergenza sanitaria: le imprese vitivinicole operano in un contesto, nazionale e internazionale, attualmente condizionato da un’obbligata riduzione dei consumi on-trade a causa della chiusura di alberghi, ristoranti, agriturismi, bar enoteche e della perdita di una parte consistente delle vendite dirette in cantina, a causa dell’azzeramento del turismo e della forte riduzione degli acquisti dei consumatori “locali”, dovuta alle misure restrittive in materia di circolazione. Insieme, questi segmenti (on-trade e vendita diretta) rappresentano il 57% dei volumi consumati nel mercato italiano, pari a 12 milioni di ettolitri.
Fase 2 di emergenza economica: la seconda ragione di estrema inquietudine per il settore risiede nella fase post-crisi sanitaria. L’economia nazionale e mondiale entrerà in fase recessiva, con diminuzione dell’attività produttiva, contrazione PIL, aumento disoccupazione, diminuzione consumi delle famiglie. In questo contesto, i consumi di un prodotto come il vino sono destinati ulteriormente a diminuire. I quattro mesi di fatturato mancante - immaginando che l’attuale sofferenza si protrarrà almeno da marzo a giugno - produrranno sui bilanci delle aziende un danno che è decisamente maggiore rispetto ai quattro dodicesimi dei ricavi, essendo questi i mesi di lancio dei nuovi vini, in cui i clienti fanno programmazione del lavoro, e saltando per intero le vacanze di Pasqua che aprono la stagione per la migliore ristorazione e hotellerie del Paese.
Inoltre, dare nuova liquidità alle imprese senza una prospettiva di una concreta capacità di rimborso (a causa del crollo dei fatturati e del cash flow) e senza uno scudo protettivo importante sotto il profilo finanziario significa purtroppo squilibrare ulteriormente gli assetti patrimoniali e aumentare i livelli di rischio coi quali il sistema bancario dovrà fare i conti”.
Da queste considerazioni arrivano le proposte per fronteggiare la prima emergenza, ma che in vista della ripartenza, che ovviamente, in buona parte, dipenderà “dall’andamento del ciclo economico mondiale. Una tenuta/ripresa dell’economia italiana avrà sicuramente i suoi effetti sui consumi interni, ma avremo bisogno anche di una ripartenza dell’economia mondiale o quantomeno di quei Paesi che assorbono in larga parte la nostra principale quota di export. E quindi gran parte della ripartenza - sottolineano le rappresentanze della filiera vitivinicola - dipenderà dalle scelte macroeconomiche che i governi e le istituzioni bancarie internazionali faranno nelle prossime settimane. Occorre investire in promozione di sistema, attivando ogni iniziativa utile per favorire la presenza dei nostri prodotti sugli scaffali esteri, incoraggiando attraverso collaborazioni e investimenti con l’industria cine-televisiva la presenza di luoghi e prodotti italiani. Altrettanto importanti saranno le sinergie attivabili per il sostegno ed il rilancio del settore dell’HoReCa e della ricezione turistica.

Focus - Le proposte elaborate dalla filiera vitivinicola rappresentata dalle organizzazioni firmatarie
Sospensione termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi:
- Sospensione degli adempimenti e dei versamenti fiscali contributivi (di cui all’art. 62 del decreto c.d. “Cura Italia”) fino al 31 marzo: si propone di estendere la sospensione di tali adempimenti tributari e contributivi e anche per le piccole aziende con un fatturato non superiore ai 10 milioni di euro (attualmente è previsto solo per microimprese con fatturato fino a 2 milioni di euro).
Va chiarito che la sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi è prevista anche per le aziende agricole individuali e in Società semplice
Riconoscimento di un bonus del 4% (o altra percentuale, ovviamente) del dovuto per i soggetti che, comunque, versassero quanto risultante dalle liquidazioni, di cui usufruire quale credito di imposta.
Eliminazione degli acconti di imposta e ripristino delle previgenti modalità di compensazione dei tributi.
Rinvio del termine di pagamento della prima rata l’Imu dell’anno 2020 (ora prevista al 30/6/2020) fino al 30/11/2020 e della seconda rata dell’anno 2020 (ora prevista al 16/12/2020) fino al 16/2/2021.

Fondo Centrale di Garanzia Pmi (articolo 49 del decreto Cura Italia).
In relazione all’emergenza epidemiologica, l’articolo 49 propone ulteriori interventi del fondo di garanzia PMI che costituiscono una deroga alla ordinaria disciplina del Fondo stesso. Per tale finalità, sono assegnati all’Ismea 80 milioni di euro per l’anno 2020. Si accoglie con favore la previsione di un fondo di garanzia “preferenziale” per le imprese agricole.
In tal senso, la dotazione assegnata al fondo dovrebbe essere aumentata e previsto un criterio di priorità di accesso per quelle imprese agricole, come le imprese vitivinicole, danneggiate dalla crisi in atto che ricavano la maggioranza del proprio fatturato mediante gli esercizi commerciali che hanno sospeso la propria attività (es. bar, ristoranti, enoteche, alberghi) a causa delle disposizioni adottate dal Governo.

Moratoria straordinaria delle piccole e medie imprese con intervento del Fondo di Garanzia Pmi
Per una reale efficacia della norma su tutto il tessuto produttivo si propone di sospendere per 12 mesi o fino al 28 febbraio 2021 le rate, quota capitale e/o quota interessi, relativamente a mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie , in scadenza prima del 31 dicembre 2020, con conseguente piano di rimborso delle rate oggetto di sospensione dilazionato unitamente agi elementi accessori (ad es. garanzie) e senza alcuna formalità, secondo modalità che assicurino l’assenza di nuovi o maggiori oneri per le imprese.
L’azzeramento degli incassi dovuto alla chiusura forzata del canale dell’on-trade, disposta dalle normative finalizzate a ridurre gli effetti del contagio, incide in misura estremamente negativa sulla situazione economico-finanziaria delle imprese e sulla loro capacità di adempiere alle obbligazioni contratte prima del manifestarsi dell’epidemia.
Inoltre, una mancanza che riscontriamo in questo meccanismo è l’assenza di supporto alle medie/grandi imprese, aziende cioè con fatturato superiore a 50 milioni di euro. È necessario ampliare l’efficacia di tali misure anche alle aziende più strutturate.
Dilazione e revisione interessi si mutui acquisiti per investimenti su impianti e attrezzature, in maniera di alleggerire le imprese nell’immediato di alcuni costi e dà modo di garantire la continuità d’impresa.

Rafforzamento del meccanismo di garanzia dello stato mediante Cdp
Il decreto-legge 17 marzo 2020 prevede una serie di disposizioni in materia di credito alle imprese, introducendo diversi strumenti o rafforzandone alcuni già esistenti (ad es., all’articolo 49, il fondo di garanzia per le Pmi).
Tra i vari strumenti a sostegno della liquidità delle imprese, il decreto Cura Italia, prevede un meccanismo di garanzia di ultima istanza da parte dello Stato (articolo 57).
Viene, infatti, prevista la possibilità che gli interventi di Cassa Depositi e Prestiti in favore di banche e intermediari finanziari autorizzati all’esercizio del credito che erogano finanziamenti alle imprese
A copertura delle garanzie dello Stato è istituto un fondo del MEF con dotazione di 500 milioni di euro in grado di attivare, secondo i calcoli del ministero dell’economia, 10 miliardi di euro.
Occorre potenziare questo sistema a garanzia del credito delle imprese, assicurando una dotazione più importante.

Liquidità alle aziende vitivinicole, singole e associate:
Si richiede l’attivazione delle seguenti misure:
La rinegoziazione del debito, rimodulando le condizioni (piano di ammortamento e tasso di interesse) dei finanziamenti, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie, in essere al 31 gennaio 2020, affinché le operazioni rinegoziate, risultino meno gravose e consentano alle stesse aziende di continuare l’attività di impresa.
La concessione di contributi in conto interessi, anche attraverso l’ausilio delle Regioni, per finanziare il fabbisogno di capitale circolante connesso all’impatto negativo derivate dall’attuale situazione emergenziale riconosciuta come evento eccezionale e di grave turbamento dell’economia ai sensi dell’art. 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Lo sviluppo di garanzie sui crediti. Alla ripresa delle movimentazioni verso il canale HoReCa o anche attraverso i canali di distribuzione esteri, i flussi finanziari per il pagamento del venduto saranno per lo meno incerti, occorrerà pertanto mettere in funzione opportune garanzie sui crediti per i nuovi ordini per fornire un quadro di certezza per le aziende, ad esempio attraverso il meccanismo del pegno rotativo di prodotti Dop e Igp (se non già approvato nella conversione del decreto Cura Italia). Eliminazione di interessi e sanzioni, nonché dilazione a 120 rate mensili, senza richiesta di requisiti, per le cartelle emesse dalla Agenzia della Riscossione e per gli avvisi dell’Agenzia delle Entrate.

Aziende a filiera corta
Riteniamo che le aziende che abitualmente servono la Gdo, in genere quelle più strutturate, godano in questo momento del relativo vantaggio di una clientela aperta per legge e viceversa le piccole-medie aziende vitivinicole tradizionalmente legate al canale Horeca soffrano di un mercato chiuso per legge.
I vigneti stanno vegetando e non conoscono lo stop imposto alle attività è necessario quindi immaginare che aziende senza introiti (HoReCa chiuso) avranno viceversa esborsi certi per manodopera, fitofarmaci, gasolio ecc. per gestire la produzione di quest’anno.
Si chiede di istituire un meccanismo che anticipi parte delle spese di gestione del vigneto per i prossimi mesi e uno strumento di pegno rotativo per i prodotti a DO destinati a lunga maturazione creando un registro che individui i prodotti sottoposti a pegno e di quelli sui quali il pegno si trasferisce.
Credito transitorio
Erogazione di crediti ad imprese che vantano crediti verso clienti sul modello attivato da Francia e Svizzera e Francia. In Svizzera il pacchetto di sostegno prevede che le imprese che hanno subito delle perdite economiche possono chiedere un credito transitorio corrispondente fino al 10% della loro cifra d’affari annua, oltre a crediti garantiti al 100%.
In Francia si prevedono prestiti a costo zero alle società in difficoltà, pari a tre mesi di vendite annuali. I prestiti avranno una scadenza di un anno. Questa misura segue quella del governo francese di fornire garanzie sui prestiti. Deve essere garantito un cordone finanziario attorno al mondo delle imprese che faccia girare il sistema nella certezza dei pagamenti ed evitare che prevalga la sfiducia tra imprese (non pago perché penso che non sarò pagato).

Credito d’imposta per perdita significativa di fatturato
Per evitare anticipazioni d’imposta in situazione di grave crisi di liquidità, è opportuno introdurre un particolare credito d’imposta, in base all’art. 107, par. 2, lett. b), del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue), riguardante la compatibilità degli aiuti di stato in caso di calamità naturali ed eventi eccezionali.
La misura deve riguardare le aziende che presentano evidenza contrattuale di mancato guadagno in relazione ai recessi anticipati per giusta causa o per contrazione degli ordinativi con evidenti effetti sul magazzino ed essere parametrata al corrispondente calo di fatturato registrato in ciascun trimestre 2020 rispetto ai ricavi o compensi relativi ai medesimi periodi con riferimento ad uno o più esercizi precedenti.
Con riguardo al primo trimestre 2020 queste informazioni possono essere agevolmente riscontrabili attraverso i flussi di fatturazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi.
La misura deve caratterizzarsi per operatività ampia ed immediata, consentendo la compensazione già in sede di versamento dei tributi e contributi sospesi sulla base delle disposizioni introdotte per contrastare l’emergenza “Coronavirus”, comprese le somme relative alle diverse forme di rateizzazione in essere ed i tributi locali.

Altre misure in favore del settore agricolo presenti nel DL Cura Italia
L’articolo 78 del D.L. “Cura Italia” stanzia un fondo da 100 milioni di euro per l’anno 2020, gestito dal Ministero per le Politiche Agricole. I criteri e le modalità di attuazione del fondo sono definiti da un decreto del Mipaaf d’intesa con la Conferenza Stato Regioni. È importante che il Ministero delle Politiche Agricole proceda con l’emanazione di questo decreto.
Deducibilità integrale degli investimenti in elettronica collegati allo smart working.
Rilancio dell’immagine del settore, attraverso azioni di promozione.
Da qui, la necessità di chiedere alle istituzioni un sostegno per:
Una prima azione di rilancio della promozione del settore nel mercato nazionale, in combinazione con il settore turistico (alberghiero/enoturistico), per incoraggiare i consumi nazionali e al messaggio di riscoperta del turismo in Italia. Si chiede lo stanziamento di un capitolo di risorse ad hoc per rilanciare i territori vitivinicoli e il turismo italiano.
L’azione di rilancio della promozione del settore dovrebbe essere attivata anche mediante un sostegno al settore fieristico, in particolare rilanciando le grandi manifestazioni che hanno protagonista il nostro settore, in Italia e all’estero.
Una seconda azione di rilancio delle azioni promozionali, mediante un piano straordinario di promozione “istituzionale” per rilanciare l’immagine e la reputazione del made in Italy nel mondo.
In tal senso, si auspica uno stanziamento di risorse per l’internazionalizzazione molto più consistente rispetto a quanto previsto dal decreto con l’introduzione di un fondo per la promozione integrata, con l’obiettivo di rafforzare i programmi già esistenti del MAECI, come il fondo straordinario per il made in Italy, nel quale il food e il vino abbiano una rilevanza strategica.
Accanto a risorse pubbliche, vanno immaginati stimoli per incentivare gli investimenti privati in promozione come:
Defiscalizzazione dei fatturati realizzati con l’export;
Possibilità di esporre in bilancio come spese pubblicitarie e promozionali i costi di ristorazione e ospitalità, tanto più se collegate a manifestazioni ed eventi in Italia ed all’estero, con la presenza di giornalisti e/o operatori professionali.
Possibilità di esporre in bilancio come spese pubblicitarie e promozionali i costi di ristorazione e ospitalità, tanto più se collegate a manifestazioni ed eventi in Italia ed all’estero, con la presenza di giornalisti e/o operatori professionali

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