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ATTUALITÀ

La Francia del vino “mette la freccia” e guarda all’Intelligenza Artificiale: “serve adattarsi”

Dal vigneto all’ufficio, porta aperte all’Ia. Il paragone di Jérôme Bauer, presidente del sindacato Cnaoc: “è il passaggio dal cavallo al trattore”
CNAOC, FRANCIA, INTELLIGENZA ARTIFICIALE., VINO FRANCESE, Mondo
La Francia del vino guarda con interesse alle nuove tecnologie per il futuro

La vediamo ormai tutti giorni, in molti ci fanno già i conti ed è facile immaginare che sarà sempre più spesso così. L’Intelligenza Artificiale è entrata in qualche modo nelle nostre vite e anche nei nostri mestieri generando più di una riflessione. Perché se c’è chi teme per i numeri dell’occupazione allo stesso tempo non si può negare che questo strumento possa rivelarsi d’aiuto per migliorare i processi produttivi dando il via ad un’evoluzione che può valere anche per la viticultura. Un settore, quello del vino, che è alle prese con il cambiamento climatico, ma anche con i mutamenti socio-economici, senza dimenticare le pratiche amministrative con la burocrazia che richiede tempo per essere sbrigata. Ed ecco che le nuove tecnologie possono trovare il loro spazio prezioso. In Italia si inizia a parlarne e anche in Francia il dibattito si è aperto con il ruolo dell’Ia che sta prendendo campo, tanto che Jérôme Bauer, presidente Cnaoc, la Confédération Nationale des producteurs de vins et eaux de vie de vin à Appellations d’Origine Contrôlées, primo sindacato vinicolo, ha dichiarato che “le nostre denominazioni devono adattarsi all’evoluzione delle tecnologie, sia in vigna, sia in bottiglia, sia ancora nelle nostre Odg (Organismes de Défense et Gestion) e nelle nostre federazioni”. Cambiamenti di una certa portata che potrebbero verificarsi anche con una certa velocità, Bauer, facendo un paragone con il passato, sostiene che “l’Intelligenza Artificiale in vigna è il passaggio dal cavallo al trattore”.
Come riporta “Vitisphere”, se da un lato lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nel settore vinicolo è visibile da anni ai tecnici del vino (con la mobilitazione dei big data, l’impiego di robot, il miglioramento degli strumenti di supporto alle decisioni, tanto per citare alcuni esempi), dall’altro sta appena iniziando a radicarsi nelle pratiche di marketing (in particolare quelle digitali per gestire i social network, ma anche per creare nuovi marchi ed etichette) e deve affrontare un aspetto che l’intero settore vorrebbe automatizzare per non doverci più pensare ovvero le attività amministrative. “Perché 9 ore è il tempo medio che gli agricoltori dedicano a settimana alle loro dichiarazioni amministrative”, ha affermato la Cnaoc, segnalando un “onere amministrativo” in continuo aumento.
Intanto, con uno sguardo verso il futuro, il congresso della Cnaoc è stato l’occasione per la firma di un accordo rafforzato con l’Institut Français de la Vigne et du Vin (Ifv): “esiste una complementarietà tra le competenze dell’Ifv e l’azione del Cnaoc che può contribuire ad accelerare l’innovazione nelle Aoc”, ha spiegato Bernard Angelras, presidente Ifv.

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