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NEL CUORE DELL’UMBRIA

La Paulée da Brunello Cucinelli, a Castello di Solomeo, nel “borgo del Cashmere e dell’Armonia”

Il più grande evento enoico al mondo lancia il “Convivio del Vino” (New York, maggio 2025), dedicato all’Italia, con Jeff Porter (“Wine Enthusiast”)

Fondata nel 2000 dal famoso sommelier Daniel Johnnes, la mission de La Paulée, in linea con lo spirito originario e gioioso di celebrare il vino e la sua cultura - ne La Paulée de Meursault, la festa di fine vendemmia più antica e importante della Borgogna, da cui nasce, e che, oggi, nella versione moderna ed itinerante, ne fa il “più grande baccanale sulla faccia della Terra” per l’autorevole “Financial Times” o più semplicemente, come lo definisce “Wine Enthusiast”, “il più prestigioso evento di vino al mondo”, mentre “qualsiasi appassionato di Borgogna che non coglie al volo l’opportunità di partecipare a questo evento - semplicemente - è pazzo perché è indimenticabile”, sono le parole del critico Robert Parker di “The Wine Advocate” - è quella di unire i migliori vini delle più grandi cantine per far vivere ai wine lovers del mondo esperienze capaci di trasportarli nei territori-icona della Francia e dell’Italia. Tanto che, accanto a La Paulée in Borgogna, a New York e San Francisco, ed ai “festival gemelli” de “La Fête du Champagne” e “La Tablée” con i vini della Valle del Rodano (di scena nella Grande Mela, dal 19 al 23 novembre), oltre alle “Pressoir”, le wine experiences esclusive, sempre a New York, La Paulée ha annunciato, in questi giorni, il lancio del “Convivio del Vino”, un nuovo evento che celebrerà il vino italiano e la sua cultura a New York, il 3 maggio 2025, organizzato insieme a Jeff Porter, firma dall’Italia di “Wine Enthusiast”.
Nell’attesa, i prestigiosi produttori de La Paulée - il cui termine deriva da “poêle” (padella), in cui veniva direttamente servito il cibo nelle feste di fine vendemmia, simbolo, in Francia, di massima convivialità - hanno scelto di incontrarsi, in questi giorni, in Italia (ma non è la prima volta, ndr) in un luogo-simbolo del “saper fare italiano”: Castello di Solomeo, a Solomeo, cuore della vita familiare ed imprenditoriale di Brunello Cucinelli, uno degli imprenditori italiani più illuminati e autorevoli, sostenitore del “Capitalismo Umanistico” e dell’“Umana Sostenibilità”, che lo ha fatto rinascere come “borgo del Cashmere e dell’Armonia”. E dove lo stilista, tra le figure che hanno maggiormente influenzato la moda mondiale, produce vino - 9.000 bottiglie, che nascono nei 5 ettari di vigneto-giardino, su 100 ettari complessivi, e che sono in vendita solo on line, con Fine+Rare, il riferimento mondiale per i collezionisti di fine wines - nella sua Umbria, terra di grandi vini, ma anche di San Francesco, che rappresenta da sempre una sua fonte di ispirazione. E come in un vero “Simposio” (dove, tra gli ospiti d’eccezione, c’è anche WineNews), a Castello di Solomeo, con il “padrone di casa” Brunello Cucinelli, che ha raccontato come “qui si vive in equilibrio con il creato e si coltivano secondo natura grano, olio e vino, per ridare dignità alla terra e al lavoro dell’uomo, perché il lavoro degli artigiani è la cosa più importante e va giustamente retribuito, aspetto che sarà sempre più fondamentale per le imprese, della moda come del vino”, aggiungendo, che “il ricavato della vendita dei vini, che saranno sempre 9.000 bottiglie non di più, serve per finanziare progetti di cultura e libri” (in particolare, la nascita di una grande biblioteca a Solomeo, ma non solo), con il fondatore di La Paulée, Daniel Johnnes, e personalità del mondo del vino come il “guru” della Borgogna Jacky Rigaux, che ha esortato al “massimo rispetto della terra e della vocazionalita dei territori per ottenere la massima qualità, e per far fronte al cambiamento climatico che ci permette comunque di fare vini sempre migliori e che sono la massima espressione dei loro territori”, si è degustato, e preso spunto dal calice per parlare di futuro. Calici che hanno visto un’esclusiva verticale del Castello di Solomeo 2018, 2019 e 2020, guidata da Michele Baiocco, Pietro Grelloni e dall’enologo Riccardo Cotarella, accanto ad icone come Domaine Marquis d’Angerville con Guillaume d’Angerville e Maison Louis Jadot con Pierre-Henry Gagey, dagli Champagne Salon & Champagne Delamotte con Cristian Rimoldi allo Champagne Krug con Olivier Krug, da Château Lafite Rothschild/Château L’Évangile con Saskia de Rothschild a Château Cheval Blanc/Château d’Yquem con Pierre Lurton.
L’evento ha poi avuto il suo svolgimento, nel Teatro Cucinelli, ospitando il confronto introdotto da Andrea Pontremoli, ad Dallara e presidente Fondazione Asphi, organizzazione che si occupa di tecnologie digitali per la disabilità, che ha parlato del ruolo dell’innovazione tecnologica nel trasmettere il valore dell’artigianalità nel futuro. Il “Vine Master Pruners” Marco Simonit, creatore, con Pierpaolo Sirch, del Metodo di Potatura con cui si prendono cura dei vigneti delle aziende più prestigiose al mondo, ha spiegato come il legame tra tecnologia, ambiente e sostenibilità economica è alla base di un “nuovo Umanesimo” come avviene tra i vigneti del Castello di Solomeo. Ma anche a Lafite la viticoltura è un ecosistema in cui “rimaniamo fedeli alle nostre radici adattandoci al cambiamento climatico per portare la nostra azienda nel Ventunesimo secolo” e trasmettere tutto questo al futuro, come sostiene ed ha ribadito Saskia de Rothschild, alla guida del mito di Bordeaux Domaines Barons de Rothschild. E perché un marchio sia capace di rappresentare qualità, innovazione e rispetto della tradizione, fondamentale è il marketing esperienziale, come ha illustrato Olivier Krug, direttore dell’iconica Maison di Champagne, Krug. Rispetto e custodia che significano anche la preservazione di un patrimonio culturale rappresentato dai vigneti in Italia come in Francia, con “Les Climats de Bourgogne”, oggi Patrimonio Mondiale dell’Unesco, come ha detto Guillaume d’Angerville, tra i più grandi vignerons francesi con lo storico Domaine Marquis d’Angerville.
A seguire, una degustazione di altissimo livello con i fine wines “ex cellar”, e l’alta cucina degli chef Michel Troisgros e César Troisgros, del celeberrimo ristorante Maison Troisgros, a Ouches, tre stelle Michelin, con Michel Troisgros che ha raccontato di aver imparato dal padre “a cucinare con naturalezza, seguendo gusto, semplicità, raffinatezza, e bellezza”, mentre la madre, Olimpia Forte, era di origine italiana, e che ha spiegato come, “oggi, la cucina dovrebbe ispirarsi più nella filosofia a quella della nonna, focalizzandosi sugli ingredienti, anziché su troppe rielaborazioni come fanno le chef-star”. E con nomi d’eccezione della critica enoica mondiale come Monica Larner, firma per l’Italia di “Robert Parker Wine Advocate”, Robert Camuto, contributor editor “Wine Spectator”, e Antonio Galloni, fondatore “Vinous”; ed ospiti del mondo del vino e della moda, ma anche dell’hôtellerie, del collezionismo, dell’editoria, della comunicazione, del web, della pubblicità, del cinema, dell’innovazione tecnologica, della finanza, della filantropia, e persino “teste coronate”, del calibro di Peter R. Ryder, ceo Indochina Capital, primo e principale fondo di investimento del Vietnam, proprietario del Mandarin Oriental Bai Nom e di altri 20 hotel della catena Wink Hotels, e Olaf Guerrand-Hermes, discendente di Thierry Hermès, fondatore del prestigioso marchio Hermès; da Nicholas Thompson, ceo della storica rivista americana “The Atlantic”, a Dick Costolo, ex ceo Twitter; da Mark Dowley, fondatore e ceo Art & Science Partners, Inc, società di consulenza che aiuta i marchi a migliorare il loro messaggio e il loro potere competitivo sul mercato, a Sheikha Intisar Al-Sabah della Famiglia Reale del Kuwait, tra le 50 donne più influenti del mondo arabo per il suo contributo in difesa dei diritti delle donne, ed a Saad & Zeena Kurdi della Famiglia Reale della Giordania; da Andrea Sirtori, esperto di metalli preziosi, specializzato in lingotti e monete da investimento, a Archie Ravishankar, fondatore e ceo Cogni, piattaforma bancaria digitale che fornisce servizi finanziari accessibili; da Kyle J. Krause, l’uomo d’affari americano, fondatore e ceo Krause Group, proprietario di Solar Transport, del Parma Calcio e di cantine come Vietti ed Enrico Serafino, a Sir John Hegarty, co-fondatore dell’agenzia Bartle Bogle Hegarty (Bbh), che ha rivoluzionato il panorama della pubblicità (spot Levis anni Novanta) e di The Soho Garage London; da Jay McInerney, scrittore e sceneggiatore statunitense (suo il film “Gia - Una donna oltre ogni limite”, interpretato da Angelina Jolie), a Lodovico Rocca, presidente della holding Techint Engineering & Construction; da Berthold Obauer dell’Hotel-Restaurant Obauer a Werfen, a Salisburgo, icona del lusso con ristorante stellato Michelin, a David Pemsel, presidente del British Fashion Council (Bfc); da Eric Portanger, ceo Wine Management Sicav, società di investimento in vini pregiati, a Robert Mayberry, ceo Mayberry, società di servizi di consulenza in vari settori; da Jugoslav Petrovic, figura di spicco nel campo delle nanotecnologie e della scienza dei materiali, a William Comfort, figura leggendaria nel settore del venture capital, chief operating officer Citigroup; da Alexander Shultz, presidente Cda C-Quadrat Investment Group di Vienna, a Alexander Batchvarov, managing director e responsabile ricerca sulla finanza strutturata internazionale della Bank of America Merrill Lynch; da John Paton, fondatore e presidente Fine+Rare, a Don St. Pierre, vice presidente Fine+Rare.
Tornando al “Convivio del Vino”, si legge in una nota, vedrà il team di La Paulée portare la propria esperienza enologica in Italia, con l’apporto di Jeff Porter e della sua profonda conoscenza del vino italiano, con protagoniste grandi cantine del Belpaese: da Emidio Pepe a Comm. G.B. Burlotto, da Graci ad Arianna Occhipinti, da Foradori a Le Macchiole, da Petrolo ad Istine, da Le Ragnaie a Castello di Solomeo. “Siamo conosciuti come francofili, ma ciò non diminuisce la nostra passione per il vino, il cibo e la cultura italiani - afferma Johnnes - per rafforzare la nostra attenzione sull’Italia, abbiamo chiesto al nostro amico Jeff Porter, che vive a Torino, di portare le grandi aziende di famiglia italiane negli Stati Uniti per una grande celebrazione”. Che racconterà, aggiunge Porter, “i vignerons italiani “devoti”, dalle famiglie storiche ad una nuova generazione di produttori, tutti uniti da uno scopo comune: fare del loro meglio per la loro terra, la loro comunità e il vino italiano. Il nostro obiettivo è condividere le storie e i vini di queste grandi aziende con gli amanti del vino negli Stati Uniti che solo Daniel e il suo team possono raggiungere”. Una celebrazione che si svolgerà all’inizio di maggio 2025, nel mercato n. 1 del vino, con eventi in giro per New York City, “cene e seminari con le aziende partecipanti, produttori leggendari eredi di importanti cantine di famiglia e produttori emergenti ed entusiasti”, che precederanno un “Grand Tasting”, con la formula del walk around tasting, e una cena di gala, con le etichette delle cantine, firmata da grandi chef e con i migliori sommelier degli Stati Uniti (il 3 maggio, nella City Winery). E dove La Paulée festeggerà i suoi primi 25 anni, brindando con il vino italiano.

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