Il “sistema vino” italiano è sostanzialmente in salute, cresce, soprattutto all’estero e, sembra da qualche segnale positivo, anche in patria. Ma non può cullarsi sugli allori e, soprattutto, ha bisogno “di crescere in competitività con il mondo, e per farlo ha bisogno di una politica più attenta alle richieste ed alle esigenze di un settore che è la punta di diamante dell’agroalimentare del Belpaese, e che promuove l’Italia nel mondo”. A dirlo il presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), Domenico Zonin (www.uiv.it), nella presentazione delle prime stime nazionali della vendemmia 2015, nella cantina griffe della Franciacorta, Cà del Bosco.
“Abbiamo bisogno di misure che portino, in primis, ad una certa stabilità nei prezzi, per evitare tensioni come quelle che ha vissuto il Prosecco negli ultimi mesi, e per poter essere più efficaci nella programmazione. E poi ci sono cose da rivedere. Partiamo dal sistema dei diritti di impianto. Il sistema della autorizzazioni dell’1% in più all’anno non funziona, 6.000 ettari per l’Italia sono briciole. E teniamo conto che i numeri ci dicono che quest’anno i consumi nel mondo sono leggermente diminuiti, a -2 milioni di ettolitri, e che, nel Nuovo Mondo, invece, i vigneti aumentano. Vuol dire che al concorrenza è sempre più forte e va inquadrata in una ottica globale. E su questo, per i produttori italiani, è fondamentale anche riflettere sull’Ocm vino e sulla promozione. Perché se in passato la competizione era sulla qualità, ora questa è data per scontata: la lotta sui mercati si fa con la promozione e con il marketing, e per questo la misura promozione è la più importante dell’Ocm. Solo che in Italia abbiamo deciso di affidare più risorse alle Regioni che producono di più, invece che a quelle che esportano di più, con il risultato che in 3 anni abbiamo sprecato 100 milioni di risorse, utilizzandole male, e facendole rendere meno di quanto potevano. “Anche considerando che alcune Regioni non riescono a spenderle in promozione, e quindi le dirottano su altre misure come la conversione e la ristrutturazione dei vigneti, e questo non va bene”. E anche il riparto “30% nazionale e 70% Regioni, probabilmente, visto quanto successo fino ad oggi, è una cosa da rivedere”, aggiunge sul tema Ettore Nicoletto, ad Santa Margherita.
“E se queste sono questioni da risolvere a livello nazionale - continua Zonin - poi ci sono altre che vanno trattate a livello di Europa, soprattutto sul fronte degli accordi internazionali e delle tassazioni, perché è difficile competere in Paesi dove altri soggetti extra europei, magari in virtù di accordi bilaterali, pagano meno tasse, se non nessuna, per esportare i proprio vini. Per questo vogliamo istituire una sorta di “consiglio” tra aziende europee leader, per lavorare su questi aspetti”.
In ogni caso, “i Governi nazionali e l’Europa devono ascoltare di più il mondo del vino - rilancia Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins - perché le imprese del vino generano economie importanti, posti di lavoro e presidiano territori che, altrimenti, si spopolerebbero”.
In Italia, almeno in parte, una politica che ascolta il mondo del vino c’è, “come è successo in maniera virtuosa nel percorso del “Testo Unico” del vino, sul quale siamo alle strette finali”, aggiunge Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, che aggiunge: “concordo con Zonin, dobbiamo smettere di lavorare pensando ai confini nazionali, perché è vero che il mercato ormai è globale. Ed è giusta anche la richiesta di lavorare meglio sulla promozione, e sulla necessità di rivedere il sistema degli impianti, tema sul quale prima abbiamo avuto paura della liberalizzazione totale, e poi abbiamo trovato un rimedio che è peggio del male che temevamo, perché è una soluzione non adeguata alle richieste attuali del mercato e al sistema produttivo. Dobbiamo lavorare tanto, non è semplice, ma ci stiamo provando”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025