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LA ROMANIA, PAESE DALLA GRANDE TRADIZIONE ENOLOGICA, VERSO UNA NUOVA SFIDA: FABIO ALBISETTI, IMPRENDITORE VINICOLO IN TOSCANA E COORDINATORE DI INVESTITORI ITALIANI, STA REALIZZANDO QUI UNA DELLE AZIENDE VITIVINICOLE PIU’ MODERNE D’EUROPA

Italia
Un'immagine di una cantina in Romania

Ci sono già 500 ettari in produzione dal ’99, ed altri 700 arriveranno nel giro di pochissimi anni. Fabio Albisetti, uno degli imprenditori del Chianti Classico (è suo il Castello di Paneretta) e capofila di grandi ed importanti investitori italiani ed europei, sta portando al successo il suo sogno in Romania: creare una delle più grandi e moderne aziende vitivinicole d’Europa. “Dopo aver lavorato molto qui - spiega a Winenews - volevo ridare qualcosa a questo Paese. Così ho trovato degli “amici-investitori” e mi sono messo a lavoro, con tantissimo entusiasmo: ho esplorato le più belle aree viticole e ho cercato quei luoghi che mi permettessero di produrre dei vini di qualità, tali da rispondere alle esigenze di un affiatato gruppo di investitori. E così è nata Vinarte, società che ha già investito, in vigneti ed in cantine in Romania, ben 8,5 milioni di euro”.
“Anche con un po’ di fortuna, dopo qualche tempo passato ad analizzare i dati climatici e quelli relativi al terreno, dopo aver lungamente degustato vini (qualche volta molto vecchi!), ci siamo imbattuti in tre aziende che rispondevano alle nostre esigenze (500 ettari di vigneto, in tre territori: Villa Zorilor a Zoresti, nell’area di Dealul Mare, Castel Bolovanu nel Dragasani e Stirmina nel distretto di Mehedinti, ai bordi del Danubio). Ed è da queste tre realtà che siamo partiti a costruire materialmente l’attività giorno per giorno, assieme alla gente del luogo, dando il via alla ristrutturazione di tutti i vigneti e cantine. Anche la gente che ha lavorato con noi nei vigneti ha il marchio del sole dei millenni sulla pelle: è gente che è nata e da sempre ha vissuto per la vigna e il vino. La nostra unica preoccupazione è stata quella di ridare dignità ad un lavoro svilito, che aveva perso lo stile della qualità per poter rispondere all’esigenza di ridurre al minimo costi diventati insostenibili per le aziende, private dei capitali necessari al proprio sviluppo nel periodo successivo al cataclisma politico del 1989. In molti di loro abbiamo risvegliato l’antico orgoglio contadino della buona coltivazione, un fuoco che covava sotto la cenere, ed abbiamo consentito di riassaporare il piacere di vedere le colline vestite di un bel vigneto. Gli impianti viticoli erano stati progettati con rigore meticoloso (densità superiori alle 5.000-6.000 piante per ettaro, sistema di potatura a guyot bilaterale con belle spalliere e foglie ben esposte, vegetazione correttamente ingabbiata, sistemazione dei terreni e esposizioni ben studiate come nella tradizione delle migliori viticolture europee). Il ritorno del vocabolo “qualità” è sceso tra questa gente suscitando perplessità iniziale e poi stupore, ma quando si sono resi conto della coerenza del nuovo progetto tutto è cambiato: oggi ci stiamo convincendo che è ormai entrata nel loro bagaglio, la convinzione che fare bene è la strada migliore. Un particolare? Prima di restaurare la cantine ed i vigneti abbiamo restaurato le case per gli operai, abbiamo creato la mensa e delle strutture sociali nelle cittadine in cui sono le nostre cantine. E lo stesso spirito ha caratterizzato l’opera di ammodernamento tecnologico delle cantine e l’addestramento del personale ad una nuova pratica enologica attenta al dettaglio di ogni singola operazione”.
“E in brevissimo tempo - continua con un giusto filo di orgoglio Fabio Albisetti - siamo diventati l’azienda leader in Romania, con una produzione a regime di 10 milioni di bottiglie e 600 operai tra stagionali e fissi. Ma tutto questo è stato possibile non solo grazie ai finanziamenti che abbiamo fatto, ma grazie anche alla professionalità, competenza e pazienza di un grande uomo del vino: Fiorenzo Rista, enologo piemontese con importanti esperienze che, vivendo sul campo, ha fatto da collante tra tutti i protagonisti di questa avventura. Ed è proprio Rista, che è anche l’autore, con l’aiuto di Attilio Pagli, uno dei winemakers più famosi ed importanti del mondo, dei vini che, a partire dalla vendemmia 1998 e 1999, abbiamo prodotto nei quattro “terroir” della Romania”.
“Ma sono convinto - continua Albisetti - che il nostro progetto contribuirà più in generale alla rinascita di tutta la viticultura rumena, che vanta enormi potenzialità di produzione di vini di alta qualità, eleganti e complessi, che saranno ben presto all’attenzione dei “connaisseurs” di tutto il mondo. E questo lo faremo salvaguardando le continuità delle tradizioni, della cultura e del gusto della Romania”. E c’è da crederci, assaggiando gli ottimi vini, che partono da 1,20 per arrivare ad 8 euro: noi lo abbiamo fatto a Bordeaux, in occasione di Vinexpo, e vi garantiamo che bisogna provare per credere!

La scheda - Il progetto “Vinarte”: aziende, vitigni, consulenti …
Filari ben allineati, adagiati su dolci colline, un castello in cui si respirano atmosfere del tempo passato, cantine di affinamento che si snodano infinite a 40 metri sotto terra, il tutto completato da un invito a pranzo come occasione per degustare in un’atmosfera conviviale i grandi vini bianchi secchi e dolci, sicuro miracolo nato da un equilibrato incontro tra “terroir”, tradizione e ingegno umano. Da queste indimenticabili sensazioni, accompagnate dal desiderio di far parte di questo cimento proiettato nel terzo millennio nasceva l’idea di Vinarte. Fondata nel 1998 con il proposito di produrre e commercializzare vini di grande qualità, ha già fatto un’importante serie di investimenti riguardanti sia la parte agronomica che le tecnologie dei centri di vinificazione, diventando in brevissimo tempo azienda leader. Vinarte è produttrice in Romania in quattro territori: Cotnari, Sahateni-Zoresti, Samburesti e Vanju Mare. Lo staff tecnico è composto da specialisti italiani di livello internazionale: il consulente-enologo è Attilio Pagli di “Matura” (uno dei più bravi e famosi nel mondo), il consulente agronomo è Federico Curtaz (basta dire da dove viene: da Gaja Barbaresco!), il winemaker è Fiorenzo Rista. Vinarte vuol contribuire alla rinascita della viticultura rumena producendo vini di alta qualità, eleganti e complessi, presto conosciuti dagli intenditori di tutto il mondo. L’obiettivo è quello di adeguare gli interventi in vigna e le tecnologie in piena armonia con gli specialisti locali, salvaguardando le continuità delle tradizioni e della cultura rumeni. Quattro le aziende di Vinarte: a Cotnari, controlla 50 ettari di vigneto (Feteasca, Tamaioasa Romanesca, Francusa, Grasa) ed attua una collaborazione di appoggio alla cantina con nuove tecnologie per la fermentazione di vini bianchi (Blanc Cotnari); a Samburesti, Domaine Bolovanu, uno degli “chateau” della Romania; 60 ettari di vigneto (30 ettari di Merlot e 30 ettari di Cabernet Sauvignon); a Sahateni-Zoresti, 130 ettari di vigneto di varietà a bacca rossa (Merlot, Pinot Noir, Cabernet Sauvignon), con antiche cantine di invecchiamento (con barriques francesi); a Turno Severin-Vanju Mare, la cantina di Starmina: 190 ettari di vigneto, di cui 60 ettari di uve rosse (Merlot, Cabernet Sauvignon) e 130 ettari di uve bianche (Sauvignon, Muscat Ottonel).

La Romania del vino: passato e futuro
Un grande passato - Le origini del culto di Dioniso sono da collocarsi sulle rive del Danubio dove i Geto-Daci, dai quali discendono gli attuali rumeni, erano già allora dedicati alla coltura della vite, come afferma lo storico Xenopol. La leggenda narra che quando la Dacia fu occupata dai Romani essa fu rappresentata simbolicamente dall’imperatore Traiano nella moneta “Dacia felix”, coniata per l’occasione, come una donna con due pargoli tra le braccia, il primo dei quali tiene in mano un grappolo d’uva, il secondo una fascina di grano. Altra importante testimonianza risulta dalle note del viaggio in Romania del Bishop Anton Veranesics (1504-1575) il quale scrive: “in ogni dove si traversano colline assolate coperte di vigneti e si possono bere vini forti o delicati, secchi o dolci, bianchi e rossi, tutti così gustosi e nobili, che si può dimenticare quelli fatti in Falernum o nello Champagne”.
Con il passare dei secoli la sempre più accurata selezione della qualità dei vigneti, dei territori di produzione e i particolari accorgimenti usati nelle fasi della vinificazione portarono la Romania a essere riconosciuta, grazie a premi e attestazioni di merito internazionale, come una delle zone di maggior pregio (famosi ancora oggi i vini di Cotnari, Samburesti, Mufatlar, Dealu Mare).
La fillossera, che colpì le viti nel 1884, la Prima e la Seconda guerra mondiale, nonché il regime comunista teso a separare i viticoltori dalle proprie vigne, costituirono il concatenarsi degli eventi che causarono la scomparsa della Romania dalla scena mondiale dei grandi vini. Soltanto un secolo dopo, nel 1989, i viticoltori poterono tornare a coltivare i loro amati e mai dimenticati vigneti: una nuova era stava per cominciare.
Un grande futuro - 270.000 ettari di vigneti, una produzione di 6,5 milioni di ettolitri di vino: è la Romania di oggi, riconosciuta tra i 10 più grandi produttori del mondo. Un patrimonio genetico di antichi vitigni autoctoni, testimoni di una grande tradizione enoica, le varietà importate all’inizio del secolo, le condizioni pedo-climatiche significative di una zona altamente vocata, hanno creato un habitat perfetto per la loro coltivazione.
La Romania è situata sulla stessa latitudine della Francia: il clima è di carattere continentale, con estati calde e inverni freddi, influenzati dal Mar Mediterraneo e dai fiumi che attraversano le zone di produzione. Il terreno è di base pietroso e ben drenato intorno ai Carpazi, alluvionale e sabbioso sull’area costiera. Clima, suolo, esposizione sono i fattori determinanti che rendono la Romania potenziale produttrice di vini di alta qualità.
Con decreto parlamentare (Gazzetta Ufficiale del 29 settembre 1998) sono state individuate e delimitate le zone produttrici di vini di alta qualità che possono fregiarsi degli appellativi “Denominazione e origine controllata” (Doc) e “Denominazione e origine controllata e grado di qualità” (Docg).
L’impegno dei Centri sperimentali della Vite e del Vino e di studiosi fautori della rinascita viticola, in primis il professor Aurel Popa (Università di Craiova), è principalmente volto a risvegliare quei valori umani di attaccamento e di dedizione alla terra, insiti nel profondo dell’anima del popolo rumeno, affinché il vino, grande risorsa naturale, portavoce della storia, della cultura e della tradizione di un popolo, diventi ben presto il più valido ambasciatore della Romania nel mondo.

La domanda: ed i prezzi dei terreni in Romania ?
Dopo l’investimento di Vinarte, altri sono seguiti (tra cui anche la Generali Agricola) ed altri sono in corso. Oggi è possibile acquistare terreni in Romania, ma con società di diritto rumeno (che possono però avere nella compagine societaria capitali privati esteri). I prezzi vanno da 1.000 euro a 5.000 euro per ettaro, a seconda delle vocazione del territorio e della qualità del terreno. Anche il Governo della Romania si sta interessando molto alle sorti dello sviluppo dell’agricoltura ed in particolare della viticoltura.

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