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LA MIGLIOR REGIONE DEL VINO DEL 2012? PER “SNOOTH” È L’ALTO ADIGE, “UNA ZONA BELLISSIMA DOVE COOPERATIVE E CANTINE PRIVATE RIESCONO A DECLINARE MERAVIGLIOSAMENTE VITIGNI UNICI IN CONDIZIONI ESTREME E A PREZZI ONESTI”

Italia
Vigneto in Alto Adige

Paesaggi mozzafiato, ottimo rapporto tra qualità e prezzo e grandissimi vini rossi, bianchi e rosati da varietà uniche, con uno stile moderno e alla portata di tutti: per questi, e tanti altri motivi, la Regione enoica dell’anno secondo www.snooth.com, uno dei siti internet di riferimento dei wine lovers d’Oltreoceano, è l’Alto Adige. “Una zona bellissima, tra Italia e Germania, in lento ma continuo cambiamento, dove cooperative ed imprese private sono capaci di declinare meravigliosamente vitigni come Muller-Thurgau e Lagrein coltivati in condizioni estreme”, come l’ha definito Gregory Dal Piaz, editor in chief di Snooth.
Ciò che colpisce maggiormente dell’Alto Adige, secondo Gregory Dal Piaz, “è la capacità di fare grande qualità tenendo i prezzi sostanzialmente bassi, anche a causa di una scarsa considerazione ricevuta dai media. Del resto, è una Regione amministrativamente italiana, ma linguisticamente tedesca, e questo ha fatto sì che finché c’era la lira, la maggior parte del vino prodotto finiva in Austria e Germania senza alcun tipo di problema, vista la grande capacità produttiva delle cooperative, pur in condizioni morfologicamente impervie, che ancora oggi detengono il primato, a fronte di un’imprenditoria privata che si fa spazio molto lentamente. Ed è proprio da questo dualismo, del tutto pacifico, che resistono e coesistono modi diversi di fare il vino, da una parte uno più tradizionale, dall’altro uno più moderno, ma sempre all’insegna di un percorso verso l’alta qualità iniziato ormai da più di 30 anni. I risultati? Sono vini unici, di cui farò solo tre esempi che rappresentano al meglio la regione e le sue qualità e peculiarità: il primo è il Tiefenbrunner Muller-Thurgau Feldmarschall, che proviene da viti piantate a oltre 1.000 metri di altitudine. Forse non è il vitigno più importante, ma questa è senza dubbio una delle sue declinazioni migliori. Quindi consiglierei un vino da un vitigno autoctono meno conosciuto, ma capace di vantare una complessità ed un’eleganza che ricordano un Borgogna, lo Schiava Gschleier della Cantina di Produttori di Cornaiano, che nasce da vigneti secolari coltivati a 450 metri d’altezza. Infine, il Lagrein, vitigno per molti anni incompreso, ma che oggi sostituisce allo storico carattere rustico note di frutti di bosco, prugna e sfumature di cacao, che quando terrori ed esposizione sono quelli giusti esplodono naturalmente, specie nell’Abtei Muri Gries Riserva”.
Certo, un difetto anche l’Alto Adige ce l’ha, ma non dipende da lui: “tanti ottimi vini, che possono vantare un prezzo abbordabile da chiunque, si fa fatica a trovarli negli Stati Uniti, e questo è un vero peccato, perché tanti wine lovers americani non sanno davvero cosa si stanno perdendo”.

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