Gli occhi dei gourmand e della ristorazione mondiale sono rivolti a Torino, dove stasera, dalle ore 20, sarà svelata la “The World’s 50 Best Restaurants” 2025, la classifica dei migliori ristoranti del mondo, con l’Italia che spera in risultati importanti (ad oggi nelle posizioni da 100 a 51 figura un solo ristorante tricolore, Al Gatto Verde di Modena, il ristorante stellato del progetto Casa Maria Luigia di Massimo Bottura - fuori gara e nella Hall of Fame con la sua Osteria Francescana di Modena, al n. 1 nel 2016 e nel 2018 - con la chef Jessica Rosval ai fornelli). Un’élite assoluta, vertice di una grande piramide, quella della ristorazione mondiale, che secondo il “Foodservice Market Report” 2025 della società di ricerca e consulenza “Cognitive Market Research” muoverà, alla fine del 2025 in corso, qualcosa come 3.271,1 miliardi di dollari, un valore enorme, destinato a crescere ancora fino al 2033, ad un tasso poco inferiore al 3% all’anno, per arrivare, secondo le stime, ad oltre 4.142 miliardi nei prossimi 8 anni.
Nel complesso, gli Stati Uniti sono il principale mercato mondiale, con un valore stimato nel 2025 pari a 1.023,7 miliardi di dollari, che si prevede arriveranno a 1.232,08, mentre in Italia, il food service, “fatturerà” 71 miliardi di dollari a fine 2025, secondo il report, per salire ad oltre 90 nel 2033. Guardando per macroaree, secondo lo studio, il Nord America (Usa, Canada e Messico), restano la più importante in termini di giro d’affari, oggi a 1.301 miliardi di euro, destinati a diventare più di 1.591 nel 2033, davanti all’Europa, oggi a 939,7 miliardi, che saranno 1.148,3 nel 2033, e all’area Asia Pacific, che dai 624 di oggi passerà a 860. Oggi più marginali, ma con tassi di crescita previsti enormi, le altre aree del mondo, come il Sudamerica, a 240,4 miliardi di dollari, che diventeranno 313,6 nel 2033, il Medio Oriente (al netto delle evoluzioni delle guerre, ndr), oggi a 121 miliardi, che saliranno a 138, e l’Africa, che passerà dai 69 ai 90 miliardi di euro tra il 2025 ed il 2033.
Secondo il rapporto, all’edizione n. 7, “l’industria alimentare e delle bevande è guidata da diversi fattori chiave. La crescente domanda di opzioni alimentari sostenibili, biologiche e attente alla salute sta influenzando in modo significativo l’offerta di prodotti e le tendenze del mercato. Inoltre, anche la crescente consapevolezza delle preferenze e delle restrizioni alimentari, come le diete vegane e prive di glutine, sta influenzando le scelte dei consumatori. Ancora, le innovazioni tecnologiche nella gestione della supply chain e nelle piattaforme di e-commerce stanno migliorando la varietà dei prodotti, migliorando il controllo della qualità e ottimizzando la distribuzione. Tuttavia, il mercato della ristorazione deve anche affrontare diversi fattori limitanti. L’aumento dei costi delle materie prime e le interruzioni della catena di approvvigionamento sono sfide importanti, così come le sfide normative e i costi di conformità sono significativi. Inoltre, i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e la carenza di manodopera possono rappresentare una sfida per l’innovazione dei prodotti e l’efficienza produttiva. Nonostante queste sfide, il mercato della ristorazione - spiega - offre significative opportunità di crescita. La crescente domanda di prodotti sostenibili e attenti alla salute, l’espansione dell’e-commerce per la spesa e i progressi tecnologici nelle proteine alternative stanno guidando la crescita. E la crescente domanda di proteine vegetali e alternative, il passaggio a imballaggi sostenibili e pratiche ecologiche e la crescente popolarità degli alimenti funzionali e della nutrizione personalizzata stanno plasmando il settore”.
Numeri da prendere sempre con prudenza, come ogni macrostatistica, ma che danno comunque la dimensione enorme, economica e produttiva, del fenomeno della ristorazione mondiale. Che come detto, stasera, da quella Torino che fu la prima capitale d’Italia, vedrà i riflettori puntati sul suo vertice qualitativo, dove c’è grande attesa per la cucina del Belpaese, che sarà comunque protagonista, rilanciando anche la sua candidatura a Patrimonio Immateriale Unesco, di cui si conoscerà l’esito a dicembre 2025.
Intanto, però, oggi, e nei giorni passati, è stato il Piemonte dei grandi vini e del tartufo, delle nocciole e della grande industria dolciaria, ad essere ad un tempo palcoscenico e protagonista. “Ospitare questo evento è per noi una scelta strategica per posizionare Torino e il Piemonte al centro delle rotte della ristorazione mondiale. Questa è una terra che esprime un’altissima qualità gastronomica, che però non sempre è percepita come tale. Avevamo bisogno di portare qui critici, giornalisti e i migliori chef del mondo per poterlo raccontare e dimostrare a tutti”, ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, annunciando la presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, “a conferma dell’importanza di questo evento e che sarà l’occasione per rilanciare la candidatura della cucina italiana all’Unesco”.
L’attesa, ora, è quella di scoprire se, stasera, “The World’s 50 Best Restaurants” - nella prestigiosa cerimonia al Lingotto Fiere con main partner S.Pellegrino & Acqua Panna e con oltre 1.300 ospiti, più di 250 media del settore, 89 ristoranti e più di 100 chef invitati (tra cui WineNews, ma che sarà trasmessa come sempre anche in livestream), confermerà, farà salire nell’Olimpo o scendere di qualche gradino, gli chef che nel 2024 ha inserito nella classifica dei 50 migliori al mondo - secondo i voti di oltre 1.000 anonimi esperti culinari mondiali elaborati in modo indipendente da Deloitte - guidata dal tristellato Disfrutar di Barcellona del trio di chef Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas - che esce dalla lista, ed entra nella hall of fame dei “Best of the Best” con i ristoranti che sono stati n. 1 al mondo, tra cui l’Osteria Francescana di Modena dello chef tristellato Massimo Bottura - seguito sul podio da Asador Etxebarri di Atxondo, n. 2, e da Table by Bruno Verjus a Parigi, n. 3. E con l’Italia rappresentata da Lido 84 dello chef Riccardo Camanini a Gardone Riviera (1 stella Michelin, alla posizione n. 14), Reale dello chef Niko Romito a Castel di Sangro (3 stelle Michelin, n. 19), Piazza Duomo dello chef Enrico Crippa ad Alba (3 stelle Michelin, n. 39), e Uliassi dello chef Mauro Uliassi a Senigallia (3 stelle Michelin, n. 50), ma anche, nella parte “bassa della classifica”, Le Calandre di Rubano dei fratelli Alajmo, al n. 51, e l’Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler a Brunico, al n. 52 (la new entry più alta in questa parte della classifica nella scorsa edizione).
Il brindisi? Piemonte Land of Wine sarà presente come partner “con le più brindate denominazioni vinicole piemontesi, dal Barolo al Barbaresco, dalla Barbera d’Asti, al Gavi, dall’Alta Langa all’Asti Spumante, dal Moscato d’Asti al Brachetto d’Acqui, in un mosaico vinicolo di altissimo livello abbinato ai piatti dei 50 migliori chef al mondo - dice il presidente del Consorzio che raggruppa i consorzi dei vini del Piemonte, Francesco Monchiero, produttore nel Roero - sarà una formidabile occasione di promozione per i nostri vini accostati agli chef e ai ristoranti più prestigiosi del mondo. Una vetrina internazionale imperdibile per il Piemonte del vino e del gusto”.
Ma “The World’s 50 Best Restaurants” 2025 vede anche un altro simbolo del made in Italy protagonista: il Consorzio del Parmigiano Reggiano per la prima volta nel ruolo di “Official Cheese Partner”, anche al 50 Best Closing Party, il 20 giugno all’Nh Piazza Carlina, dove il Parmigiano Reggiano sarà anche presente come ingrediente principale nel menù, caratterizzando con il suo gusto unico le creazioni di chef di fama mondiale quali Mauro Colagreco di Mirazur, tre stelle Michelin, ed Elena Reygadas del ristorante stellato Rosetta. Inoltre, nella cerimonia di premiazione, quando verrà svelato l’elenco dei 50 migliori ristoranti al mondo, si potranno assaggiare gli 11 Parmigiano Reggiano 24 mesi vincitori dei “Casello d’Oro Awards” 2024, ovvero i premi conferiti ai formaggi vincitori delle gare annuali denominate “Palio del Parmigiano Reggiano”. Una collaborazione triennale, con la quale il il Consorzio sostiene “50 Best” anche attraverso la “50 Best Restaurants Scholarship”, un programma internazionale di borse di studio che offrirà a un giovane chef emergente, selezionato tra oltre 480 candidati da tutto il mondo, l’opportunità unica di formazione a El Celler de Can Roca a Girona nella “Best of the Best”, e al SingleThread a Healdsburg in Usa. I tre finalisti, Christian Nawabunike dalla Nigeria, Angelica Ortis dalla Colombia ed Eva Stepak Heritier dalla Francia, visiteranno l’Emilia-Romagna per scoprire dal vivo il processo di produzione del Parmigiano, prima di partecipare alla cerimonia di premiazione. “Da sempre la ristorazione riveste un ruolo fondamentale per far conoscere le distintività del Parmigiano Reggiano in Italia e nel mondo. Attraverso questa collaborazione triennale e, in particolare, con la “50 Best Restaurants Scholarship”, vogliamo ribadire il ruolo della Dop come ingrediente d’eccellenza, capace di ispirare la creatività degli chef e raccontare i valori di un territorio unico”, sottolinea Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio.
“Essere al fianco di “The World’s 50 Best Restaurants”, per la prima volta in Italia, è per noi motivo di grande orgoglio. Acqua Panna e S.Pellegrino sono da sempre ambasciatori della cultura gastronomica italiana nel mondo, e crediamo profondamente nel valore della cucina come gesto culturale, capace di unire visioni, territori e persone - commenta Ilenia Ruggeri, dg Gruppo Sanpellegrino - la nostra partecipazione è espressione di una responsabilità che portiamo avanti ogni giorno: sostenere chi, attraverso il proprio lavoro, porta in tavola il meglio di sé con autenticità, competenza e passione”.
La curiosità? Come simbolo dell’accoglienza made in Piemonte, ogni chef riceverà un dono speciale: una bottiglia di Barolo dell’anno di nascita, un barattolo di Nutella personalizzato e un kit da cucina firmato dal grande artista piemontese Ugo Nespolo.
Ad accompagnare “The World’s 50 Best Restaurants” è stato un ricco programma che ha incluso, nei giorni scorsi, un ricevimento per i media alla Reggia di Venaria firmato Regione Piemonte, e, alle Ogr-Officine Grandi Riparazioni di Torino, il forum #50BestTalks per esplorare alcuni temi che riguardano il mondo dell’ospitalità con “stelle” dell’universo della gastronomia mondiale come Dominique Crenn, Virgilio Martínez, Bruno Verjus e Agnese Morandi, Jeremy Chan, Mindy Woods e Ago Perrone e Giorgio Bargiani. Ma anche la serie di eventi aperti al pubblico delle “50 Best Signature Sessions”, che, fino al 21 giugno, vedono gli chef 50 Best cucinare insieme a rinomati talenti locali nei ristoranti più famosi di Torino, a partire dal più famoso, Del Cambio, il cui chef stellato Diego Giglio ospita gli chef australiani James Henry e Shaun Kelly di Le Doyenné a Saint-Vrain, Stella Verde alle porte di Parigi, e dal Piazza Duomo di Alba, dove lo chef Enrico Crippa e la famiglia Ceretto, alla guida di una delle più importanti cantine delle Langhe, hanno accolto lo chef Hiroyasu Kawate dal Florilège, due stelle Michelin a Tokyo. Infine, c’è anche “Buonissima Summer Edition”, con eventi diffusi, cene e dialoghi con oltre 50 chef italiani e internazionali.
Il tutto, per un ritorno economico pubblicitario stimato di 100 milioni di euro, per quella che è una vera e propria “expo” del fine dining mondiale, ma che accende i riflettori anche sul patrimonio enogastronomico e culturale italiano, e che, di certo, è un’occasione prestigiosa da sfruttare, anche in termini di immagine e comunicazione.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025