Se in Italia, per fare cassa, si propone con una certa ciclicità di vendere parte del patrimonio immobiliare dello Stato, in Francia si passa ai fatti, partendo dal vino. Dopo l’asta delle bottiglie più pregiate della cantina dell’Eliseo(che in primavera, tra pregiatissimi Chateau Petrus del 1990 o Chateau Latour del 1936, tra gli altri, aveva totalizzato 700.000 euro di ricavato), ora vanno all’asta anche le bottiglie della cantina di Matignon, la sede del Primo Ministro di Francia. Il 6 dicembre, 1.400 preziose bottiglie, il 10% del totale della cantina, saranno vendute dalla casa d’aste Cornette de Saint Cyr a Drouot. Il valore di ogni lotto, che porta il marchio di provenienza “Hotel de Matignon”, è stimato tra i 15 e i 5.500 euro. “Il vino è considerato un’opera d’arte - spiega il battitore Bertrand Cornette de Saint Cyr - e qui vendiamo una storia, queste bottiglie sono pezzi storici”.
Francesi contenti per questa originale forma di “spending review”? Si e no, perché va bene l’austerity delle istituzioni in tempi di crisi, ma per i transalpini il vino è il vino. E c’è chi no gradisce l’iniziativa: “è il crollo - commenta al quotidiano “Le Figaro” Jean-Robert Pitte, presidente dell’Accademia dei vini di Francia - trovo che sia scandaloso che Matignon, la vetrina del nostro savoir-faire francese, si separi da questi gioielli che ci appartengono. È un affronto ai viticoltori e ai loro sforzi per produrre vini di qualità. Dove finiremo se per uscire dalla crisi siamo costretti a vendere il nostro vino?”. Coi tempi che corrono infatti Matignon ritiene che certe bottiglie siano “troppo costose” (alcune valgono 6.000 euro) e sarebbe considerato inammissibile servirle alla tavola del Primo Ministro durante i pranzi ufficiali.
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