Non piace alla Francia il pacchetto di riforma del settore del vino in Europa proposto dalla commissaria europea all'agricoltura Mariann Fischer Boel. "Siamo determinati a difendere la nostra filiera agricola - ha affermato il primo ministro Dominique de Villepin - promettendo di aprire "una discussione con i partner per cambiare i punti che ci sembrano inaccettabili".
Ancora più deciso il ministro dell'agricoltura Dominique Bussereau che ha definito "inaccettabile" la riforma e ha aggiunto in un comunicato: "la viticoltura europea non deve diventare la variabile correttiva del mercato mondiale". Sul banco degli imputati la decisione di estirpare 400.000 ettari di vigneti in cinque anni per regolare la sovrapproduzione e la decisione di sopprimere il meccanismo della distillazione di crisi e lo stoccaggio privato.
In linea col Governo i viticoltori francesi che rifiutano l'idea di un espianto massiccio in Europa quando, nell'emisfero del Sud (dall'Australia alla Nuova Zelanda, dall'Argentina al Brasile e all'Africa del Sud) anch'esso in sovrapproduzione, si continua a piantare vigneti.
Secondo i dati dell'Ufficio internazionale della Vigna e del Vino, riportati da Le Monde, dal 2002, nei 25 Paesi Ue, gli ettari destinati a vigneto sono 65.000 in meno, mentre nello stesso periodo, nell'emisfero del Sud sono aumentati di 45.000. I viticoltori francesi vogliono conservare la distillazione, non accettano l'ipotesi dell'importazione dei mosti destinati ad essere vinificati in Europa e reclamano un rilancio delle esportazioni.
Per tutti, la riforma della Fischer Boel porterà a un "piano sociale massiccio", gli agricoltori temono infatti la sparizione di migliaia di aziende agricole che in Francia sono ormai solo 144.000.
Antonio Boco
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