La gradazione perfetta per un vino è di 13,6 gradi alcolici. A patto che si parli di Cabernet Sauvignon e che i consumatori siano australiani, come i protagonisti dello studio dell’Australian Wine Research Institute, pubblicato dal magazine “Food Chemistry”: a 100 bevitori abituali di vino, infatti, l’equipe del dottor Keren Bindon, ha fatto assaggiare una serie di cinque Cabernet Sauvignon, tutti provenienti dallo stesso vigneto, ma da uve raccolte a distanza di quattro settimane.
Il risultato, come in qualche modo ci si aspettava, è stato una netta preferenza per i vini con una gradazione superiore ai 13,6 gradi alcolici, frutto di uve più mature, e capaci di offrire un bouquet aromatico decisamente più fruttato, contro i sapori verdi e poco amati dei vini con una gradazione inferiore.
Certo, ciò che vale in Australia per il Cabernet Sauvignon non può valere, ad esempio, per il Pinot Noir in Borgogna, o per il Sangiovese in Toscana, ma è indicativo di come, fondamentalmente, siano ancora i vini “piacioni”, estremamente fruttati, a conquistare il palato dei consumatori, al di là della gradazione alcolica, sulla quale, per preservare aromi e sapori, è forse più indicato, se proprio si deve, intervenire in cantina.
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