In Francia il Governo Hollande apre ai matrimoni gay, tenendo fede a quanto promesso in campagna elettorale in tema di diritti civili, in Italia una sentenza della Cassazione dichiara che una coppia di genitori dello stesso sesso può crescere un bambino esattamente come una coppia eterosessuale, e mentre i movimenti ed i partiti di ispirazione cattolica portano in piazza centinaia di migliaia di persone “a difesa” dello status quo, il mondo del vino non sta a guardare, e sul mercato arrivano bottiglie gay-friendly ed etichette ad hoc per celebrare, dove si può, i matrimoni omosessuali.
In Usa l’importatore newyorkese Biagio Cru & Estates Wines ha creato un Crémant de Bourgogne, “L’Egalité”, per brindare alle coppie Lgbt che, ne 2011, nella sola città di New York hanno creato un’economia da 259 milioni di euro: una scelta di campo, certo, ma anche di opportunità, un modo per “includere”, sostenendo apertamente le associazioni per i diritti Lgbt, senza rinunciare alle possibilità di un business tutto da scoprire. Ma lo spumante francese non è certo la prima bottiglia “gay friendly” che arriva sul mercato: nel 2008 Bodegas y Viñedos Robeal di Ribera del Duero ha “festeggiato” la legalizzazione dei matrimoni omosessuali in Spagna con un 100% Tempranillo, “Mundo Gay”, mentre in Nuova Zelanda, nel 2004, la coppia di produttori Kim ed Erica Crawford hanno lanciato il “Pansy Rosé” per celebrare il “Mardi Gras”, la aprata che ogni anno colora le strade di Sidney.
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